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PROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse – Un terrificante ritorno alla ricerca dei ricordi – Recensione

 

 

 

PROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse – Un terrificante ritorno alla ricerca dei ricordi – Recensione

PPROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse è un Survival Horror giapponese, conosciuto con il nome di ZERO in Giappone e Fatal Frame in USA, sviluppato da Grasshopper Manufacture e distribuito da KoeiTecmo, uscito originariamente il 31 Luglio 2008 su Nintendo Wii, in seguito all’acquisizione parziale dei diritti da parte di Nintendo, poi riedito in una versione migliorata ed arricchita su PC, Ps4, Ps5, Xbox One, Xbox Series S/X e Nintendo Switch, il 9 Marzo 2023 in due edizioni digitali: la standard edition al prezzo di 49,99€ e la Digital Deluxe Edition al costo di 64,99€. 

PROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse, si piazza cronologicamente parlando, come quarto capitolo ufficiale dell’intera saga che dopo quindici anni, torna ancora una volta a terrorizzare i fans, accaparrando anche nuove utenze incuriosite da un genere abbastanza di nicchia, che nelle sue meccaniche classiche e già viste, regala momenti di suspence e terrore, con quell’atmosfera cupa e claustrofobica, in ambientazioni antiche e fatiscenti, in riferimento a moltissime leggende tramandate nell’immaginario collettivo giapponese, inserendo elementi prettamente narrativi, facendo della storia il punto forte dell’intera esperienza.

Un titolo che ha saputo portare descrizione e gameplay, fusi tra loro in una meccanica di esplorazione e risoluzione di misteri, combattendo spiriti maligni e fantasmi, solo con l’uso di una macchina fotografica magica, in grado di riprendere ed inabilitare le presenze, semplicemente scattando foto e via via potenziando gli scatti con filtri e vari oggetti di vitale importanza, al fine di riuscire a rimanere indenni stanza dopo stanza.

PROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse – Un terrificante ritorno alla ricerca dei ricordi – Recensione


Le impressioni che si susseguono in ogni ambientazione, sono quelle di inquietudine con picchi dovuti a diversi jump scare che frequentemente metteranno a dura prova la nostra freddezza nell’affrontare diversi tipi di situazioni, anche palesando molte presenze in maniera anche troppo frequente, mantenendo un livello serrato di angoscia sempre crescente, forse uno degli aspetti più riusciti dell’intero gioco. 



Una Storia che torna a Tormentare

Le vicende del titolo sono ramificate in tre principali linee narrative, ambientate in una struttura fatiscente, somigliante ad un’istituto sanitario sull’isola di Rogetsu, in cui si descrivono gli eventi di Ruka Minazuki, Misaki Asou e Madoka Tsukimori, tre ragazze rapite insieme a molte altre, da una setta misteriosa, poi in seguito trovate e liberate.

Molto tempo dopo la loro liberazione, si scopre che tutte le altre ragazze rapite tranne le tre protagoniste, muoiono misteriosamente e tra forze oscure e strani sussurri del passato, Ruka, Misaki e Madoka vengono attratte nuovamente sull’isola, trovandosi ad indagare nella struttura che le ha tenute prigioniere, per scoprire la verità su molti degli eventi che erano rimasti sopiti nei meandri dei ricordi, lasciando un brivido freddo scorrere lungo la schiena, capendo che qualcosa, nell’oscurità le attende.

Choushiro Kirishima, il detective che aveva coordinato le operazioni per liberare il gruppo di ragazze tempo prima però, è l’unico che si accorgerà della recente scomparsa delle tre, che con determinazione disarmante, decide di andarle a cercare, arrivando anch’egli sull’isola, armato di una torcia infusa con il potere dei raggi lunari, in grado di eliminare gli spiriti maligni soltanto illuminandoli.

Da qui in poi, vedremo le tre linee temporali intrecciarsi tra di loro, scoprendo sempre nuovi dettagli agghiaccianti che si celano in un passato poco chiaro, che tra flash back e un comparto narrativo molto ampio e solido, ci faranno scoprire tutte le verità nascoste.

PROJECT ZERO: Mask of the Lunar Eclipse – Un terrificante ritorno alla ricerca dei ricordi – Recensione


Ho trovato la narrazione, seppur lineare e priva di grossi stravolgimenti o colpi di scena rispetto la controparte per Wii, molto coinvolgente ed emozionalmente parlando, sconvolgente; in grado di far palpare la paura come una cosa tangibile, avendo sempre un senso di inquietudine, dai dialoghi alla descrizione degli ambienti e degli oggetti, segno che quei posti prima abitati, hanno lasciato un segno profondo di terrore e malessere, trasmesso in maniera efficace al giocatore, potendo avere dalla propria, un comparto tecnico capace di far “assaporare” meglio la paura. 



Acchiappa fantasmi Cercasi

L’intero gameplay di gioco, fonda la sua struttura in meccaniche che ruotano intorno alla Camera Obscura, un dispositivo esoterico, somigliante ad un Dagherrotipo del 1839, infatti questo tipo di macchina fotografica dalle fattezze antiche, trovata in una stanza della struttura, ci permetterà di difenderci da ogni tipo di presenza spiritica e demoniaca tramite alcune meccaniche tipiche della saga di Project Zero.

Nella fattispecie, potremo affrontare vari tipi di spiriti, semplicemente inquadrandoli nell’obbiettivo della fotocamera, scattando delle foto normali per danneggiarli, oppure aspettare che carichi la barra della messa a fuoco, per infliggere molti più danni critici, avendo a disposizione una funzionalità aggiuntiva chiamata appunto “Fatal Frame” che ci permetterà di infliggere un danno critico, in base alla tempestività di scatto che applicheremo.

Inoltre la Camera Obscura, sarà potenziabile in vari modi, applicando accessori trovati in giro per le stanze della struttura e spendendo vari tipi di cristalli, utilizzabili per aumentare le funzioni passive di base ed i danni totali inflitti, attraverso un pratico menu di gestione della vasta schiera di accessori usati per personalizzare il dispositivo.

Il titolo, avrà una componente esplorativa molto marcata, infatti nell’intera magione che andremo ad esplorare, saranno presenti enigmi da risolvere, testi da interpretare e trafiletti da leggere, tutti elementi che uniti alla narrazione, andranno a fornirci tutti gli indizi che comporranno la scaletta degli eventi accaduti in passato, facendo luce sugli attuali misteri che si pareranno di continuo davanti a noi.

Nelle schermate dei menù inoltre, avremo una gestione delle risorse mediche, raccolte di tutti gli oggetti trovati, accessori di gioco, bestiario in cui saranno catalogate tutte le creature trovate in giro per le varie ambientazioni e un pratico elenco di vestiti ed accessori sbloccabili per le nostre affascinanti protagoniste.

 


Personalmente parlando, il gioco non innova tantissimo la struttura gameplay, rimanendo fedele all’originale, talvolta avendo un tipo di esplorazione esasperante, con controlli un po’ imprecisi e movimenti legnosi delle protagoniste che rendono l’esperienza un po’ tediante per via delle movenze molto lente che si faranno sentire soprattutto nelle sezioni in cui andremo di fretta per il backtracking, dovuto all’acquisizione di alcuni collezionabili o oggetti siti in posti lontani dal normale svolgimento degli eventi sulla storyline.

Tutto sommato, sensazione decisamente frustrante per quanto riguarda i combattimenti con alcuni spiriti che risultano macchinosi, riuscendo difficilmente ad uscire indenni da alcune situazioni che ci bloccheranno all’interno di spazi angusti, senza possibilità di uscirne con facilità, purtroppo rendendo alcuni passaggi e scontri davvero ostici.



Vedo la gente morta… e la vedo in HD

Seppur il titolo, abbia mantenuto un esoscheletro di meccaniche quasi invariato, se non nella sezione di scelta dei costumi alternativi per le protagoniste sexy, così da sbizzarrirsi sul guadagnare punti per sbloccare nuovi outfit che non c’erano nella versione precedente, avremo di contro un miglioramento grafico decisamente più performante ed eccellente per quanto riguarda la pulizia generale delle texture.

Ora gli ambienti, risultano più lugubri e caratterizzati da effetti particellari con gradazioni di luci dinamiche ben realizzate, lasciando al giocatore la sensazione di trovarsi davvero in un posto abbandonato da tempo, con tutti i vari aspetti di luoghi arrivati al culmine del degrado. I corridoi stretti, le porte scricchiolanti e lo stato di abbandono generale della struttura, regala un feedback visivo davvero migliorato, non solo il termini di ambientazioni ma anche dal punto di vista delle presenze e delle espressioni delle protagoniste.

Ogni volta che incontreremo uno spettro da combattere, potremo ammirarlo in tutto il suo meraviglioso terrore, con effetti di trasparenza e di espressività agghiacciante, con scelte grafiche cupe e piene di suspence, raggiungendo davvero un buon livello tecnico, ricordando i modelli poco credibili della controparte per Nintendo Wii.


La sensazione generale scaturita dall’esplorazione di luoghi marcescenti e completamente abbandonati, sfocia nell’angosciante, con luci dinamiche e ambienti bui, dove camere polverose e sale immerse nel mistero, si susseguiranno a rumori agghiaccianti e presenze asfissianti dietro ogni stanza, corridoio ed atrio, mantenendo alta la carica adrenalinica, spesso però, non convincendo in alcuni scontri che risultano più tedianti più di quanto ci si aspetti; caratteristica un po’ frustrante se si ha intenzione di completare il gioco al 100%, il che richiederà circa una ventina di ore complessive.



Sogno oppure incubo ?

Le impressioni generali del titolo, rimangono molto più che sufficienti, senza però eccellere in una remastered che di fatto rimane tale, senza migliorare ne innovare un sistema classico della saga di Fatal Frame; dato che la versione analizzata per questa recensione è quella PlayStation 5, posso affermare con certezza che le migliorie grafiche ci sono ma nulla di più, lasciando comunque alcune sensazioni di ripetitività estrema in una meccanica che di per se offre ben poco a livello di gameplay, anche se la formula classica funziona ancora in un contesto horror dalla componente narrativa marcatissima

Il gioco ci racconta una storia che vivremo attraverso gli occhi di tre ragazze che vivono un’intreccio di eventi che scatenano paura, angoscia e voglia di scoperta dei misteri della struttura, tramite poche meccaniche, ma realizzate in maniera discreta. L’utilizzo del Dual Sense inoltre, viene sfruttato poco e male, visto che ci saranno momenti in cui le vibrazioni dovute alla presenza degli spettri ci sono ma rimangono piatte ed anonime, senza sfruttare più di tanto un sistema che avrebbe potuto fare la differenza in termini di immersione generale, lasciando la consapevolezza che si sarebbe potuto fare davvero di più.

La Photo Snap Mode tra l’altro è una gradevole aggiunta che spezzerà la tensione nervosa, concedendoci attimi di creatività potendo produrre scatti d’autore con vari filtri cornici ed effetti grafici di vario tipo che potranno essere salvati in un’apposita  galleria nei menù; coordinata dal gran numero di outfit che potremo ottenere trasformando un’esperienza da brivido, in un’esperienza da brivido con stile.


Sento di consigliare questo titolo a pieno, visto che rimane un gioco horror coinvolgente, di una saga che ha visto natali migliori, suscitando nostalgia negli amanti più anziani del genere che già in passato avevano apprezzato tutta la serie, risvegliando vecchi orrori che si evolvono per raccontarsi ancora una volta, gettando chissà, le basi per un nuovo capitolo.



Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.