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Sable – Un’esperienza artistica profonda ed evocativa – Recensione

Finalmente, il 29 Novembre 2022, dopo il debutto del 23 settembre 2021 di: Sable, avventuroso indie open world, su Pc, Xbox one e Xbox series X/S, esce anche su ps4 e ps5. Il cui, nostro provato, si riferisce proprio a quest’ultima piattaforma che arricchisce il gioco, con le funzioni di feedback aptici, dati dal controller Dual Sense di proprietà Sony.

Per chi non lo ricordi bene, si tratta di un gioco distribuito da Raw Fury e creato da Shedworks, una piccolissima software house, fondata nel 2014 a nord di Londra con appena 2 membri che contano il creative director Gregorios Kythreotis e il Technical Director, Daniel Fineberg.


Più che gioco di avventura, lo definiamo un’esperienza artistica profonda ed evocativa che porta alla mente tantissime reminiscenze del passato, con un occhio di riguardo all’esperienza futuristica in se.

Proprio questo aspetto, riesce a colpirci maggiormente, dato che il nostro protagonista, Sable, è immerso in un mondo ispirato completamente a titoli del passato come: ICO, Shadows of the colossus, Legend of Zelda Breath of the wild, Journey e non solo.

Basti pensare che l’intera opera, sembra quasi una mescola cinematografica che richiama moltissimo Star Wars nelle mitiche corse con gli Sgusci su Tatooine, inframezzate da scorci panoramici richiamanti le lande desertiche e sconfinate di Mad Max ma con la stessa poesia delle mille novelle di Sherasade, in ambienti arabeggianti e folkloristici.


Le tinte pastello e le scelte grafiche, sembrano aprire a noi un mondo di fiaba, non giocato ma letto come un libro di storie, raccontato come una leggenda tramandata a voce. Lasciandoci, la sensazione di vivere un sogno ad occhi aperti da cui non vorremmo mai svegliarci.

Il tutto condito da un’esperienza sonora sublime che ci lascia assaporare con gusto, ogni singola melodia, cullandoci dolcemente in questo viaggio verso l’ignoto, costellato da enigmi ambientali, misteri da scoprire e missioni da compiere.

Storia

Le vicende, si aprono in maniera criptica e pensata per far interpretare al giocatore, la situazione in cui ci si trova. Impersoniamo i panni di un ragazzo mascherato di nome Sable, al cospetto di una grande maschera. In una location fatiscente, dai colori caldi ed amichevoli.

Ci ritroviamo ad intraprendere un viaggio che ci porta nel nostro villaggio Natale, avendo a che fare con pochi abitanti che ci fanno presente che è arrivato il momento di percorrere il cammino dell’ “iniziazione”.

Tramite un rito specifico, avremo la possibilità di diventare “glider”, ovvero attivando il pinnacolo di un tempio potremo solcare i cieli con delle planate controllate. Facendo ciò incontreremo curiosi abitanti che ci spiegheranno i rudimenti dell’esplorazione, a bordo di mezzi a motore, chiamati Hoverbike.

Tutto ci viene spiegato attraverso dialoghi artistici che descrivono i legami con gli altri pochi esseri viventi che popolano queste lande apparentemente desolate.

Tutto il viaggio viene intrapreso proprio allo scopo dell’ iniziazione, che non è solo l’inizio del gioco ma il fulcro centrale, di tutti gli eventi ad esso connesso.


Lasciando il nostro villaggio, la sensazione di libertà prenderà possesso di noi, lasciandoci semplicemente la decisione di esplorare a piacimento e scoprire senza alcuna limitazione il nostro cammino.

 

Conoscendo nuovi posti e nuove situazioni potremo aiutare chi avrà bisogno di noi, aprendo nuove sotto-trame e missioni che ci spingeranno a voler esplorare ancora di più il mondo circostante, che alternerà paesaggi sconfinati, a strutture imponenti e mastodontiche ma dalla bellezza poetica.

La vicenda andrà sempre interpretata per la maggior parte del tempo, dato che il gioco non ci darà precisi vincoli ma semplicemente, lascerà a noi le redini del viaggio, dandoci l’opportunità di scoprire tutto con i nostri tempi e con la nostra fame di conoscenza.

Gameplay

Cosa dire, proprio il gameplay è il punto forte del titolo che definiamo come esperienza videoludica, in quanto potremo stare ore ed ore ad esplorare, senza mai stancarci, trovando, di volta in volta enigmi da risolvere, missioni secondarie da portare a termine ed oggetti da trovare e collezionare per essere esposti nel vivarium, una specie di Serra museo che ci permetterà di visualizzare ogni reperto trovato.

Proprio per le meccaniche open world, avremo l’opportunità di esplorare una vastissima mappa a bordo di un utilissimi veicoli chiamato Hoverbike, che potranno essere costruiti con nuovi pezzi trovati qui e lì per il mondo o come ricompensa per qualche missione.

L’esplorazione potrà comunque essere fatta anche a piedi, dato che il personaggio vanta nelle proprie capacità quelle di planare, correre, accovacciarsi ed arrampicarsi ( quest’ultima meccanica ispirata al buon vecchio Zelda: breath of the wild ). Legata ad una barra di stamina che scenderà man mano nel tempo e si ricaricherà semplicemente non facendo sforzi.

Non ci sarà alcun tipo di combattimento poiché verrà proposto più un approccio da puzzle game rilassato, con dialoghi interattivi tra i vari npc, così da cercare sempre le risposte migliori con cui rispondere, anche se non porteranno grosse variazioni di risultato alla storia e non comprometteranno più di tanto la risoluzione di alcune missioni.

I menu di gioco ci mostreranno in maniera chiara tutte le sezioni che si divideranno in:

  • Vestiti: menù che terrà traccia dei vari abiti posseduti e delle abilità intrinseche delle maschere ottenute.
  • Inventario: che terrà conto di tutti gli oggetti trovati e catalogati con dei sotto menù che spiegheranno l’utilità di ognuno di essi.
  • Missioni: menù che terrà conto di tutte le missioni attive, di quelle complete e quelle da completare
  • Mappa: dove potrà essere visualizzato il mondo di gioco, i punti di interesse e i marcatori che abbiamo posizionato
  • Settaggi: menù che ci consentirà di sistemare le impostazioni di gioco.

Tante volte però, saremo costretti a ritornare sui nostri passi o semplicemente fare più tentativi di esplorazione, in alcuni punti apparentemente inaccessibili, magari posti in cui dovremo interagire con oggetti che però non ci diranno dettagliatamente cone essere usati o semplicemente affronteremo delle sezioni platform da superare per arrivare in posti nascosti.


Tra enigmi ambientali con interruttori e serrature da aprire, tra pesca nel deserto e collezione di oggetti nascosti, non mancheranno anche, sezioni da affrontare in Hoverbike per superare ostacoli alla ricerca delle maschere perdute della nostra collezione.


Grafica

Il gioco si presenta con una meravigliosa veste grafica cell shading con tinte pastello, che fanno pensare ad un libro di racconti per l’infanzia, racchiudendo un’anima marcata, di uno stile inconfondibile , che si rifà a stili fumettosi e fiabeschi, intrisa di effetti particellari molto basilari ma ottimi per dare un tocco emotivo e un’identità propria a tutta l’opera.

Le grafiche dei menù sono molto semplici, di Chiara lettura e ben posizionate in un contesto del genere. Gli hub di gioco sono sobri e posizionati in maniera da non dar fastidio durante le esplorazioni, così da dare una maggiore immersività per tutto il tempo.

Sonoro:

Tutto il gioco, è permeato da colonne sonore molto suggestive, ogni ambientazione esterna viene accompagnata da chitarre, flauti, pianoforti e melodie che ci cullano sempre senza darci alcun senso di fretta.

La musica ci accompagna per mano facendoci desiderare che non smetta mai di suonare. Melodie che calmano gli animi più irrequieti lasciando che la pace prenda il controllo.

Templi, luoghi abbandonati, villaggi e location fatiscenti assumono una luce fatata con questo sonoro ben orchestrato, delineando il carattere tranquillo ma anche giocoso del titolo.

Gli effetti sonori ambientali sono piacevoli da ascoltare e ci faranno sorridere alcuni versi degli npc e del personaggio. Il tutto è stato gestito con una maestria impeccabile.

Le impressioni generali del gioco sono ottime. Ci sono tutti i presupposti per ritenerlo un validissimo titolo esplorativo e metterlo a confronto con Zelda: breath of the wild, sarebbe un’errore. Sono entrambi simili ma questo possiede la sua anima, descrivendo qualcosa di proprio con un’ispirazione portante di un titolo che rimane un pilastro mondiale nell’universo videoludico.

Ognuno di noi dovrebbe avere la possibilità di descrivere cosa si ha dentro. E Sable lo fa cosi, lascia a nudo la sua anima artistica per tutti noi. Diverte e dà sempre un senso di pace.

Però Sable, non è certo esente da vari problemi strutturali che spesso tedieranno e spezzeranno la volontà e le atmosfere magiche che si creano. Ovvero alcune sezioni esplorative saranno davvero ostiche da superare per via del poco aiuto che viene fornito sui vari puzzle o enigmi. Ci sono diverse imperfezioni su alcuni passaggi platform che confondono e rendono meno agevole “il viaggio”.

Aspetto che risulta un po’ grezzo rispetto all’esperienza generale. Sapendo che il gioco lascia massima libertà, in certi punti si perde completamente la cognizione di missione spesso non capendo perché alcuni obbiettivi vengono comunque portati a termine anche se non abbiamo raggiunto determinati target.

Tutto sommato l’esperienza si lascia amare, senza però raggiungere quella perfezione che avrebbe potuto affermare un piccolo capolavoro nelle perle nascoste degli indie.

 


Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.