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Il cercasuoni – Abbiamo intervistato Carolina Crescentina, doppiatrice narrativa

Dai creatori della serie Erika e Tom Engel nasce Il cercasuoni, un cartone animato rivolto ad un pubblico che comincia a seguire Rai e RaiPlay in età tenera. Si tratta di un progetto nuovo, importante per almeno tre quattro motivi che lo rendono un’opera straordinaria.

La prima cosa è proprio il tema, il cercasuoni:

Il programma parla delle avventure di un bambino Ipoudente che scopre la natura, può sembrare una serie in cui ci sia un primo livello di inclusività, quello di dire “Si tratta di una persona che ha una difficoltà in più ma riesce a raggiungere il livello degli altri e a integrarsi nella vita sociale”.

Nel palinsesto Rai esistono già serie di questo tipo, che riguardano tanti aspetti della vita e della crescita dei bambini, ma non è questo il punto focale del cartone animato. Questo è un progetto più ambizioso, perché lo spirito della serie non è come recuperare un handicap, come si sarebbe detto, ma come aiutarci tutti a scoprire e collegarsi con le bellezze della natura che ci circonda.

In questo caso l’ipoacusia del protagonista è anzi uno strumento per andare oltre, per accorgersi di più di quello che agli altri a volte sfugge. C’è l’arte, l’importanza di avere un rapporto anche con la potenza, con la maestosità della natura. Il protgonista è un bambino piccolissimo di fronte ai grandi fenomeni, saremo in grado, insieme al cercasuoni, di scoprire la ricchezza e le sfumature del mondo in cui siamo.

Vedremo, nell’arco delle 60 puntate, come riuscire a sentire cose che non sentiamo normalmente come lo schiocco degli anemoni di mare, il sibilo delle onde della risacca su una spiaggia piena di sassi, il respiro e il russare della sua simpatica amica Mol, La talpa, che nel corso delle puntate tirerà fuori la parte più epatica dello spettatore.

Quindi sono tutti suoni che normalmente possono passarci a fianco e che vengono colti nella loro bellezza e anche nella loro poesia. IL CERCASUONI è un invito a scoprire il mondo che ci circonda, è mindfulness, è la consapevolezza dell’essere all’interno di un ambiente, un riuscire a riflettere e a meditare.

Questo è il secondo punto. Descritto così potrebbe esserci il rischio che tutto questo possa sembrare un programma noioso, ma in realtà i bambini sono più attenti a certi dettagli di certe altre fasce di età, anche a tutte queste sfumature.  Una volta che stabiliscono un rapporto con il protagonista sono disposti anche a seguire i suoi tempi, ma nello stesso tempo questo discorso è reso possibile dalla straordinarietà del processo produttivo e della tecnica adottata dalla Enanimation, perché abbiamo forse per la prima volta in un progetto seriale, l’inserimento della tecnica più ambiziosa dei cartoni animati, quella dello Stop Motion.

Lo Stop Motion unito alla ripresa dal vivo è un’ integrazione che poteva sembrare difficile da realizzare e che invece è  ben riuscita.

Il terzo punto è che si tratta della prima coproduzione tra Italia e Inghilterra. La programmazione attuale ha titoli inglesi come Paddington, Peppa Pig e tante altre, però queste produzioni non hanno mai visto il coinvolgimento di uno studio Italiano.

Insomma, non c’era stata la possibilità di uno scambio o di un unione. In questo caso c’è stato ed è stato uno scambio molto fruttuoso grazie anche alla voce narrante di Carolina Crescentini, che ha dato un una patina d’oro in più a un progetto che vede nella narrazione un elemento essenziale.

Per l’edizione britannica è stata scelta Keira Knightley, un ruolo di interpretazione essenziale in questa serie.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Carolina Crescentina, doppiatrice narrativa di questa opera:
  • Volevo chiedere a Carolina Crescentini, Da uno ad un milione quanto si è divertita nel doppiarlo?

Un milione e mezzo!”
É un cartone molto molto tenero e c’è Mol la talpa che trovo a dir poco irresistibile, mi ricordava un pò un cane che ho molto amato, che era molto simile a lei.”

  • E poi, c’è una grande differenza tra l’interpretazione di Keira Knightley?

“Assolutamente. Lei è molto Morbida e ho tentato almeno di essere così per sigla, per poi farmi prendere completamente dalle loro avventure. è come se il narratore in realtà fosse un terzo personaggio all’interno della storia. E poi mi piace il fatto che cerca suoni è chiaramente un hipster.”

“Come potete vedere, la sua amica cerca semi è chiaramente un hippy, ma lui il tema dell’inclusione, la ricerca del suono la trasforma, perché cerca suoni è un musicista, e lui la sera torna a casa e si mette al pianoforte o l’ukulele a trasformare i suoni che ha trovato durante il giorno, e si lascia stupire dalle piccole cose della natura, sì, ma anche della città. E questo può essere un là per i bambini.”

“Io credo che il cartone animato sia il primo strumento educativo che puoi dare a un bambino e quindi secondo me Il cercasuoni, può dare una mano in qualche modo. Io ho ancora memoria di storie che da bambina mi hanno trasformato e questo ci può aiutare. Poi secondo me tutti i bambini a Natale vorranno registratore, un microfono e una talpa, probabilmente anche questo. Attenzione, se avete figli avete una talpa anche voi!

Ringraziamo vivamente Mongini Comunicazione per averci dato questa bellissima occasione, è stato emozionante essere li,  siamo rimasti colpiti nel profondo. Sia noi che eravamo presenti che tutto il team seguirà questa meravigliosa serie. Ci auguriamo che abbia un gran successo e che possa essere di insegnamento a grandi e piccini.

Il cercasuoni é ora disponbile su Rai Yoyo e RaiPlay.

Articolo a cura di Francesco Parlato Silva Parlato

( Gimmoh)

 

Luca

Da sempre appassionato di videogiochi, ho iniziato con i primi giochi sul Commodore 64, fino a consolidare la mia passione con l'arrivo della prima Playstation. Questo mi ha portato a cercare lavoro presso Gamestop dove lavoro tutt'oggi. Adoro i giochi single player, soprattutto quelli con delle belle storie.