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Grim Guardians: Demon Purge – Recensione

Grim Guardians: Demon Purge – Recensione

Sviluppato ed editato da Inti Creates

Inti Creates negli ultimi anni ha dimostrato di sviluppare titoli bidimensionali action platform, veramente degni di nota. Tra quelli più conosciuti ad esempio ci sono i due  Bloodstained: Curse of the Moon, che con quello stile dark riprende benissimo i primi Castelvania, riprodotti in stile retró ad 8-bit. Quest’ultimo titolo Grim Guardians: Demon Purge, non è da meno e racchiude insieme tutti questi titoli.

Difatti si puó definire uno spin-off della serie Gal*Gun: Double Peace dove peró, sono presenti solo i protagonisti che, per chi conosce i titoli precedenti, riconosce i personaggi della copertina de Grim Guardians: Demon Purge. Sarebbe una sorta di Bloodstained: Curse of the Moon 2 con peró un combattimento più originale ed una narrazione più ironica e divertente.

Trama:

Ragazze liceali predominano la trama de Grim Guardians: Demon Purge. Come detto sopra, è uno spin-off della serie Gal*Gun, dove compaiono diversi personaggi di quest’ultima. Molti dei personaggi non sono umani, ad esempio troviamo Kurona che è un demone, scopre per puro caso uno specchio magico che permette di fondere il mondo umano con quello demoniaco. Una cosa mai vista prima in quanto i demoni che in precedenza ci avevano provato, non vi erano mai riusciti e quindi organizzavano piccole invasioni dove peró, venivano sempre sconfitti e rispediti al mittente.

Shinobu e Maya che sono le protagoniste del gioco oltre che cacciatrici di demoni, si ritrovano in un lampo nel mondo demoniaco. In un baleno inizierà la scalata fino all’ultimo piano del castello dove si è stabilizzata Kurona, sconfiggendo i vari demoni suoi sottoposti, più o meno pericolosi sparsi in ogni angolo.

La storia principale si finisce in poche ore e l’obiettivo del gioco è appunto sconfiggere Kurona e durante la scalata salvare più studentesse possibili. Per questo gioco le missioni secondarie non sono fondamentali soprattutto se si usa la modalità ‘casual’, qui affettiamo o spariamo (a seconda del personaggio che scegliamo di usare), senza avere troppi intoppi; se invece si vuole avere un’esperienza un po’ più difficoltosa, consigliamo la modalità ‘veterano’ dove è vero che capiteranno più facilmente i Game Over, ma nello stesso tempo nonostante le vite limitate, dopo i primo boss ci saranno dei potenziamenti sia per quanto riguarda il potenziamento della salute, e sia per la presenza di molte più vite durante il percorso.

Gameplay:

Una delle cose più originali del gioco, è quella di scambiare continuamente le due protagoniste Shinobu e Maya (ad esempio tasto ZR su Nintendo Switch), in quanto la progressione e tutti gli aspetti del level design consiglia di usarle entrambe e non una sola durante l’avventura.

Shinobu e Maya possiedono ognuna uno stile di combattimento diverso ed unico. Shinobu usa una sorta di fucile che puó quindi utilizzare a distanza, oltre che saltando mentre Maya utilizza una falce per un combattimento ravvicinato. Le armi secondarie anch’esse diverse tra le due protagoniste variano; inizialmente ne hanno una ciascuna, poi aumenteranno. Ad esempio Shinobu possiederà dei coltelli da lancio che userà da altezze molto alte, mentre Maya userà dei fantasmini che non solo la difenderanno dagli attacchi ma possono fare danno a loro volta.

L’ambientazione di gioco è fatta apposta per utilizzare entrambe le sorelle. Maya è l’unica che puó accovacciarsi ed entrare in determinati punti, Shinobu invece puó colpire da qualsiasi piattaforma e ad una lunga distanza mostri o contenitori che siano. Alcuni mostri ad esempio subiscono danni magiori se vengono colpiti dall’una o dall’altra sorella e per questo motivo bisogna intercambiarle spesso. Inoltre Shinobu e Maya hanno una barra della salute e quella di quest’ultima è addirittura limitata; se una delle due muore, l’altra riparte dall’ultimo checkpoint e se arriva al punto in cui è morta la sorella, c’è la possibilità di rianimarla, ma bisogna fare attenzione ai mostri, inquanto verranno tutti in quel punto per impedirlo. Se muoiono entrambe le sorelle, ovviamente si perde una delle vite che si hanno a disposizione.

Avanzamenti e Limitazioni:

Grim Guardians: Demon Purge ovviamente non è perfetto e presenta i suoi difetti; uno di questi è che ad esempio per affrontare il boss del secondo livello si deve andare a tentativi, inquanto non si capisce che tipo di arma bisogna utilizzare, capire quanti più danni faccia una piuttosto che l’altra e soprattutto chi delle due sorelle utilizzare. Un’altro esempio è anche l’avanzamento delle varie piattaforme utilizzando e scambiando Shinomu e Maya al momento giusto; la cosa positiva è che nonostante tutto non si ci perde perchè sullo schermo è presente una bussola che indicherà dove si trova il boss e la fine del livello.

Per quanto riguarda il potenziamento, Shinobu e Maya non possono salire di livello, in compenso durante l’avventura si possono trovare dei potenziatori sia per quanto riguarda la salute che le armi. In ogni caso per progredire non è necessario tornare sullo stesso piano già visitato in precedenza, perchè nonostante i vari livelli siano graficamente in tema, anche andando avanti sono molto ripetitivi. In sostanza Grim Guardians: Demon Purge richiede tre cose: imparare sin da subito ad alternare le due sorelle, utilizzare questa alternanza per giungere incolumi o quasi fino al boss ed infine sconfiggere il boss gigante di ogni fine livello.

Lo scopo degli sviluppatori è quello di incentrarsi sull’utilizzare al meglio le armi che dovranno utilizzare Shinobu e Maya; difatti è spoglio di contenuti. In compenso è stata riservato una maggiore cura per quanto riguarda i combattimenti dei boss di ogni livello, in ogni fase e con la sconfitta spettacolare.

Considerazioni:

Grim Guardians: Demon Purge come detto è uno spin-off della serie Gal*Gun, proprio per questo vediamo le due protagoniste Shinobu e Maya. A mio avviso un ottimo platform 2D con grafica retró. Questo gioco è basato più sull’avanzare ‘velocemente’ fino al boss finale tra un livello e l’altro e nel contempo uccidere più nemici possibile, piuttosto che incentrarsi sui mostri e scenari e le missioni secondarie ‘inutili’ per l’avanzamento di livello. Il gameplay è molto fluido soprattutto per l’alternanza delle ragazze durante tutta l’avventura, l’utilizzo delle armi, che sono diverse per ognuna delle due, come anche lo stile di combattimento e le mosse. Solo verso la fine Shinobu e Maya sono diventate talmente forti che potrebbero fare a meno l’una dell’altra, ma se così fosse il gioco non sarebbe così dinamico.

Ultima cosa ma non meno importante è la presenza della modalitá multigiocatore in locale. Un’esperienza davvero divertente che a parte i limiti e le cose giá dette in precedenza, tutto il resto è perfetto. Per chi ama il genere adorerá in ogni caso questo gioco proprio come me.