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Il Kolossal italiano è tornato! Recensione di Mario + Rabbids: Sparks of Hope

Dopo il meritatissimo successo di Mario + Rabbids: Kingdom Battle che, nell’estate del 2017 ha lasciato il mondo a bocca aperta, finalmente possiamo parlare del suo seguito Mario + Rabbids: Sparks of Hope, anch’esso come il primo episodio sviluppato dalla collaborazione tra Ubisoft Milan e Nintendo. Una partnership che si conferma essere vincente dato il successo che il titolo sta ottenendo, ma che conferma il talento del team milanese e del suo game director Davide Soliani.

Questa è una delle recensioni per cui ci è davvero difficile parlare con toni giornalistici, perché il prodotto che abbiamo avuto tra le mani è qualcosa che va oltre il semplice apprezzare un’opera di qualsiasi genere o forma, questo titolo ha dimostrato di essere una vera e propria parte di noi, forse perché condividiamo la stessa terra natia? Oppure perché fa parte di una visione più affine al nostro immaginario collettivo? Non sappiamo darvi una risposta precisa, ma questo videogioco ha saputo stregarci ancor più del precedente capitolo riuscendo a farci divertire e in alcuni frangenti addirittura emozionare.

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Ci piace chiamarlo Kolossal italiano, perché è esattamente così che lo abbiamo vissuto. Un gioco che per noi è stato capace non solo di intrattenerci e divertirci, ma anche di scoprire quella magia che ci ha fatto tornare un po’ bambini per rivivere quella spensieratezza e quel desiderio di avventura che alla veneranda età di trent’anni o più si fa davvero fatica a ritrovare all’interno della nostra routine. Una voglia di scoperta simile a quella che abbiamo sperimentato nei migliori film di animazione, quei film che sanno davvero scaldarti il cuore soprattutto in visione di un freddo e lungo inverno.

Questo è Mario + Rabbids: Sparks of Hope, un’avventura tra le più belle sulla console ibrida di Mamma Nintendo ma soprattutto un’opera d’amore fatta da videogiocatori per videogiocatori, e questo lo si respira in ogni istante dell’esperienza videoludica. Sparks of Hope mette al centro il giocatore e le novità che apporta a un genere atipico per la serie Mario che già attraverso il suo predecessore ha avuto l’onore di sdoganare.

Dopo questa lunga introduzione è arrivata l’ora di approfondire il titolo e discutere quelli che sono gli aspetti più interessanti della produzione firmata Ubisoft Milano e Nintendo.

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA!

Mario + Rabbids: Kingdom Battle ha saputo farsi amare davvero da ogni tipo di giocatore, anche da chi non era in alcun modo avvezzo al genere strategico a turni. Grandi e piccini si sono approcciati al titolo senza alcuna difficoltà e bypassando qualsiasi barriera di pregiudizio su una tipologia di gameplay che a un’occhiata superficiale può sembrare tediosa ai più. Si può dire con assoluta certezza che l’idraulico italiano di Nintendo e i vivaci coniglietti di Ubisoft hanno davvero sdoganato un genere rendendolo fruibile a tutti grazie a un carisma che solo poche produzioni possono vantare.

In Sparks of Hope si è riusciti a migliorare qualcosa che già di suo era perfetto, infatti Ubisoft Milano ha deciso di rendere ancora più dinamici i combattimenti togliendo del tutto il sistema a caselle per il movimento dei personaggi. Questo sistema lascia ancora più spazio di manovra al giocatore nel riuscire a compiere mosse più avvincenti e precise durante il proprio turno. Questo sistema riesce notevolmente a migliorare  l’esperienza ludica non solo ai giocatori più esperti ma anche ai neofiti del genere, lasciandogli piena libertà nella scelta dei luoghi più adatti per effettuare attacchi soddisfacenti e che possano colpire il nemico, oppure ripararsi adeguatamente dagli attacchi degli avversari.

Nessuna aggiunta inutile, tutto viene integrato perfettamente riuscendo a rendere un sistema ancora più spassoso di quanto già non lo fosse. Unica piccola incertezza riscontrata è nell’intelligenza artificiale che purtroppo si trascina dietro i piccoli problemi che già aveva in Kingdom Battle. I nemici manovrati da IA tendono a rintanarsi nei soliti posti e compiendo i soliti percorsi, risultando quindi ogni tanto  prevedibile agli occhi del giocatore. Sia chiaro, nulla di veramente problematico da invalidare l’esperienza di gioco, tutt’altro, ma soprattutto a difficoltà elevate, sarebbe stato interessante vedere qualcosa in più.

LE STELLE SONO TANTE, MILIONI DI MILIONI

Un’aggiunta apprezzatissima è la presenza degli Spark, esseri che sono esattamente la fusione tra i Rabbids e gli Sfavillotti. Questi nuovi amici possono essere equipaggiati per un massimo di due per volta livellandoli attraverso i combattimenti. Gli Spark quindi fungeranno da vero e proprio potenziamento, in primis con un’abilità attiva spendendo un punto azione durante la partita, e poi attraverso una seconda abilità passiva che è un vero e proprio power up per il personaggio. I piccoli esseri stellari sono quindi livellabili rendendo ancora più efficaci tali abilità durante il proseguire del gioco.

Il gioco inoltre dà piena libertà al giocatore di cambiare il proprio party con qualsiasi personaggio, cambiando la formazione in base alla necessità di una determinata missione. Infatti è lo stesso gioco che metterà a dura prova l’occhio e l’intuito del fruitore, che dovrà sfruttare le abilità e il tipo di offesa di ogni personaggio a disposizione al meglio all’interno delle varie modalità proposte: da raggiungere una zona precisa del campo di battaglia, a compiere azioni che mettono fuori gioco i nemici in una botta sola, passando poi per i combattimenti più classici. Insomma, con tutte queste tipologie di gioco e di approccio al gameplay, state pur certi che in Sparks of Hope non ci si annoia mai.

VIVE LA LIBERTE’

Libertà è la parola più giusta per indicare la gestione di tutte le attività all’interno di Sparks of Hope. Viaggiando per i pianeti infatti avremo libero accesso all’esplorazione ed effettuare missioni secondarie, solamente le missioni della campagna saranno svolte in luoghi precisi e in un ordine preciso. Ognuno dei cinque pianeti a disposizione ha decine di missioni secondarie ed enigmi ambientali a cui far fronte se si vuole davvero conoscere ogni segreto dei mondi di Mario + Rabbids. La fase esplorativa è quindi molto piacevole e sinceramente la preferiamo all’esperienza più guidata che avevamo riscontrato in Kingdom Battle.

Le sfide secondarie ogni tanto si ripropongono e magari sarebbe stato più interessante vedere delle modalità completamente inedite in certi punti, anche per offrire un ventaglio di opportunità più vasto, ma comprendiamo anche il fatto che questo titolo è davvero già pieno di contenuti così com’è ed effettivamente certe aggiunte avrebbero appesantito ancor di più il nostro ire nella galassia di Mario + Rabbids.

Purtroppo una nota dolente è la totale assenza del comparto multiplayer, sarebbe stato piacevole anche in una disponibilità limitata al locale, ma come già in sede di prova ci aveva spiegato Cristina Nava (Senior Associate Producer per Mario + Rabbids di Ubisoft Milan), il team di sviluppo ha voluto concentrarsi per rendere l’esperienza più immersiva possibile sul single player piuttosto che aggiungere qualcosa che tuttavia in un gioco del genere poteva risultare superfluo.

UN UNIVERSO DI COLORI

Il comparto artistico e registico di Sparks of Hope è davvero un piacere per gli occhi. I nuovi personaggi sono meravigliosi, sprigionano simpatia e carisma da tutti i pori. Merito sicuramente di un character design eccellente. Le ambientazioni e i mondi che caratterizzano tutto l’universo del titolo sono un’esplosione di colori: dai territori più ostili e freddi a quelli più caldi, tutto è sgargiante, vivo e pronto ad accogliere Mario e compagni.

I dettagli che si scorgono durante il nostro girovagare è davvero impressionante per un gioco di questo tipo, l’attenzione messa dal reparto art del team non perde mai di qualità durante il gioco, rimanendo sempre molto alta. D’altronde non si può pensare di fare un gioco e prendere in causa un’IP di questa caratura senza tenere in conto che la direzione artistica deve essere impeccabile, e il team meneghino non solo ha rispettato le aspettative ma le ha anche superate in più occasioni.

I modelli 3D sono meravigliosi e ci teniamo a ricordarvi che nessuno dei personaggi Nintendo è stato riciclato da altri titoli, il team di Ubisoft Milano ha rimodellato tutti i personaggi Nintendo e non per inserirli all’interno del suo gioco e davvero, Sparks of Hope non ha nulla a che invidiare alle produzioni della casa di Kyoto. Il motore grafico proprietario di Ubisoft, Snowdrop Engine, fornisce una pulizia grafica ancora migliore rispetto a quanto riscontrato, non solo con Kingdom Battle ma anche con altri titoli simili a Sparks of Hope.

La direzione delle cinematiche è sopraffina, le animazioni sono fluide e strutturate con maestria da lungometraggio cinematografico che ci hanno fatto urlare al miracolo più di una volta, questo grazie alle sapienti mani dei ragazzi di Ubisoft Montpellier e Maga Animation Studio. La conduzione di tutta la parte artistica del progetto è talmente preziosa e affascinante che ci dispiace non avere un art book da consultare per avere sott’occhio tutto il processo che Soliani e il suo team hanno effettuato strada facendo.

Le musiche sono sublimi, orecchiabili e in perfetta sintonia con il mood del gioco. Composte da nomi del calibro di Grant Kirkhope, Yoko Shimomura e Gareth Coker, geni indiscussi del panorama musicale dell’industria videoludica e non solo. Grande lavoro anche dal lato di sound design e rumori ambientali molto immersivi soprattutto nelle fasi di combattimento e durante l’uso delle armi.

UNA FIABA SOTTO LE STELLE

La parte narrativa è a dir poco frizzante, se già l’umorismo dei personaggi del Regno dei Funghi e quello dei conigli di Ubisoft ci aveva convinto con Kingdom Battle, qui raggiungiamo livelli qualitativi ancora maggiori. I Rabbids nel party come Rabbid Mario non si esprimono più a versi ma intraprendono veri e propri dialoghi, inoltre la storia ci trascinerà nella sua strampalata visione di universo e galassie. Il gioco non solo è localizzato in italiano, ma anche doppiato, infatti alcuni personaggi come Beep-o, Jeanie o Rabbid Peach sono completamente doppiati in lingua italiana per la gioia di molti. Inoltre ad aggiungersi al party di Mario + Rabbids: Sparks of Hope avremo diversi personaggi inediti come Rabbid Rosalinda, Edge e l’arcinemico di Mario, Bowser.

L’intera galassia è minacciata da un nuovo nemico che si chiama Cursa e ha già contaminato i pianeti con il suo Oscutiferio. L’obiettivo di Cursa è quello di impossessarsi degli Sparks, esseri preziosissimi per l’equilibrio dell’intera galassia. Il compito di Mario e dei suoi amici è quindi di sventare l’avanzare di Cursa e dei suoi scagnozzi, così da liberare i poveri Sparks e gli abitanti dai tentacoli oscuri.

La componente narrativa viene risaltata con estremo rispetto riuscendo a diventare il fulcro centrale che tiene unito il titolo in tutte le sue modalità, riuscendo ad essere sempre interessante e mai noiosa o banale, ma piena di colpi di scena e zeppa di siparietti ironici che ci hanno strappato delle sane risate.

CONCLUSIONI

Mario + Rabbids: Sparks of Hope è un titolo validissimo, un forte orgoglio italiano e una conferma assoluta che marchia il team di Ubisoft Milano come uno dei più talentuosi studi dell’industria. Questo è un titolo che ha saputo non solo farci divertire ma anche portare un bagliore di speranza per tutti gli sviluppatori italiani o chiunque voglia intraprendere questo lavoro, di sicuro non ne hanno beneficiato solamente Ubisoft e Nintendo. Insomma, giocare a questo nuovo capitolo è stata una ventata d’aria fresca che ha riossigenato i nostri polmoni e le nostre meningi da vecchi e stanchi videogiocatori. Con il titolo ancora inserito all’interno della Switch, non riusciremo mai a ringraziare abbastanza Davide Soliani e tutto il suo team per essere riuscito a portare alla nostra attenzione un prodotto così eccezionale.