Turnip Boy Commits Tax Evasion (Switch) – Recensione
Turnip Boy Commits Tax Evasion (Switch) – Recensione
Ehilà, piccoli rapetti. Il mio nome è Lollo e sono un barbaro della terra di Nextplayer. Avete pagato le tasse? No?! Come vi permettete? Il vostro è un oltraggio pubblico!
Adesso vengo lì e vi tolgo la vostra serruccia, maledetti furfantelli. Lol. Scherzi a parte, se vi capiterà di subire una cosa del genere, allora chissà… Finirete nella stessa situazione del personaggio qui di lato. Non fermatevi a piangere come delle cipolle. Avventuratevi, fatevi una passeggiata all’ aperto e dialogate con i tipi che incontrerete. Solo così entrerete nello spirito di Turnip Boy Commits Tax Evasion.
Si tratta di un nuovo gioco indie che ha fatto oggi il suo approdo su Switch e PC. Pubblicato da Graffiti Games e prodotto da Yukon, un ragazzo che lavora nello studio di Snoozy Kazoo, il gioco era stato inteso inizialmente come un semplice progetto creato solo ed esclusivamente per puro divertimento. Non c’era l’intento di farlo uscire sul mercato. Questo almeno fino a quando il titolo è stato fatto conoscere a dei giocatori a Boston finendo con l’essere così tanto apprezzato al punto da costringere i suoi creatori a rilasciarlo.
Inoltre vi basti sapere che, per la sua creazione, gli sviluppatori hanno preso qualcosa da The Legend of Zelda, da Minit e da Stardew Valley divertendosi a mescolarlo con quello per cui questo titolo bizzarro si farà conoscere: i meme.
Esatto! Se ci spenderete sopra un’ ora sopra, riconoscerete in qualsiasi suo elemento tantissimi fenomeni d’Internet che sono stati sfruttati per creare un certo senso di umorismo. Il tutto giustamente con delle domande alla base di tutto: “Fino a quanto sarebbe stato necessario memare?”. “I giocatori apprezzeranno questo meme in questione?”.
In Turnip Boy Commits Tax Evasion tutte domande che hanno contribuito nella creazione di qualcosa di affascinante, ma al tempo stesso di perfettamente imbarazzante. E volete sapere perché? Scopritelo in questa nuova recensione. PS: nel frattempo io vado a farmi un passato di verdure.
TRAMA
La storia ci vede nei panni di una piccola rapa di nome Rapetto che vive a Verduropoli, una città pacifica abitata da degli ortaggi. Purtroppo le cose non vanno affatto bene per lui. Infatti da poco il nostro eroe ha perso la sua serra perché non ha pagato una grande quantità di debiti. Tuttavia il sindaco Cipolla, colui che è capo della città, decide di renderlo un suo fattorino e di affidargli delle mansioni da svolgere. Così il nostro eroe dovrà darsi da fare per riavere indietro la sua casuccia confiscata dal governo.
A causa dell’ atmosfera che pervade il titolo, un ingenuo potrebbe pensare di trovarsi di fronte a un titoletto dai pretesti narrativi non proprio così complessi. E così lo è, ma quel che non sapete è che dietro c’è tutto un teatrino di marionette fondato su un’ unica cosa: l’umorismo. Pian piano che andrete avanti, vi troverete di fronte a tanti momenti comici che vi divertiranno a seconda dell’ occasione.
Tutta roba che, come già detto, si basa sullo sfrutto dei fenomeni d’ Internet. E non sto scherzando: nel corso delle mie avventure, mi è addirittura capitato d’imbattermi in una ciliegia con un viso che ricorda lo stile adottato per i personaggi de Le Bizzarre Avventure di Jojo. Una roba che mi ha fatto dire…. “NANI?!!!”. E sì. Lo so che questa frase proviene da Ken il Guerriero, ma purtroppo non ho resistito.
In particolare, ognuno di loro ha qualcosa da dire e molto spesso loro finiscono, persino, per rispondere alle nostre azioni o, addirittura, per prendere in giro il sindaco, il quale viene considerato da molti un governatore corrotto. Il tutto con dei dialoghi scritti in un modo eccezionale.
Eppure, nonostante tutte le risate che mi sono fatto dall’ inizio alla fine con questo titolo, c’è una cosa che mi sarebbe piaciuta vedere: un briciolo di personalità nei personaggi. Sia chiaro: pur sempre parliamo di un videogioco, ma molti ortaggi, pur essendo bizzarri e, talvolta, ironici, molto spesso si rivelano delle semplici macchiette. In pratica i soliti NPC che ci serviranno per compiere varie missioni o per ottenere qualche oggetto.
Ma vabbé… Dopotutto non è questo quel che conta in un gioco come questo. Come già detto mille volte nelle mie recensioni, l’importante è il fattore della giocabilità. Perciò parliamone con calma.
GAMEPLAY
Sul lato del gameplay, Turnip Boy Commits Tax Evasion si presenta come un gioco di avventura pieno di enigmi e imprese. Lo scopo del nostro personaggio è quello di avventurarci in delle zone fitte e misteriose e di affrontare dei boss situati all’ interno di alcuni dungeons.
Qualcosa che, sotto un certo aspetto, vi ricorderà tanto i giochi in 2D della serie di The Legend of Zelda, ma tenete presente che non potete andare dappertutto nelle prime fasi di gioco. Infatti, per accedere a certe aree, dovete per forza portare a termine le missioni datevi dal sindaco.
Una cosa che si dimostrerà per alcuni una seccatura, ma che vi permetterà, dopotutto, di avere una prima idea sui minigiochi dei dungeons. Parlando di quest’ultimi, si presentano, a volte, come delle fattorie o come delle catapecchie di campagna e sono i luoghi dove si cela quasi sempre la roba che vi servirà per soddisfare le esigenze del governatore.
Per esplorarli e arrivare fino al boss, bisognerà affrontare dei minigiochi semplici, ma, pur sempre, intuitivi. In particolare, non potete affrontarli se non siete ancora in possesso di certi oggetti. Quindi esplorate. Lasciatevi prendere dalla voglia di andare in giro e di sperimentare.
Una cosa molto interessante, anche se sul lato esplorativo sarebbe stata necessaria la presenza di una mappa. E sia chiaro: ciò non vale solo per i dungeons, ma anche per l’ open world. Un vero peccato.
“Lollo. Hai parlato di oggetti?”. Sì, perché Rapetto ne può usare vari nel corso dei suoi viaggi. Tuttavia solo alcuni tra questi sono equipaggiabili, come il suo annaffiatoio e la sua spada di legno. Tutti gli altri, invece, dovranno essere usati compiendo determinate azioni nel gioco. Per fare un esempio, lo sgabello andrà usato solo se si è davanti a qualche abitazione dalle scale del portico distrutte.
Inoltre, così come questi strumenti, il piccolino può anche indossare svariati dei cappelli di diverso tipo. Dei copricapi che hanno nel gioco solo una funzione decorativa, ma che possono di certo piacervi (in base ai gusti ovviamente). Facciamo l’esempio della coroncina o del cappello di paglia floreale. Tutti e due possono essere ottenuti svolgendo due missioni secondarie.
Nella prima tra queste dovremo inviare una lettera d’amore di una mora bluastra a una dolce carota, mentre la seconda ci farà guadagnare le simpatie di una youtuber popolare che, fino al nostro arrivo, non riusciva a fare i suoi video su Forkfight a causa della presenza di un grosso e rumoroso maiale.
E, a proposito di missioni secondarie,… Ce ne sono diverse nel gioco e andranno svolte per gli NPC per ricevere dei documenti fiscali da strappare. Infatti scopriremo pian piano che andremo avanti che il nostro paffutissimo cucciolo cerca di smantellare l’amministrazione del governo e, al tempo stesso, di cancellare le prove dei suoi debiti
.
Quindi non è strano trovarsi a strappare delle cartacce che ci dichiarano colpevoli e che si trovano in giro per la foresta vicina alla città.
Tuttavia c’è anche da considerare una cosa: ma esattamente quanto è lungo il gioco? Beh… Preparatevi perché ne rimarrete delusi. Il gioco è troppo corto. Almeno dal punto di vista della storia. Non c’ è un alto livello di rigiocabilità e le uniche cose che vi ritroverete a fare dopo aver battuto il boss finale sono le missioni secondarie. Quanto meno, però, v’interesserà sapere che la vostra avventura si chiuderà con dei finali diversi, ognuno dei quali dipenderà dal compimento di certe azioni. Quindi, se volete sapere come andranno a finire realmente le cose per Rapetto, non vi resta che giocare un po’ di più.
Inoltre, per quanto riguarda la difficoltà, Turnip Boy Commits Tax Evasion si presenta come un gioco dalla semplicità pura. Infatti, come ribadito dagli sviluppatori nelle impostazioni, il gioco è stato concepito per essere giocato da tutti, ragion per cui sia i combattimenti che gli enigmi non vi faranno troppo sudare.
Fin qui nulla di male considerando che il livello di sfida dipende sempre dalle decisioni dello sviluppatore. Però il problema è che non capisco a che serva la God Mode, una modalità che si aggiunge a quella regolare.
Sia chiaro: non stiamo parlando di un gioco difficile. A me, che ho giocato con il livello di sfida preimpostato, mi è capitato di morire per buona parte delle mie partite solo due volte perché i danni nel gioco non sono troppo eccessivi. Quindi, se non si perde per molte volte, che senso ha creare una modalità in cui il personaggio non riceve alcun danno dai nemici? Gli stessi nemici che lui può uccidere con pochissimi colpi? È qualcosa che non riesco a capire. Ma vabbé….
COMPARTO TECNICO
E, infine, eccoci arrivati all’ ultima parte di questa recensione: quella relativa alla grafica e all’ audio di Turnip Boy. Innanzitutto parto dicendo che lo stile usato per il gioco in sé è quello a 16 bit, anche se i personaggi, durante i dialoghi, appaiono così come vengono rappresentati negli artwork ufficiali degli sviluppatori. In particolare gli ortaggi appaiono kawaii, vivaci e ben differenziati.
Tuttavia mi sarebbe piaciuto vedere ancora più nemici, ma questo, sia chiaro, è solo qualcosa di soggettivo. Invece, per quanto riguarda le ambientazioni, beh….. Per carità: non risultano spoglie e sono belle da vedere, ma, sinceramente, mi sarei aspettato di meglio sul lato dei dettagli. Certo. Pur sempre parliamo di un gioco a 16 bit, ma il fatto è che il già citato Stardew Valley, anch’esso con questo stile retrò, aveva degli stage più dettagliati di questi. Ma dopotutto parliamo di un gioco creato da un’ azienda neonata. Quindi ciò spiega la loro semplicità.
Almeno i colori usati sono molto brillanti e permettono di distinguere qualsiasi elemento mostrato a schermo. In particolare, l’uso del verde e del marrone si abbina molto bene al rosso e al blu usato per alcuni personaggi e, quindi, ciò aiuta quest’ ultimi a distinguersi tra la vegetazione. Per il resto, il gioco non sembra dare dei problemi in termini di animazioni. Risulta tutto fluido senza alcun rallentamento.
Poi le musiche non saranno chissà cosa, ma cercano di fare il loro lavoro non risultando mai ripetitive. Stessa cosa per gli effetti sonori, alcuni tra i quali, guarda un po’, mi sembrano ricordare quelli di Rogue Heroes, un altro tra i tanti giochi che ho recensito.
Tra l’altro, il gioco è tradotto in varie lingue, tra le quali figura anche l’italiano. Un italiano, se vogliamo dirlo, buono, ma non perfetto. Questo perché mi è capitato spesso d’ incapparmi in alcuni errori tipo “salve ed esci”. (??!) .
VERDETTO
Nel complesso, Turnip Boy Commits Tax Evasion si dimostra un titolo molto piacevole da giocare. Certo. Non aspettatevi chissà quale capolavoro, ma i suoi enigmi e il suo umorismo potrebbero, di certo, affascinarvi. Tuttavia tenete in considerazione che, se vi aspettate delle sfide, non fa per voi.
E ora… Snooky Kazoo. Sei pronta per il sequel? Ci metterai il multiplayer? Qua non c’è purtroppo, ma credo che in un secondo capitolo possa starci benissimo. Vi auguro il meglio, miei cari.
Turnip Boy Commits Tax Evasion lo trovi sull’eShop Nintendo al prezzo di 14.99 qui.