The Bridge Curse Road To Salvation – Incubo orientale – Recensione
The Bridge Curse Road To Salvation – Incubo orientale – Recensione
The Bridge Curse Road To Salvation e il nuovo titolo sviluppato da Softstar Entertainment disponibile dal 24 agosto su Steam è arrivato il 30 agosto anche su PS5 e Nintendo Switch. E’ l’adattamento videoludico dell’omonimo film uscito nel 2020
Gli horror nipponici sono stati sempre al centro dell’attenzione, spingendo centinaia di persone a farsi terrorizzare da atmosfere cupe e storie misteriose di fantasmi, sia per quanto riguarda il mondo del cinema, tra cui possiamo ricordare The Ring, The Grudge e Ju-on.
E sia per quanto riguarda il mondo videoludico, con esponenti del calibro di Forbidden siren, Project zero e Clocktower.
E proprio da questi titoli che The Bridge Curse Road To Salvation trae ispirazione.
Storia
Sei studenti universitari decidono di eseguire un rito per risvegliare lo spirito di una donna, protagonista di una delle leggende metropolitane che riecheggiano nel campus. Così eseguono il rituale sul ponte con l’intento di filmarlo e pubblicarlo in rete.
Le cose non vanno esattamente come sperato e lo spirito della donna si risveglia sul serio, dando così inizio alle vicende del gioco.
L’incipit della storia è semplice ma allo stesso tempo avvincente, è la classica storia da teen movie che risulta sempre un pò scontata ma allo stesso tempo ci incuriosisce, insomma interessante quanto basta per spingerci ad proseguire la nostra avventura.
Gameplay
Per quanto riguarda il gameplay siamo di fronte ad un’avventura in prima persona dove interpreteremo i sei personaggi protagonisti e dove vivremo l’avventura sotto gli occhi di ognuno.
Ogni capitolo inizia con un personaggio diverso, la storia si intreccia fra i vari personaggi ed è raccontato oltre che con i filmati in grafica di gioco, anche con diversi collezionabili da scoprire.
Il gioco è una sorta di Walking simulator con qualche semplice enigma da risolvere. Ci troveremo ad esempio a dover entrare in un porta comandata elettricamente, ma sfortunatamente è andato perso il fusibile. Cosi una volta andati alla ricerca del fusibile e una volta installato correttamente dovremmo allineare i contatti del circuito per far passare la corrente, risolvere l’enigma e quindi aprire la porta.
Ci saranno poi degli enigmi a tempo, dove ad esempio dovremmo cercare delle bambole, facendoci guidare da un indicatore di suono prima che il tempo scada e quindi di essere aggrediti ed arrivare al game over.
Infatti come anche in Outlast, non avremmo la possibilità di difenderci dalle apparizioni, non avremmo infatti nessun tipo di arma. L’unico modo per sopravvivere sarà quello di scappare. A volte avremmo a disposizione dei bagno o degli armadietti in cui potremmo nasconderci.
Questa soluzione potrebbe scoraggiare alcuni giocatori visto che capita spesso di dover rifare molte volte le stesse sezioni di gioco. Allo stesso tempo, la possibilità di non potersi difendere aumenta sicuramente lo stato d’ansia che si avverte nel gioco.
Pronto! Chi parla?!
Nel gioco non è presente né una mappa né un inventario. L’unica cosa che avremo a disposizione sarà il nostro cellulare che potremmo visualizzare premendo il tasto triangolo. Qui avremmo la lista messaggi che fungerà da recap della storia ed eventuali cose da fare. Ci sarà poi una sorta di inventario con gli strumenti che ci serviranno durante il gioco.
Molto curata la personalizzazione di ogni cellulare. In base a quale dei 6 personaggi interpreteremo nel capito, anche questo sarà diverso sia per modello che per sfondo e suoneria.
Ovviamente come da tradizione per un horror non possono certo mancare i jump scare, anche se non sempre li abbiamo trovati azzeccati, difficilmente sono riusciti a farci saltare dalla sedia, segno che il jump scare non ha funzionato, o perché sono abbastanza prevedibili, o perché magari non riescono ad essere abbastanza originali.
Grafica
Il gioco sfrutta l’Ureal Engine e per essere un indie su PS5 risulta abbastanza piacevole.
Le atmosfere sono la parte più riuscita della produzione. Anche l’illuminazione delle superficie è molto curata. Un po’ meno curati sono i modelli poligonali dei personaggi che sono un pò legnosi nei movimenti e poco realistici. Capelli e vestiti poi potevano essere fatti meglio, soprattutto perché ci troviamo su nextgen.
Audio e localizzazione
Buono anche il lavoro fatto a livello audio con effetti e musiche sempre in linea con l’atmosfera. Anche il doppiaggio in lingua inglese, nonostante si sia visto di meglio, non risulta particolarmente fuori sincrono o poco credibile.
Ma veniamo alla vera nota negativa. Purtroppo il gioco non è localizzato in italiano, nemmeno per quanto riguarda i sottotitoli! Questo potrebbe scoraggiare i giocatori che non hanno una buona dimestichezza della lingua inglese. Anche perché per comprendere al meglio la storia, bisogna comprendere i documenti che troveremo sparsi nel gioco.
Anche per procedere abbiamo bisogno di capire gli indizi che il gioco ci fornisce. E’ un vero peccato limitare il gioco in questo modo. Speriamo che magari con un futuro aggiornamento, arrivi pure la lingua Italiana.
In conclusione
Quindi concludendo com’è The Bridge Curse Road To Salvation?
Ci troviamo di fronte ad un’avventura horror semplice e lineare, nulla di innovativo ma resta comunque piacevole da giocare. La storia è interessante e alcuni enigmi stimolanti. Graficamente curato e con un buon sonoro. Peccato per la mancata localizzazione in italiano.
Per quanto riguarda la durata, questa si attesta sulle 4-6 ore.
Se siete appassionati del genere e se non avete problemi con li lingua inglese risulta un gioco piacevole da giocare e con qualche spunto interessante.
The Bridge Curse Road To Salvation – Incubo orientale – Recensione