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Miyamoto parla del rapporto dei suoi figli con i videogiochi.

Miyamoto parla del rapporto dei suoi figli con i videogiochi.

 

Durante l’ ultima intervista sottopostagli da The New YorkerShigeru Miyamoto ha rivelato alcune curiosità.

In particolare, anche se lui ha sempre lavorato per Nintendo, ha anche giocato a dei titoli SEGA che giocavano i suoi figli  da piccoli (es. Harrier, Out Run..).

Tutto ciò per imparare e impegnarsi di più nella progettazione di videogiochi.

Soprattutto il maestro ha toccato la questione del rapporto che ci dev’essere tra i figli e i loro videogiochi.

Ecco cosa ha commentato al riguardo.

 

IL COMMENTO DI MIYAMOTO

 

I bambini si sentono come se non potessero smettere di giocare perché il loro gioco è troppo divertente..  è qualcosa che posso capire e con cui simpatizzo.

È importante che i genitori giochino ai giochi dei loro piccoli per capire perché loro non possono smettere di giocare finché, ad esempio, non arrivano al successivo punto di salvataggio.

Per quanto riguarda i miei figli, sono stato fortunato perché hanno sempre avuto un buon rapporto con i videogiochi. Non ho mai dovuto limitarli o privarli di qualcosa.

È importante notare che, nella nostra famiglia, tutte le console videoludiche appartenevano a me e i bambini hanno capito che le stavano prendendo in prestito.

Se non rispettavano le regole, allora sapevano benissimo che avrei potuto semplicemente sottrargli la console (eh eh!).

Quando, però, fuori faceva bel tempo, li incoraggiavo sempre a giocare all’ aperto.

Ora… l’altro giorno, ho avuto la possibilità di giocare con mio nipote. Stava giocando a Captain Toad di Nintendo e i suoi occhi brillavano; era troppo coinvolto in quell’ esperienza di gioco.

Così ho potuto vedere come un genitore potrebbe essere preoccupato di quanto il loro bambino possa essere immerso in un gioco.

Tuttavia, quando progetto il mio gioco, voglio sempre incoraggiare una relazione tra un genitore e un figlio che sia fondamentalmente sana.

Stavo aiutando mio nipote a navigare nel mondo 3D all’interno del gioco e ho potuto vedere come questo bambino di cinque anni ne sia riuscito a percepire la struttura nel suo cervelletto.

Ho pensato che questo potrebbe aiutarlo anche nella crescita.

 

Fonte

Lorenzo Barbaro

Un giocatore avellinese incallito di classe '99. Amo giocare tutti i tipi di videogiochi (specialmente quelli hardcore). Ho iniziato a giocare tra il 2005 e il 2006. Sia i videogiochi che l'archeologia sono le mie passioni. 😊