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Lunistice – Una simpatica tanuki indecisa- Recensione

Lunistice - Una simpatica tanuki indecisa- Recensione

Così potremmo definire il nuovo indie dello svilluppatore A Grumpy fox, distribuito da Deck13 questo 10 novembre su Nintendo switch e pc. Un gioco dai sapori retró, con quel fascino grafico, epoca ps1 che purtoppo si perde in una macchia di colori, senza trarre davvero un’identità marcata.


Storia

Ebbene sì , ci ritroveremo nei panni di Hana, una simpatica tanuki di pochissime parole, che dopo un disastroso evento chiamato moonfall, si ritrova a dover fuggire dai propri sogni frammentati, monitorata da una fittizia dottoressa la quale ha già smarrito in questi mondi onirici, diverse creature. Ma ahimè, la trama si dimostra completamente assente dal punto di vista descrittivo se non per alcuni registri testuali sparsi per i vari livelli di gioco. Il che complica parecchio la corretta interpretazione della trama rendendo tedioso lo scoprire la verità.


Gameplay

Il gioco si presenta sotto una veste molto platform, con alcune divertenti sessioni di rush, stile sonic; ma non è tutto poiché la dolce creatura, troverà all’interno di questi coloratissimi livelli dei piccoli antagonisti antropomorfi che somigliano vagamente a degli yokai dato che lo stile generale, verte sulla leggenda nipponica. Avremo svariate possibilità di attaccare e sconfiggere in un sol colpo questi nemici, con attacchi in avvitamento stile crash bandicoot, a cui credo sia un chiaro riferimento artistico.

I livelli (15 in totale su 7 ambientazioni principali) si dipaneranno in maniera molto lineare e privi di sfide realmente serie, tanto che il gioco sembra non volerci mettere più di tanto alla prova, dato che ogni morte, non inciderà negativamente sulla nostra partita poiché andranno a peggiorare, soltanto le votazioni postgame regolate dai parametri di raccolta oggetti, morti totali e tempo impiegato. Le votazioni partiranno da S fino ad arrivare ad una D in caso di risultati pessimi.

Avremo la sensazione che i comandi siano molto precisi, poiché Hana correrà in maniera molto controllata a dispetto della velocità assunta, anche se la telecamera non funziona sempre per il meglio e dopo alcune evoluzioni aeree, si rischia inevitabilmente di cadere giù, ripetendo più e più volte una parte di livello ricominciando dal check point più vicino, indicato da un arco torii con delle lanterne illuminate.

Andando avanti avremo la possibilità di raccogliere collezionabili a forma di origami e le 4 lettere del nome di Hana sparsi qui e lì per ogni bioma, impresa che abbandoneremo molto presto, data la crescente tediosità di alcuni livelli frustranti e poco vari in fatto di originalità.

Spesso e volentieri ci verranno posti dei bivi da interpretare come possibile percorso principale o semplicemente una via alternativa per accumulare collezionabili che terranno poco più alta la sfida per i giocatori che amano il completismo.

Il gioco presenta 2 finali, il cui ultimo potrà essere sbloccato ottenendo tutti gli strumenti di gioco. Tra doppi, tripli salti, piroette e strane morti alla super Mario, tralasceremo il fatto di dover tenere conto che la protagonista possiede una barra vitale di sole tre tacche, arrivando al finale, con parecchio amaro in bocca per via di tante imperfezioni che abbasseranno tantissimo la longevità generale di gioco, visto che vivendolo in maniera rilassata, basta una manciata di ore per portare tutto a termine.


Grafica

Lo stile dei livelli è pittoresco, colorato e retró, ogni livello con la sua identità e il suo carisma, ma a volte i colori troppo accesi rendono l’esperienza disturbante e stufante sui lunghi tempi. Il design dei nemici è blando, sottotono e con un chè di infantile, cosa che sicuramente sarà ben gradita da un pubblico di età minore, a discapito dei puristi della prestazione visiva.


Sonoro

Le musiche sono carine ma non colpiscono. Fanno sorridere e di tanto in tanto canticchiare ma sono facilmente dimenticabili. Restano orecchiabili ma non sanno coinvolgere come dovrebbero in una categoria dove il sonoro dovrebbe essere coinvolgente per stemperare i ritmi pesanti di platforming.


Conclusione

Portando a termine il titolo ho sempre avuto la sensazione che per tutto il tempo abbia dei grossi problemi sostanziali di varietà e coinvolgimento. Per quanto risulti godibile agli occhi, tanto più si perde in una nuvola confusa che strizza l’occhiolino solo al mood di una partita occasionale e svogliata.
Il gioco non cerca di motivare a rigiocare i livelli per migliorare le proprie statistiche pesonali.

seppur con l’aggiunta di qualche collezionabile in più, lo sforzo viene smorzato dal ritmo piatto e poco coinvolgente. Inoltre le sessioni rush introdotte per spezzare le scorribande platforming tra pedane a scomparsa, bizzarri tappetini elastici e teletrasporti in bolle d’acqua, non convincono pienamente.

Spesso ci sono delle scene totalmente automatizzate che gestiscono il personaggio in evoluzioni più cinematiche, ritrovandoci a guardare, magari azioni che avremmo voluto eseguire manualmente.

Qualche livello a fine gioco risulta tediante per la poca precisione infusa su alcuni percorsi che ci obbligheranno inevitabilmente a rigiocare intere sezioni di livello senza però, perdere alcun progresso.

La storia stretta a poche righe di dialogo, risulta forse la più grande mancanza in un’idea che sarebbe potuta sbocciare meglio.

 

 

Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.