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Tactis Ogre: Reborn – Recensione di un capolavoro d’altri tempi

Le volontà di Square Enix erano ben chiare sin da subito, ossia proporre un capolavoro di enorme portata ludica al massimo della sua forma. Parliamo di Tactis Ogre tattico a turni o per meglio dire, il padre dei JRPG tattici a turni di stampo fantasy come Final Fntasy Tactis.

Tactis Ogre originariamente sviluppato da Quest, uscì per Nintendo Entertainment System (SNES o Super Nintendo) uscito il 6 ottobre 1995 in esclusiva per il pubblicco nipponico. Ebbe l’anno successivo una riedizione per SEGA Saturn e solo nel 1997, con il porting per la prima PlayStation il titolo arrivò in occidente ma senza toccare l’Europa. Per vederlo sugli scaffali nostrani abbiamo atteso il 25 febbraio 2011 nella sua versione remastered di Square Enix per PlayStation Portable (PSP) Tactis Ogre: Let Us Cling Together.

Arriviamo ai giorni d’oggi dove abbiamo avuto l’onore di poter mettere nuovamente le mani sul titolo nella sua versione totalmente riproposta ossia Tactis Ogre: Reborn. Vogliamo premettere che abbiamo giocato la versione giapponese del titolo che ci ha gentilmente fornito Square Enix Japan, approfittiamo dunque per ringraziare tutto il team di sviluppo e marketing per la gentilezza. Non sappiamo dunque se le versioni U. S. e PAL abbiano subito censure di qualche tipo o cambiamenti nel corso della pubblicazione.

Anche se la saga di Tactis Ogre è formata da tre episodi principali e due spin-off, vogliamo rassicurarvi del fatto che Tactis Ogre: Reborn può essere goduto al massimo senza aver giocato gli altri capitoli della saga e senza aver alcuna infarinatura sull’universo narrativo di quest’opera. Riuscendo quindi a essere approcciabile anche nei confronti di chi non si è mai avvicinato al brand di Yasumi Matsuno.

FUOCO, SANGUE, CENERI E ACCIAIO

La storia che caratterizza Tactis Ogre è estremamente politica, il mistero del complotto di tipo governativo fatto di tradimenti e alleanze che orbita intorno alle gesta di Denam Pavel e di sua sorella, insorgono in una rivolta per riprendersi il regno di Valeria dagli invasori è qualcosa di estremamente affascinante, riuscendo a coinvolgere emotivamente il giocatore e immergerlo in una trama degna di un Kolossal letterario. Chi ha giocato titoli come Final Fantasy Tactis, Triangle Strategy ma anche il più classico Fire Emblem sarà sicuramente più a suo agio con il tipo di costruzione narrativa, dato che questi titoli hanno non solo un sistema di gioco simile ma anche un modo di raccontarsi analogo.

Le scelte che intraprenderà il giocatore saranno cruciali per lo svolgimento del canovaccio, Tactis Ogre: Reborn presenta una struttura narrativa non lineare, garantendo così una campagna molto personale in base al metodo di approccio del fruitore. Viene da se che il titolo proprio grazie a questa caratteristica è estremamente rigiocabile, dando quindi un punto di vista e pezzi di storia aggiuntivi in caso si vada a scegliere opzioni diverse nelle run future. Missioni, intermezzi, finali e personaggi, subiscono radicali cambiamenti in base a come il giocatore è arrivato in tal punto e che strada ha deciso di intraprendere.

Una narrazione maestosa, solenne e coinvolgente che sa addirittura cambiare in base alle esigenze dello stesso player. Tactis Ogre: Reborn riesce davvero a essere un titolo estremamente attuale anche nelle battute finali del 2022

UN RESTYLING DI CLASSE

Square Enix non ha voluto strafare a livello grafico, ha quindi preferito rimanere sullo stile classico del titolo con un grandissimo feeling retro, anche per garantire un’esperienza quanto più rispettosa all’opera originale. Tuttavia si va a perdere un po’ di quella che è la magnificenza dell’art direction di un mostro sacro come Yoshida attraverso la pixel art vecchia scuola, però di certo non si può biasimare una scelta stilistica che tende a essere così fedele a un capolavoro e caposaldo del genere come Tactis Ogre.

Si è ancora purtroppo lontani anche dall’impatto visivo di opere come Triangle Strategy, Tactis Ogre si mostra al giocatore così com’è, nudo e crudo fatta eccezione con alcune migliorie di pulizia grafica soprattutto degli sfondi e una risoluzione in alta definizione. Diverse imperfezioni grafiche (nella versione PlayStation 5) saltano un po’ all’occhio, nulla che comprometta l’esperienza, sia chiaro ma di certo non possiamo non tenerne conto.

A livello sonoro Tactis Ogre raggiunge livelli altissimi, questo grazie alla fastosa colonna sonora riorchestrata e riarrangiata dal Maestro Hitoshi Sakimoto, che di recente abbiamo intervistato per voi (la video intervista la troverete presto sul nostro canale YouTube) e dal team di Basiscape che teniamo a salutare e ringraziare. La colonna sonora quaranta brani, cinque tra questi inediti. Insomma il lavoro del Maestro Sakimoto e del suo studio Basiscape è stato davvero imponente, magistrale e di enorme impatto.

Questa nuova edizione presenta un doppiaggio completamente in lingua inglese che, sicuramente aiuterà i fruitori di questo titolo a immergersi ancor di più nelle atmosfere in game. Ciò che invece ci ha fatto storcere il naso è la completa assenza della lingua italiana, di certo avrebbe favorito l’avvicinarsi di un pubblico maggiore a questo tipo di esperienze e, magari, Tactis Ogre sarebbe potuto diventare un brand più aperto nei confronti di tipologie diverse di giocatori.

SI VOLTA PAGINA, MA NON TROPPO

Le basi delle meccaniche di gioco, rimangono più o meno le stesse rispetto all’opera originale ma ci sono diverse migliorie volte a “svecchiare” un po’ il gameplay. Nonostante il party e il loro equipaggiamento si basino su un corposo sistema di classi, in questa riedizione, passare di classe in classe non prevede la perdita di livello favorendo una netta fluidità. Questo offre al giocatore l’opportunità di personalizzare ancor più nel dettaglio la formazione dei personaggi giocabili e le strategie della squadra.

Il giocatore inoltre può salvare negli appositi slot diverse configurazioni del tem di eroi e approfittare della modalità addestramento per testare il comportamento di quest’ultimi oltre che, naturalmente, allenare i membri della squadra settando addirittura la IA del gioco.

 

Non mancano nemmeno le missioni secondarie facoltative, che garantiscono ai nostri beniamini punti esperienza in più e l’incremento di statistiche specifiche a personaggi specifici. L’intelligenza artificiale è completamente stata riscritta dal team di Square Enix garantendo una curva di difficoltà estremamente approcciabile ed equa, mai eccessivamente punitiva, questo vale sia nei confronti dei personaggi avversari che quelli del nostro team.

Insomma anche rispetto alla sua versione PSP Tactis Ogre: Let Us Cling Together, Tactis Ogre: Reborn rimane estremamente più bilanciato, offrendo un’esperienza svecchiata, fresca ed estremamente fedele a quella originale ideata da Matsuno e, molto probabilmente, Square Enix ha lanciato in commercio la versione migliore di sempre di questo titolo.

CONCLUSIONI

Tactis Ogre: Reborn è davvero un classico che ritorna in auge più informa che mai, un lavoro maniacale da parte di diverse realtà come Square Enix per quanto riguarda la parte tecnica e Basiscape con Sakimoto per ciò che concerne l’immersione sonora e musicale. Questa versione del titolo è pregevole di ottima manifattura e secondo noi, deve assolutamente essere giocato anche dai meno avvezzi al genere. Purtroppo la grossa nota dolente è l’assenza della lingua italiana che, avrebbe potuto far appassionare e avvicinare un sostanzioso numero di videogiocatori nostrani. Tactis Ogre: Reborn è un grande titolo che siamo sicuri riuscirà a stregare anche il vostro cuore.

Intanto, noi di NextPlayer.it vi diamo appuntamento alla videointervista del Maestro Sakimoto e del compositore di Bsiscape Richter dopo le festività.