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Recensione: Pressure Overdrive

Breve Introduzione
Ed eccoci qui a parlare dell’ennesimo esponente del panorama indie: un titolo concepito dalle menti di Chasing Charrots, casa di sviluppo Tedesca autrice dell’omonimo Pressure già uscito nel 2013. Riuscirà questa nuova edizione riveduta e corretta ( denominata per l’appunto, Overdrive) a far breccia nei cuori di noi videogiocatori? Scopriamolo insieme…
Un po’ di trama…
Era una mattina come tante altre quando il nostro protagonista ancora in preda al torpore mattutino, decide di tuffarsi in acqua con addosso il proprio salvagente preferito, salvo poi rendersi conto che il tuffo non è stato altro che una triste caduta su terra ferma! Il motivo?! È presto detto! Il cattivone di turno aveva prosciugato tutta l’acqua, allo scopo di costruirsi un’impero commerciale basato su di essa. Tsk… Intendiamoci, Non che il fulcro del titolo sia chissà quale trama elaborata, Tutt’altro! essa funge piuttosto da “apripista” giusto per catapultare il giocatore nel cuore dell’azione!

Gameplay
Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad uno shoot’em up a scorrimento orizzontale “mascherato” da racing game. Una volta entrati a bordo del nostro veicolo a quattro ruote, per l’appunto: una buggy armata di mitragliatrice (inizialmente sarà l’unica arma disponibile) dovremmo farci largo lungo gli stage dalla difficoltà crescente sparando a tutto ciò che si muove; difatti, l’obbiettivo del gioco sarà quello di arrivare a fine stage abbattendo quanti più nemici possibili, al fine di ricevere la migliore valutazione disponibile. Al fronte di un sistema di upgrade sorprendentemente vario che prevede l’acquisto di armi, trappole, telai per carrozzerie, e potenziamenti vari; dovremmo fari i conti con un altrettanto sistema di economia di gioco davvero lento: il danaro ricevuto a fine stage sarà veramente esiguo, dunque saremmo costretti a ripetere i livelli con una certa frequenza, inalzando come conseguenza l’asticella della ripetivita’.

Grafica e sonoro
Graficamente il gioco si presenta bene con una palette di colori accesa e scenari ben caratterizzati tra loro, anche sul fronte delle location non c’è da lamentarsi, la varietà è sempre alta, e nello scorrere dell’azione potremmo passare da zone in mezzo alla natura a interni di un castello, stazioni ferroviarie e miniere; spesso gli ambienti avranno componenti distruttibili come strutture di legno, barili o casse che però oltre a fungere da mero orpello decorativo, non andranno ad aggiungere un reale valore aggiuntivo ai livelli.
Sul fronte tecnico, la versione per Nintendo Switch da me provata mostrava una buona fluidità sia in modalità portatile che in modalità Dock, tuttavia è proprio in quest’ultima modalità che vengono alla luce magagne tecniche come un’aliasing più marcato e alcune texure poco dettagliate.
Nulla da segnalare per quanto concerne il sonoro, che ho trovato poco più che modesto, con motivetti tutto sommato dimenticabili. Buoni invece, gli effetti sonori, soprattutto quelli delle armi.


Longevità e considerazioni finali
Potenzialmente In ambito longevità, Pressure Overdrive non dovrebbe deludere: complice un discreto quantitativo di livelli dalla difficoltà crescente, che una buona varietà sia di nemici e location; il tutto “dovrebbe” bastare per mantenere alto l’interesse del giocatore fino al completamento del gioco. Ho scritto sopra “dovrebbe” perché alla luce dei fatti, l’eccessiva lentezza dell’economia di gioco legata al pochissimo denaro ricevuto al completamento degli stage (fondamentale per potenziare la buggy) renderebbe la progressione eccessivamente ripetitiva, il che rende l’ultima fatica dei Chasing Charrots decisamente non per tutti.

 


Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.