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A Void Hope – Una piccola perla in Pixel Art – Recensione

A Void Hope – Recensione

A Void Hope è un titolo indipendete che è stato sviluppato dal team Elden Pixels, un platform esplorativo con misteri da scoprire. La trama vi catturerà subito, la nostra mente si pone tante domande durante l’avventura… riuscirete a trovare le risposte?

La storia parte di una coppia formata da Gilda e Keegan, stanno progettando una vita insieme e tra i vari problemi di coppia si ritrovano anche in un’epedemia misteriosa. La gente si comporta in modo strano e si sparge la voce di uno strano virus sta infettando la città e Keegan propone di rifugiarsi in una capanna nel bosco, lontano da tutti, per evitare il contagio. La gente diventa prima strana e poi comincia a perdere la memoria fino a diventare una sorta di ombra simil zombie. I due però cominciano a litigare di continuo e presto si rendono conto che non ricordano nemmeno il perchè. Allora Gilda comincia a pensare che nemmeno li, nel bosco, è al sicuro e decide che bisogna trovre una cura al virus e quindi torna in città. Keegan la segue e quello che trovano non è quello che avevano lasciato, le persone sono strane e Keegan viene attaccano e si separa da Gilda.

Keegan si mette alla ricerca delle asua compagna e al tempo stesso della cura. C’è anche da dire che lui non ricorda nemmeno i momenti più importanti della loro relazione ne il suo volto. Gli interrogativi sono tanti… e rendono la storia ancora più interessante.

Gameplay

Il gameplay non è complicato ma è molto efficace, la formula funziona bene.  Dobbiamo saltare, spingere scatole, raggiungere nuove aree, aprire porte e trovaare chiavi per aprirle e trovarle il percorso da seguire. Inoltre dobbiamo raccogliere oggetti e ritrovare i ricordi perduti per ritrovare Gilda.
Abbiamo una serie di livelli consequenziali in cui dobbiamo proseguire per le varie strade della città risolvendo enigmi ambientali e non, esplorando tutto, ogni meandro e sopravvivendo agli infetti.  Gli infetti mutano e diventano una sorta di sagoma oscura, non vediamo ne come e ne perchè, fatto sta che ci inseguono sempre.

Iizialmente abbiamo splorato le periferie della città, esploriamo dei laboratori abbandonati per cercare qualsiasi cosa possa essere utile. Una delle prime cose che hoo trovato è stato il piede di porco, strumento utile per aprire le porte sbarrate e andare nelle aree inaccessibili. Mi sono spostato a piedi e con una sort di metro che ci consente di sorvolare la città e spostarci col viaggio rapido, Però prima di poterla utilizzare dobbiamo ottenere che sblocca questa opzione.

Uno degli strumenti che risulterà essenziale è la pistola, per respingere gli infetti anche se per poco. Quando spariamo agli infetti, quello che colpiamo si dissolve e dopo poco si ricompone nello stesso punto. Andiamo avanti sconfiggendo gli infetti ostili, spostando le piattaforme e risolvendo gli enigmi ambietali che incontriamo mano mano.

L’atmosfera che si respira in Void Hope è lugubre e angusta, le domande in sospeso senza srisposta ci accompagnan livello dopo livello, soprattutto quella sul dov’è finita Gilda e cosa ci sta nascondendo. Il mondo è meraviglioso da guardare e nasconde tanti oggetti da collezionare e segretu da svelare.

Tecnicamente parlando

Tecnicamente parlando è abbastanza sorprendente, la grafica in pixel art è stata ben curata anche nelle animazioni. I movimenti dei personaggi sono convincenti e dettagliati.

Il design dei personaggi non è niente di nuovo o particolare ma è piacevole e fa bene il suo dovere. Le creature ostili sono abbastanza inquietanti e riescono a dare la giusta tensione. Le persone sono diventate ombre macabre che si aggirano nel buio alla ricerva di vittime.
Il doppiaggio manca ma la musica fa il suo dovere al meglio, le tracce sono state ben collegate al gameplay. La colonna sonora è sublime, inquietante al punto giusto e appropriata.

Purtroppo ci sono dei bug di tanto in tanto, come un nemico che non si dissolve ma niente di invalidante per il gioco.

Conclusione

A Void Hope è un gioco in cui il team ha dimostrato impegno e volontà, racconta una storia con un comparto tecnico e grafico di tutto rispetto. Non possiamo non consigliarlo soprattutto agli appassionati del genere. Il team ha elaborato un’esperienza narrativa avvincente che ho adorato, soprattutto per gli ambienti oscuri e per l’atmosfera oscura.


Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.