NintendoRecensioneSwitch

Defunct – Recensione

“E’ al decimo posto dei giochi più venduti sull’e-shop Nintendo” così titolavano le classifiche quando, qualche tempo fa, i suoi programmatori ebbero l’idea di piazzarlo in saldo al 90%.
Ebbene sì, il motivo per cui questo piccolo titolo indipendente era riuscito a scalare la vetta della “top 10” era perchè il costo complessivo, al netto dello sconto, era esattamente 0,99 centesimi.
Ma qual’è il reale valore del gioco? Era fin troppo scontato quando costava meno di un caffè oppure vale i 14,99€ di adesso? Scopriamolo insieme.

Grafica e Audio

Solitamente nelle mie recensioni non parto mai dall’aspetto tecnico di un titolo, ma in questo caso va fatta un’eccezione. Il filmato introduttivo lascia i giocatori perplessi fin da subito: viene inquadrata la nave spaziale che trasporta il protagonista volare a bassa quota mentre lo sfondo alle sue spalle rimane fisso, come fosse un poster. L’effetto è quello di quando si muove un oggetto davanti a una fotografia: l’oggetto si sposta ma, di fatto, tutto ciò che gli è dietro no, rimane fermo. A coronare questa già alquanto scarsa animazione c’è il fatto che il filmato presenta un’unica traccia audio a volume talmente basso da risultare appena percettibile. Se prima del passaggio della nave si sentivano appena dei grilli frinire, non appena compare la grande massa volante il verso degli animali verrà brutalmente tagliato per lasciare spazio a quello dei motori che la spingono, come se il gioco non fosse in grado di reggere due effetti sonori contemporaneamente.Questi problemi legati al filmato introduttivo purtroppo sono un esempio di tutti quelli che troveremo in qualsiasi altra sequenza d’intermezzo: l’audio è sempre molto basso e graficamente i dettagli sono veramente troppo scarsi anche per essere un titolo indipendente.

Gameplay

Ok, a livello tecnico non ci siamo, ma il gameplay per lo meno funziona?

La risposta purtroppo è “nì” in quanto, anche qui, le cose non tornano del tutto. Il gioco è presentato come un platform “d’avventura” ma il genere è chiaramente ispirato al famosissimo porcospino blu della Sega. Il protagonista di Defunct infatti ha come caratteristica principale quella di muoversi molto velocemente e di trovare, in aggiunta alla sua velocità di base, dei boost in giro per il livello che gli permettono un’ulteriore spinta di velocità. Il gioco sembra andare quindi verso questa direzione: spingere il giocatore a finire il livello in meno tempo possibile, visto che alla fine di ciascuno di esso compare una classifica mondiale dei giocatori più rapidi nel portare a termine la partita.

Finisce qui ciò che Defunct ha da offrire? Verrebbe da rispondere “magari” in quanto le opzioni inserite in aggiunta peggiorano solamente l’esperienza di gioco. I livelli, a differenza dei vecchi Sonic, sono ambientati in una sorta di open world dove il protagonista può decidere di fare un minimo di esplorazione alla ricerca di alcuni collezionabili (i quali, fra l’altro, non hanno alcun legame con la storia che si sta giocando). Di per sé poteva essere anche una buona idea se non fosse che il giocatore è lasciato completamente solo all’interno di questi enormi livelli senza alcuna indicazione. In Defunct, infatti, non esiste una bussola, una mappa o qualsiasi altro oggetto simile: se il giocatore si allontana da quello che è a tutti gli effetti il “corridoio virtuale” principale si può ritrovare a girare per minuti interi in lande desolate senza sapere esattamente dove andare. E cosa succede quando l’esplorazione va oltre i limiti previsti dagli sviluppatori? Il robottino protagonista viene preso di forza e riportato all’interno del “corridoio virtuale” di cui prima, così, senza nessun “perchè” e senza nessun “ma io…”.
Insomma, se l’idea di creare un open world era venuta per permettere ai giocatori di esplorare il mondo allora dovevano gestire questa fase molto meglio, altrimenti tanto valeva lasciar perdere e concentrarsi unicamente sull’idea alla base del titolo.

Trama

Ho lasciato volontariamente la trama per ultima perchè, purtroppo, c’è molto poco da dire. Siamo in un futuro non ben precisato in cui esistono questi piccoli robot a bordo di enormi navi volanti dirette non si sa bene dove (il gioco non dice nulla a riguardo). Un giorno il nostro robottino cade inavvertitamente dalla nave madre e si ritrova solo sulla terra, con l’unico obiettivo di rincorrerla e potersi finalmente ricongiungere a lei.
Ecco, forse il modo in cui è rappresentata la Terra è l’unico aspetto completamente riuscito del titolo. Qualcuno ha associato il pianeta che si vede a quello presente nel film Wall-e: i mucchi di rottami sono ovunque e non sembra esserci più anima viva da nessuna parte. Tutto è apparentemente lasciato a sé stesso, in una sorta di situazione post apocalittica di cui sarebbe stato interessante saperne di più.

Conclusione

Come già detto in precedenza questo Defunct si prefigge di essere un titolo dal gameplay molto “di nicchia” e per questo va rispettato il coraggio dei suoi programmatori. Purtroppo però si rivela scadente sotto tutti i punti di vista, tanto che il prezzo in offerta che lo ha reso “famoso” sembra essere il reale valore del titolo.