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The Beast Inside – Recensione

 

The Beast Inside: Recensione

The Beast Inside è un videogioco survival horror ed investigativo in prima persona sviluppato e pubblicato da Illusion Ray Studio, una società indipendente polacca. Pubblicato su Steam il 17 ottobre 2019, il gioco è approdato in seguito su console.

Dal 29 novembre 2022 è disponibile su PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Su Switch, invece, è stato pubblicato di recente con un’ edizione di Ultimate Games. Il suo lancio è avvenuto il 31 ottobre 2024, ossia, guarda caso, durante il giorno della festa di Halloween.

Per l’occasione, abbiamo deciso di recensire il gioco per voi. Tramite quest’ analisi, vi mostreremo come questo titolo sia un prodotto imperdibile, valutandone i punti di forza e i limiti. Buona lettura.

 

TRAMA

La storia è ambientata nell’ anno 1979, quando la Guerra Fredda tra l’ URSS e gli Stati Uniti è ancora in corso. Adam è un cripto-analista della CIA che, per decifrare dei codici segreti in pace, decide di trasferirsi con la moglie Emma, rimasta incinta di lui, presso una casa di campagna.

Dopo essere arrivato nell’ abitazione, qualcosa di strano attira la sua attenzione. Parliamo delle pagine di un diario, trovato da Adam in soffitta e appartenuto in precedenza a Nicolas Hyde, un ex inquilino della casa vissuto la Guerra Civile del 1864.

A quell’ epoca egli era il figlio dell’ ex proprietario della dimora. Dopo la morte di quest’ ultimo, la mansione era diventata un luogo deserto, buio e infestato da forze inquietanti. Pian piano le storie di Adam e di Nicolas s’intrecceranno, mettendo in pericolo la vita del primo e di sua moglie.

Da qui emerge una trama articolata e con due filoni paralleli. La narrativa genera suspense e mette in mostra alcuni plot twist inaspettati. Ci sono vari cliché legati al genere horror, come il contesto della guerra festa o la classica casa infestata, ma, durante il gameplay,ci farete meno caso.

 

GAMEPLAY

Da un punto di vista ludico, la formula di gioco di The Beast Inside si diversifica in base al personaggio controllato dal giocatore. In alcune fasi, ambientate di giorno, bisognerà esplorare la casa del gioco nei panni di Adam.

Quest’ ultimo porta con sé il localizzatore quantico, un dispositivo dotato di uno schermo per il rilevamento di anomalie e di un sistema di esplosioni EMP. Ciò, però, non significa che avrete sempre il via libera, poiché alcuni percorsi sono bloccati.

Di conseguenza, si dovranno affrontare degli enigmi per trovare delle strade alternative. Tramite il suo localizzatore, Adam deve guardarsi intorno per trovare degli indizi nascosti che lasciano solo intuire quale sia la soluzione del rompicapo affrontato.

Al massimo egli potrà cercare di eliminare i disturbi delle interferenze e analizzare gli elementi scansionati durante la ricerca. Tuttavia un buon risultato nel gioco dipende solo dall’ interpretazione di chi lo controlla. Alcuni enigmi sono facili, mentre altri richiedono un po’ d’impegno.

In alcune situazioni potreste anche trovarvi costretti a tornare sui vostri passi o a svolgere un’ indagine più approfondita. Quindi, cercate di restare sempre attenti. Finora vi abbiamo descritto il lato investigativo della produzione, ossia quello più rilassante e più meditativo.

Eppure il vero terrore arriva quando i giocatori iniziano a controllare Nicolas. Tutte le parti del gioco legate a questo personaggio sono ambientate di notte e con pochissima illuminazione. Nicolas può portare con sé un limitato numero di candele e una lampada ad olio.

Quest’ ultima può essere utilizzata solo per un breve lasso di tempo. In seguito, bisognerà ricaricarla. Stavolta il vostro obiettivo sarà quello di sopravvivere all’ interno della casa. Qui girano dei nemici soprannaturali, che vi possono spaventare con tanti jumpscare, apparizioni e rumori inquietanti.

Pertanto dovrete darvi allo stealth e, soprattutto, dovrete scappare tantissimo. Nelle parti di Nicolas ci sono tante fasi d’inseguimento, che rendono il gameplay più teso. Inizialmente Nicolas non sarà armato. Solo a partire da un certo punto potrà difendersi tramite l’ uso di un fucile.

Nel complesso, gli stili di gioco offerti da The Beast Inside sono apprezzabili. Gli unici problemi che vanno segnalati sono due: il primo riguarda il modo in cui queste parti di gameplay si legano tra loro. Infatti alcuni momenti particolarmente tesi con Nicolas possono essere interrotti dagli enigmi di Adam.

Di conseguenza, ciò lascia spazio a dei cambi di approccio repentini. Il secondo problema, invece, è la durata dei caricamenti, che può sfiorare anche i 20 secondi. In ogni caso, il gioco si fa giocare e può durare al massimo dieci ore in base alle vostre abilità.

COMPARTO TECNICO

Sin dal lancio su PC, uno degli aspetti più lodati del gioco è stata la sua presentazione. Illusion Ray, per quanto sia attiva nel settore videoludico, ha cercato di mettere in campo tutte le sue competenze nell’ ambito della fotogrammetria tridimensionale.

Ciò spiega il livello molto curato delle ambientazioni ultra realistiche, cupe e dettagliate che potete ammirare sia durante il gameplay nudo e crudo che durante delle cutscene dalla buona gestione cinematografica.

Realizzate tramite il motore Unreal Engine 4, le location in sé sono meravigliose. Tuttavia ricordiamo che in questa recensione stiamo prendendo in esame la versione Switch. Eppure quest’ ultima, se confrontata con le precedenti edizioni del gioco, non ne esce fuori senza un tallone di Achille.

Questo problema è dovuto esclusivamente alle capacità del sistema hardware su cui gira. Per questa ragione il sistema di illuminazione è basico e alcuni effetti della risoluzione sono assenti. Inoltre alcuni asset sono stati rimossi e ciò è un gran peccato.

Per questa ragione, se vi aspettate il realismo prima menzionato, dovrete accontentarvi delle versioni PlayStation, PC e Xbox. In ogni caso gli sviluppatori hanno fatto il possibile per adattare The Beast Inside sulla console Nintendo.

I dettagli sono stati riprodotti con attenzione e i personaggi sono stati realizzati discretamente. La qualità del frame rate non è pari a quella delle versioni concorrenti, ma non genera troppo fastidio. La musica è molto immersiva e non è mai ripetitiva.

Si sente giusto in alcuni frangenti, ma viene quasi sempre sostituita dal silenzio, che riesce ad offrire al giocatore una buona esperienza riflessiva, ma anche orrorifica. Il gioco è doppiato discretamente in lingua inglese.

 

CONCLUSIONE

In conclusione, The Best Inside è un buon gioco che consigliamo a tutti voi di provare. Gli enigmi mettono a dura prova il giocatore e le parti horror sono realizzate magnificamente. Per la grafica si è dovuti scendere a dei drastici compromessi su Switch.

Eppure il lavoro maestrale dietro al design del gioco originale resta sempre tangibile e merita di essere lodato in quanto tale. Lo stesso discorso vale per l’alto livello di rigiocabilità e per l’ ottima trama.

 

https://www.youtube.com/watch?v=pls_nNdsTyU

Lorenzo Barbaro

Un giocatore avellinese incallito di classe '99. Amo giocare tutti i tipi di videogiochi (specialmente quelli hardcore). Ho iniziato a giocare tra il 2005 e il 2006. Sia i videogiochi che l'archeologia sono le mie passioni. 😊

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