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Song of Horror – Il carillon dell’orrore- Recensione

Song of Horror – Il carillon dell’orrore- Recensione

Song of Horror dello studio spagnolo Protocol Games pubblicato da Raiser Games. La trama è uno dei maggiori punti di forza del gioco, influenzata molto da alcuni grandi autori come Edgar Allan Poe. Infatti è ricca di colpi di scena e riuscirà ad incollare anche voi allo schermo fino alla fine. Peccato che non sia localizzato in italiano. Il gioco  approdò su PC  con cinque episodi diversi. Ora finalmente è approdato anche su PS4 con un’edizione completa di tutti gli episodi. 5 capitoli in tutto.

Di cosa si tratta

Ci troviamo nei panni di Daniel Noyer, un uomo con un passato pieno di alcool. L’uomo ha alle spalle un divorzio sofferto, dovuto per lo più al suo essere alcolizzato, riesce a rimettersi in carreggiata. Noyer lavora come assistente del curatore editoriale in una casa editrice di romanzi. All’improvviso il nostro protagonista riceve una telefonata dal suo capo, lo scrittore Huscher Sebastian non ha ancora consegnato il suo ultimo romanzo e sembra essere scomparso nel nulla. Il capo lo manda alla magione di famiglia per andare a controllare che fine avesse fatto lo scrittore. Noyer arriva sul posto e sin da subito capisce che c’è qualcosa di strano. La casa è completamente al buio, rumori inquietanti provengono dall’interno. All’interno della casa ci sono dei biglietti e delle lettere sparse ovunque con dei riferimenti ad un carillon che è stato regalato allo scrittore da un collega. Una porta della casa sembra essere totalmete fuori dal contesto della casa stessam totalmente diversa da tutto il resto della casa. Ed è proprio da quella porta che comincia la vera avventura!

Il nostro compito è proprio questo, scoprire cosa è accaduto. Pronti ad immergervi in una cupa storia violenta e raccapricciante al punto giusto? Io si!

Ed eccoci qua…

Non ho intenzione di spoilerare il gioco ma non posso non dirvi che una volta oltrepassata la porta, non si torna più indietro. Infatti la porta si sigilla alle nostre spalle mentre guardiamo una scena animata.  Da qui l’unica fonte di illuminazione sarà una torcia o la fiamma di una candela.

Armi? dimenticateveli, la nostra arma siamo noi stessi, bloccare la porta per non far passare l’entita; trattenere il fiato e cercare di non farci individuare dalle cieche e letali creature; nasconderci negli armadi ed evitare di farci catturare. Queste sono le nostre armi.

Gameplay

Il gioco ricorda molto alcuni giochi degli anni ’90 come Resident Evil. Telecamera fissa, non la possiamo gestire a nostro piacimento. Bisogna risolvere i vari enigmi che troviamo lungo il nostro cammino, trovare chiavi e oggetti di vario genere.

Atmosfere cupe e claustrofobiche al punto giusto. Corridoi tetri e angusti, sensazione di pericolo costante. L’IA procedurale svolge perfettamente il suo compito tendendoci delle imboscate in punti casuali. Dobbiamo lottare contro l’entita che vive nelle ombre capace di ucciderci in un batter d’occhio. Un’aiuto potrebbe essere quello di origliare dietro le porte prima di entrare, potrebbe evitarvi spiacevoli incontri.

L’entità sovrannaturale è conosciuta come “The Presence” e viene controllata da un’intelligenza artificiale avanzata che reagisce attivamente in base alle azioni e alle decisioni del giocatore. Questo essere ultraterreno è capace di adattarsi al proprio gameplay, ci darà la caccia  in modi inaspettati.

La morte

Se veniamo uccisi, in qualsiasi modo accada, il nostro protagonista verrà sostituito da un’altro personaggio. I personaggi sono 13 personaggi. Ognuno di essi ha la sua storia personale legata alle vicende che vengono raccontate. Inoltre ognuno di loro ha delle statistiche precise, velocità, sanità menale, resistenza e altro. Ogni personaggio sarà diverso e porterà avanti l’indagine secondo il proprio punto di vista, con un approccio del tutto personale agli indizi e agli elementi della storia. Nessuno di loro è immortale. Vi ricordo inoltre che una volta che uno dei personaggi muore siamo costretti a ripetere intere sezioni con un altro personaggio. Se moriamo con tutti i personaggi vedremo sul nostro schermo la tanto odiata scritta Game Over e dovremo ricominciare tutto da capo.

Non dimenticate di raccogliere documenti e messaggi sparsi in ogni angolo. Ognuno di essi ci aiuta ad approfondire la storia e a scoprire la soluzione degli enigmi.

Song of Horror - Il carillon dell'orrore- Recensione

Enigmi

Gli enigmi sono abbastanza ben fatti, non troppo difficili ma nemmeno troppo facili. Sono impegnativi al punto giusto, un pò di impegno e riusciamo a risolverli. Come abbiamo gia detto bisogna trovaare chiavi, oggetti, lettere ecc che ci aiuteranno a risolverli durante i vari capitoli di gioco. Osservate bene possono essere ovunque e senza risolvere gli enigmi non si può proseguire. Aguzzate l’ingegno e la vista.

Grafica e sonoro

Artisticamente parlando il lavoro svolto dallo srudio è eccellente, ambienti ben fatti e ben caratterizzati, ricchi di dettagli. Le atmosfere son sempre ben tese, bei modelli anche se le movenze facciali e orali risultano un po’ imprecise . Il sonoro è ben realizzato con effetti ben fatti e un buon doppiaggio in inglese (peccato per la mancanza dell’italiano).

Song of Horror - Il carillon dell'orrore- Recensione

Luoghi spaventosi da esplorare. Un misterioso negozio, un’abbazia dimenticata, un ospedale psichiatrico abbandonato… Ogni scenario di Song of Horror è stato ispirato dai classici del genere.

Checkpoint

Il gioco ha dei piccoli check point ma per poter salvare la partita possiamo farso solo col !salva ed esci!. Questa opzione riesce a dare la giusta adrenalina in più e a tenerci incollati ancora di più al gioco.

Song of Horror - Il carillon dell'orrore- Recensione

Conclusione

Song of Horror ha una trama ben strutturata con delle buone influenze tratte dalla letteraturo horror. Riesce a catturare l’attenzione del giocatore. Di sicuro gli appassionati del genere, anche se molti non lo giocheranno per la mancanza della localizzazione in italiano. La musica del carillon riesce a rimanerti in testa a lungo, sarà difficile dimenticarla. Il team è riuscito a presentare un buon gioco con  una longevità non male ( circa 16/17 ore, tutto dipende da quanto tempo impegate per esplorare e risolvere gli enigmi).

                                                                                            


Giovanna

Sono appassionata di videogames, gioco da circa 13 anni, possiedo tutte le console,amo i giochi che riescono a coinvolgermi e sono impegnativi, tra i miei preferiti c'è Zelda, Assassin creed e Uncharted. Amo serie tv e film soprattutto horror, sono appassionata di libri horror, thriller e fantasy.