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Rogue Heroes: Ruins of Tasos (Switch) – Recensione

Salve a tutti, ragazzi! Il mio nome è Lollo e sono un barbaro della terra di Nextplayer. Sapete? Ogni tanto a me piace esplorare.

Sin da bambino, mi è sempre piaciuta l’idea di scoprire delle terre mai viste prima, di sottrarne i tesori o di affrontarne le insidie nascoste con una destrezza fenomenale. Una cosa che sembra uscita fuori da qualche libro o da qualche film d’Indiana Jones, ma che faceva parte della mia fantasia giocosa e curiosa.

E questo è quel che si prova sulla pelle giocando a Rogue Heroes: Ruins of Tasos, un nuovo indie di Team 17 che abbiamo provato in anteprima su Switch prima del suo lancio.

Il team è noto per aver lavorato ad altri giochi come The Survivalists o Worms Rumble  e si è occupato della pubblicazione di questo titoletto, mentre al suo sviluppo hanno preso parte i ragazzi di Heliocentric Studios. Per chi non lo sapesse, si tratta di uno studio che ha sede sia Boston che nel Distretto di Colombia (Washington) e che è composto per ora da solo due persone: il programmatore Joshua Gump e l’artista Brandon Weatherbee.

Entrambi, per qualche anno, hanno messo cuore nella lavorazione di questo progetto che vedrà la luce sia su Steam che sull’ eShop di Switch il 23 febbraio. In particolare, se volete già provarlo, potete scaricare una sua demo disponibile da qualche giorno.

Tuttavia, sicuramente, tra di voi ci sarà qualcuno che si chiede se farà bene a spendere il suo denaro per questo software e allora diamo il via a questa recensione nuova di zecca.

Mi raccomando, avventurieri. Statemi sempre dietro!  Vi farò da guida a questa nuova avventura, ma al tempo stesso spero di non annoiarvi troppo. Eh eh!

Avanti! Forza e coraggio! Il viaggio sta per iniziare!

 

STORIA

Per la storia, non aspettatevi chissà che cosa. Come ci viene raccontato nella cutscene introduttiva del gioco, i cattivi di turno sono dei titani, i quali hanno a lungo minacciato l’isola pacifica di Tasos. Stando alla leggenda, quattro divinità li hanno affrontati in una lotta durata per 100 anni, ma, poiché non riuscivano a sconfiggerli, alla fine li hanno rinchiusi in 4 segrete profonde tenete chiuse tramite dei sigilli sacri.

Da allora ne è passato di tempo, ma i titani ora sono diventati molto più forti di prima grazie alle sofferenze del popolo di Tasos. Pertanto cercano di distruggere i sigilli e, nel frattempo, inviano i loro mostri a dare scompiglio.

Di fronte a una nuova minaccia per l’isola, allora, le dee chiamano un gruppo di eroi, maghi e artigiani etc. etc. ai quali spetta il compito di fermare i piani diabolici di queste creature.

Rogue Heroes: Ruins of Tasos - Recensione

La trama, quindi, resta un semplice pretesto volto a giustificare le azioni del giocatore.  Per il resto, ammetto che mi sarebbe piaciuto vedere la personalità di alcuni personaggi NPC più approfondita. Sia chiaro: risultano tutti carismatici, ma, alla fin fine, sono delle semplici macchiette che ci aiuteranno nel corso della nostra avventura o per le quali dovremo portare a termine dei compiti.

Tuttavia, ragazzi, stiamo parlando di un gioco. Mica di un film, no? Ciò che è l’aspetto più importante da considerare è il gameplay.

GAMEPLAY

Se dovessimo considerare Rogue Heroes in base alla sua giocabilità, diremmo sicuramente che si tratta di un “rogue-like zeldiano” a tutti gli effetti. Il sistema alla base di tutto si rifà principalmente a quello degli Zelda in 2D con una formula tipica di un gioco action-adventure. Sotto le vesti di un avatar personalizzabile, dovremo andare in giro per l’ isola a trovare le segrete in cui si trovano i 4 titani da sconfiggere. Tuttavia mica solo a questo si limita l’offerta fatta ai giocatori.

Così come in Breath of the Wild, troveremo qui anche delle missioni secondarie di vario tipo che potremo soddisfare per ottenere qualcosa di utile per la nostra avventura. Per fare un’ esempio, dovremo ritrovare Hank, l’amante di una certa Julia che è naufragato a largo della costa di Tasos, dovremo salvare un ricercatore di nome Nick da una banda di mostri e così via.

Tutta roba che, insomma, vi farà giocare di più e che si aggiunge anche a qualcosa d’interessante. Guardate, per esempio, il minigioco della pesca, un classico tipico dell’universo di Zelda a cui potremo giocare solo dopo esserci procurati gli elementi necessari per la realizzazione di una canna da pesca con tanto di amo. Ma non solo!

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Potremo, persino, abbellire il nostro villaggio, quello di Intori, con tanti edifici. Il tutto con uno stile che si avvicina a quello di Stardew Valley. Grazie al carpentiere Griff, potremo costruire delle case per gli stranieri che si trasferiranno nel centro, un emporio, una locanda o, addirittura, una fattoria tutta nostra di cui dovremo prenderci cura.

Eppure mica tutto ciò lo potrete fare sin da subito. Per costruire qualcosa, vi servono delle gemme da pagare e gli unici posti in cui potrete trovarne a quantità sono le segrete!

Quindi preparatevi a studiare queste aree sin da subito! Sono esattamente come i dungeon tanto cari a Link. Qui ci sono una vasta quantità di enigmi da superare con un boss alla fine da sconfiggere, ma ciò che colpisce è l’ordine in cui dovremo affrontare le sfide. E ciò sapete perché? Perché quel che caratterizza i rompicapi di Rogue Heroes è il fatto che vengano tutti proposti in modo casuale.

Una cosa del genere potrebbe, comunque, spaventare chi è in cerca di un gioco che non sia ripetitivo, ma ragazzi… State tranquilli.

Solo nel 10% dei casi v’imbatterete ad affrontare lo stesso enigma. Tutto il resto sarà qualcosa di diverso e ciò è un bene! I dungeon di Rogue Heroes non si sono mai dimostrati troppo ripetitivi, grazie a Dio, e al tempo stesso risultano complessi, con tante trappole e pure un po’ lunghetti.

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Infatti le loro stanze si articolano in tre piani, accessibili anche tramite delle scorciatoie. Tra l’altro qui potremo trovare degli strumenti che ci aiuteranno nell’ impresa e che ricordano molto quelli di Zelda.

Si pensi alle bombe, all’arco, al boomerang, al rampino etc. etc., ma tutti questi oggetti, purtroppo, non li avrete per sempre. Sia chiaro: di certo non si rompono come tutte le armi di Breath of the Wild a seconda del loro uso, ma, anche poiché il gioco è un rogue-like, vanno perduti per sempre ogni volta che morite.

E già ve lo garantiamo: all’ inizio morirete sempre! I nemici vi faranno troppi danni in questo gioco, ma non temete. A ogni morte, il gioco salverà tutte le gemme che avete guadagnato. Pertanto pensate in primis a sfruttarle per la costruzione di una clinica dove potrete spenderle anche per aumentare i punti della vostra barra della vita

Inoltre dovete pensare anche a rendere più efficace un altro elemento fondamentale del vostro personaggio: la sua resistenza. Avete presente la stamina di Breath of the Wild? Ecco… La resistenza è praticamente la stessa cosa e può essere perfezionata all’ interno di una palestra da costruire. Tuttavia, a differenza di Link, i nostri eroi dispongono addirittura di ben due stamine.

La prima può essere impiegata per la corsa, mentre la seconda per gli attacchi e la difesa. Esatto! Avete capito bene! Scordatevi di usare all’ infinito la vostra spada e il vostro scudo! Fatelo solo quando è necessario con estrema prudenza!

Rogue Heroes: Ruins of Tasos - Recensione

Comunque, durante la vostra partita, otterrete anche delle varianti  permanenti degli oggetti trovati nei dungeons. E non solo! Ce ne saranno anche di nuovi di diverso tipo come il martello o la bacchetta runica. Tuttavia anche molti di essi andranno potenziati. Stessa cosa dicasi anche per la spada in modo che faccia più danni ai nemici.

Insomma. C’è davvero tanto da fare per migliorarsi! Per ogni update,  ci sono degli alberi delle abilità che possiamo completare spendendo sempre le nostre gemme.

Peccato, però, che questi sistemi risultino certe volte un po’ scomodi. Certo! Ci sono pur sempre delle abilità utili, ma di altre, forse, era meglio farne a meno.

Considerando che ogni abilità può essere potenziata numerose volte, che senso ha sbloccare qualcosa che aggiorna le stesse statistiche?

Questa cosa proprio non l’ho capita, ma almeno sono rimasto colpito dalla presenza di un sistema delle classi nel gioco. Portando dei filari a una sarta, potete sbloccare dei costumi che vi conferiscono svariati poteri.

C’è quello da ladro, che vi permette di sparire in modo che voi risultiate più veloci ( anche se non vi rende inbulnerabili), quello da cavaliere, che vi permette di stordire i nemici con un potentissimo salto, e tanti altri che dovrete sbloccare mano mano nel corso del gioco.

E sapete qual’è il bello? Che le vostre statistiche saranno diverse in base al costume che indosserete! Io, per esempio, mi sono trovato bene con quello da cavaliere. È vero che mi rende poco veloce, ma almeno, così, dispongo di una buona difesa e posso infliggere ai nemici tanti danni!

Per il resto, per quanto riguarda le meccaniche, sono molto semplici da imparare. In particolare, volete usare un’ oggetto diverso? Allora non cliccate sempre START per andare a spulciare nell’ Equipaggiamento. Basta solo premere R per fare lo scambio senza adottare alcuna prodedura macchinosa.

Anche l’esplorazione, inoltre, risulta interessante. In una grande mappa, ci sono riportate tante aree da esplorare che sono uniche, ricche di segreti e caratterizzate da un’ incredibile senso di sorpresa.

E, come se non mancasse, in questo gioco c’è anche il multiplayer. Fino a 4 giocatori possono giocare insieme sia in locale che online. Quindi il divertimento è assicurato, ragazzi!

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COMPARTO TECNICO

Anche sul lato tecnico, Rogue Heroes si dimostra assai particolare. Innanzitutto, parlando della grafica, c’è da dire che qui abbiamo una visuale dall’ alto e delle ambientazioni tutte in 16 bit che, sinceramente, non sono male. Ammetto che mi hanno ricordato, in qualche modo, quelle di The Legend of Zelda: A Link to the Past.

Certo. Alcune potevano venire meglio, ma tantissime sono caratterizzate da delle textures ben dettagliate, da degli splendidi effetti di luce e ombra e da un uso saggio dei colori.

Inoltre, tenete in considerazione che ogni zona che visiterete avrà delle proprie caratteristiche in confronto ad altre. Per esempio, più a ovest v’imbatterete in una zona paludosa, mentre più a sud in una foresta intricata molto simile a quel fastidiosissimo Bosco Perduto di Zelda.

PS: e, quando dico simile, lo intendo per davvero. Provate a prendere una via a caso. Così ve ne renderete conto!

I personaggi, poi, sono fluidi nelle animazioni e risultano tutti carini da vedere. Sia i nemici che gli NPC e il nostro protagonista.

In particolare, questi ultimi mi hanno ricordato molto gli umani dei primi giochi dei Pokémon per Game Boy, mentre per i primi è palese, ancora una volta, una certa ispirazione ai giochi di Zelda. Guardate, per esempio, i ratti! Sono molto simili a quelli delle cantine del Castello di Hyrule dello stesso A Link to the Past. Stessa cosa per gli scheletri che ricordano molto quelli di Ocarina of Time anche se non sono in 3D.

Per quanto riguarda, invece, il sonoro, qui c’è da fare una precisazione. Prima dell’ uscita del gioco, gli sviluppatori avevano pubblicato una demo in cui, però, mancava completamente la musica. Dovunque i giocatori andavano non trovavano una melodia che richiamava l’atmosfera dell’ ambiente circostante.

Ciònonostante nella versione finale il problema è stato risolto, ragion per cui ora vi ritroverete ad ascoltare delle soundtrack così profonde e coinvolgenti. Sono tutte musiche diverse che si adattano sia alla situazione che alle aree che esplorerete.

Tuttavia, nonostante le emozioni che vi faranno suscitare, stona un po’ il fatto che queste musiche non siano in loop. Inoltre mi sarebbe gradito qualcosa di diverso per i boss e non la stessa sinfonia. Un problema che, guarda caso, avevo notato anche in Breath of the Wild dove per le quattro ire di Ganon è stata usata la stessa musica.

Ma vabbé. Si tratta di problemi di poco conto. Per il resto, nel gioco non c’è un doppiaggio, ma i personaggi si esprimono con dei versi e con i testi. Inoltre il gioco è tradotto anche con un italiano abbastanza discreto se non fosse per qualche rara stranezza. “Premi il pulsante…. “Equipaggiamento?!” What…..

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VERDETTO

Tirando le somme, Rogue Heroes: Ruins of Tasos risulta un piccolo, ma grande gioco da provare. Certo. L’albero delle abilità può risultare strano e la trama può sembrare troppo semplice per chi cerca qualcosa di più complesso.

Tuttavia queste cose sono facilmente passabili. Il gioco non risulta quasi mai ripetitivo, presenta un sacco di missioni e tiene i giocatori incollati allo schermo per parecchio tempo. Tutto ciò grazie anche della presenza delle due modalità cooperative: quella online e quella in locale. Consigliato? Sì. Soprattutto a chi vuole vivere un’ esperienza pari a quella degli Zelda in 2D.

 

Lorenzo Barbaro

Un giocatore avellinese incallito di classe '99. Amo giocare tutti i tipi di videogiochi (specialmente quelli hardcore). Ho iniziato a giocare tra il 2005 e il 2006. Sia i videogiochi che l'archeologia sono le mie passioni. 😊