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Blue Fire – Recensione

Intorduzione

Prima di iniziare la recensione di Blue Fire devo confessare che sono un grande estimatore dei giochi indie. Non solo per il price tag più basso, ma anche per il gusto di scoperta che questi titoli sanno ancora regalare. Difatti è raro trovare produzioni di grandi distributori che cerchino di rompere gli schemi proponendo qualcosa di realmente innovativo, mentre gli sviluppatori indipendenti possono lasciare più libero sfogo alla creatività avendo molti meno vincoli. Recensione Blue Fire

Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica.  Tra centinaia di titoli Indie provati forse una dozzina sono i capolavori: Celeste, Stardew Valley, Hollow Knight, A Golf Story e Hades sono alcuni esempi.

Se non si rientra in questo Olimpo, i giochi Indie possono essere ancora apprezzabili come ottimi cloni di vecchie glorie del passato, oppure giochi con cui spendere un po’ di tempo.

Solitamente il vantaggio dei giochi indipendenti è di proporre una semplice idea e di realizzarla quasi alla perfezione. 

Blue Fire ha subito catturato la mia attenzione per avere una particolarità.  Analizzando la sua struttura ricorda un po’ i prodotti tripla A,  vuole essere tutto,  vuole essere un platformer 3d,  elementi soulslike,  puzzle e Dungeon alla Zelda, combattimenti tesi alla Hollow Knight, come spesso fanno i giochi dei grandi produttori, che per non rischiare, propongono sul mercato mix più o meno diversi di gameplay già consolidati.

Quindi Blue Fire è un gioco indipendente che tenta una via rischiosa cioè quella di essere jack-of-all-trades. C’è riuscito?

 

Trama

Il gioco inizia in medias res,  con il nostro eroe intrappolato in un cristallo scuro.  Riesce a liberarsi  e scopre di trovarsi nel mondo di Penumbra.  La trama viene raccontata in modo  discontinuo  attraverso vari dialoghi con i personaggi non giocanti e altre entità soprannaturali.

La storia verrà scoperta piano piano,  ma sicuramente non è la star dello spettacolo. Il nostro protagonista  è ignaro della sua missione,  la scoprirà poco per volta. La trama per quanto presente è il classico stereotipo Dark Fantasy del mondo una volta fantastico ora decaduto per colpa di un grande male che deve essere estirpato dall’eroe di turno. 

 Ma questo non danneggia il gioco:  Blue Fire ha puntato quasi tutte le sue carte su presentazione estetica e gameplay. Il gioco è completamente tradotto in italiano.

 

Gameplay

Come anticipato nell’introduzione, Blue Fire unisce molte idee, durante le partite ci sono delle sezioni di platforming, che fortunatamente sono aiutate da una serie di controlli veloci e precisi. All’inizio del gioco avremo a disposizione il salto e uno scatto in aria,  entrambi i comandi rispondono in maniera diversa a seconda che il pulsante subisca una pressione più lunga o più corta.  In maniera molto intuitiva mantenendo premuto il  pulsante del salto  eseguiremo un salto più lungo,  mentre con una pressione breve salto più breve. Stessa cosa vale anche per lo scatto. Più avanti sbloccheremo altre azioni come il doppio salto e un ulteriore scatto in aria, e proprio come l’eroina di Celeste, potremmo ricaricare queste abilità toccando un bonus in volo. Andando avanti sbloccheremo anche il Wall running garantendo una capacità di movimento aereo impressionante.

 Il personaggio si muove in maniera fluida e precisa,  cosa di fondamentale importanza visto  che per potenziare il personaggio dovremo superare delle sfide  di puro platforming. All’interno di questi varchi si dovrà raccogliere un determinato numero di bonus per ottenere un cuore in più.  Questi varchi vengono presentati come sfide opzionali,  ma l’npc che ce il presenta ci consiglia vivamente di affrontarli tutti.  Anche perché se procediamo ignorandoli, faremo fatica nelle fasi avanzate di gioco.

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Il nostro personaggio  può difendersi dai nemici  usando due grandi spade,  può concatenare attacchi per realizzare delle combo e difendersi attraverso uno scudo magico.  Il combattimento è veloce e divertente,  si deve imparare i pattern di  attacco dei vari mostri per capire quando attaccare o allontanarsi o usare la parata.

Altri elementi fondamentali oltre alle piattaforme e al combattimento sono: l’esplorazione,  non guidata e non lineare in stile Metroidvania  e degli enigmi ambientali  simili ai Dungeon di Zelda. Il gioco non presenta una mappa,  e l’esplorazione dei livelli potrebbe disorientare alcuni giocatori che non abbiano troppo senso dell’orientamento. I Dungeon e gli enigmi ambientali,  sono abbastanza semplici e classici,  come trovare le due leve per aprire una porta,  oppure abbassare o alzare il livello dell’acqua per creare nuovi passaggi.  Generalmente gli enigmi  si risolvono in maniera molto lineare e semplice.  Ma aggiungono una componente che spezza la pura matrice action di Blue Force.

In piena scuola GDR,  per procedere nel gioco bisogna completare delle missioni assegnateci da personaggi non giocanti,  queste possono essere principali o secondarie. Inoltre si può potenziare il nostro personaggio attraverso vari perks personalizzandolo. Salveremo la partita presso degli altari, e lì torneremo in caso di morte, perdendo tutte le nostre monete, che potranno essere recuperate dove eravamo stati sconfitti. 

Game Design

Il mondo è esplorabile, vi sono molti segreti nascosti e sbloccando nuove abilità si apriranno nuove vie anche nei livelli già affrontati. Ogni punto di salvataggio fa anche da teletrasporto sveltendo il backtraking. Ci sono anche vari dungeon con enigmi a leve, chiavi da recuperare e sfide di piattaforme a tempo.  All’interno dei varchi si trovano dei livelli a piattaforme hardcore in cui bisogna raggiungere la fine del livello tutto d’un fiato e ricevere un cuore come ricompensa. Sono livelli belli tosti ma molto curati. Personalmente avrei preferito che tutto il gioco fosse stato più lineare. Alcune meccaniche del gioco non vengono spiegate a dovere. Ad esempio arrivati presso un mercante possiamo vendere le gemme trovate. Solo dopo scopriamo che abbiamo un limite di monete trasportabili e quelle in eccesso vengono perse. Presso lo stesso mercante l’acquisto di un borsello maggiorato costa più del limite di monete trasportabili.  Solo dopo presso un ladro dentro una taverna ci spiega il limite del borsello e ce ne offre uno alla nostra portata.  Sarebbe stato meglio spiegare subito la limitazione e invertire l’ordine degli incontri.

In generale se combattimenti e sessioni platform possono essere impegnativi ed essere considerati una caratteristica del gioco, nascondere alcuni NPG fondamentali per la trama e lo sviluppo del personaggio mi lascia interdetto. Insomma un conto è superare una sfida, un altro é essere arenati nella trama per scelte di design discutibili. Forse queste scelte sfortunate hanno portato Graffiti Games ha rendere disponibile sul proprio sito una Strategy Guide gratuita.

Recensione Blue Fire 

Realizzazione grafica e sonoro

Blue Fire si presenta con una grafica in cell shading molto netta e definita,  il personaggio è disegnato in stile Chibi, con la testa molto grande e il corpo ridotto,  è estremamente carino e al contempo inquietante e tetro. Gli sviluppatori hanno anche aggiunto la possibilità di scattare foto al nostro personaggio e fargli assumere determinate pose attraverso un menu. Inoltre sarà possibile sbloccare numerose skin per lo stesso. Fondamentalmente sembra di vedere un Hollow Knight in 3d. 

La cura non è solo estetica è anche descrittiva, infatti potremo leggere molti appunti sparsi per il mondo,  e anche le porte chiuse che non potremmo mai aprire ci dicono dove porterebbero. Può sembrare strano ma sapere che la porta chiusa, che non potremo mai attraversare, porta alla Torre dell’alchimista me l’ha fatta sentire meno oggetto decorativo. 

Ma cosa importante è una buona rappresentazione delle scene e la gestione della telecamera,  che lasciata in mano al giocatore.  Non solo possiamo controllarla liberamente, possiamo anche impostare se e quanto velocemente  segua i nostri movimenti.  Abituato ai giochi 3D di Mario ho subito alzato molto questa opzione,  perché girando un angolo sono abituato che la camera mi segua.  Ma ognuno può impostarla come meglio crede. La versione provata su Nintendo Switch non ha dato problemi tecnici e si è dimostrata ben definita e fluida.

Le musiche e gli effetti sonori  accompagnano bene il gioco. Le musiche seppur non memorabili sono assolutamente piacevoli e descrivono bene gli umori tetri degli ambienti che si esploreranno.

Blue Fire Recensione

Conclusioni

Abbiamo iniziato la recensione con una domanda,  Blue Fire ibridando vari gameplay riesce a essere comunque un buon gioco indipendente?

Penso ci sia riuscito di ampio margine,  utilizzando una ricetta abbastanza semplice: come ogni gioco Indie prende un aspetto e lo porta quasi alla perfezione. Le sezioni di platforming di Blu Fire sono quasi perfette.  Il personaggio risponde prontamente ai nostri input, la sfida è sempre elevata,  ma mai penalizzata dal sistema di controllo. recensione Blue Fire

Al pari di Celeste è uno di quei giochi che vanno affrontati in maniera assidua,  perché se lo abbandonerete e lo riprenderete dopo qualche mese avrete perso tutta una serie di automatismi che vengono costruiti con cura durante i primi livelli, attraverso la progressiva crescita del control system.

Su questa solida base sono stati aggiunti altri elementi che funzionano benissimo ma non sono all’altezza della cura riposta nell’elemento platform. E il tutto sta insieme senza problemi grazie un’ossatura sana. e

La cosa migliore avviene nelle parti avanzate del gioco,  quando il platform e il Combat System si fondono assieme. Col tempo impareremo a gestire i salti e egli scatti aerei come schivate; con tutta la mobilità aggiuntiva che ci daranno le nuove abilità,  diventeremo quasi delle zanzare volanti che massacrano i loro avversari senza quasi toccare il terreno.

Se odiate i platform,  e volete un Action RPG, cercate in altri lidi.  Ma se non avete paura e avete già affrontato qualche platformer hardcore e volete un titolo particolare, stimolante e inusuale Blue Fire è da tenere in seria considerazione. Se mai domani una patch risolvesse i problemi di game design (dubito) ci troveremmo davanti a un piccolo capolavoro.

Il Blue Fire è al momento disponibile su PC e Switch e arriverà su Playstation e Xbox in un secondo momento. E’ stato sviluppato da Roby Studio e distribuito da Graffiti games

 

 

Andrea

Gioco da sempre a tutto, partito con l'apple IIc, ho giocato su tutti i processori della serie 8086 per poi diventare Nintendaro per colpa degli emulatori. Ma ora Voglio solo HW originale oppure scoprire cosa può offire il cloud. Sono forse schizofrenico?