Pang Adventures – Recensione
Pang Adventures – Recensione
Chi è cresciuto negli anni ’90 non può non sobbalzare all’ascolto della parola Pang. All’epoca era praticamente impossibile non giocare a questo piccolo grande capolavoro sviluppato dalla Mitchell Corporation e portato in sala giochi da Capcom. Se già la prima versione era estremamente dinamica e frenetica, con meccaniche pronte a divenire in poco tempo una droga, è con il seguito Super Pang che il titolo fa il salto definitivo, arrivando anche su Super Nintendo, seppur in versione ridotta e meno attraente. Questo secondo capitolo, che precede un Pang 3 non proprio all’altezza del nome, è ormai diventato un cult, un tassello fondamentale della storia dei videogiochi. L’esempio palese di come, per creare un videogioco di successo e immortale, bastino uno stick analogico a quattro direzioni, un tasto, un gameplay incalzante che si sviluppa in tempo reale.Pang Adventures, una versione rivista e svecchiata del mitico brand
È probabile che nei ricordi di quegli anni compaiano da qualche parte le schermate esotiche di questo arcade, se non per averlo giocato direttamente almeno come elemento di sfondo di qualche esperienza da bar di quartiere o sala giochi estiva, e il fatto di poter attingere da questa memoria comune è un bel punto di partenza per Pang Adventures,
Come si conviene a certi arcade storici, la meccanica di Pang Adventures è semplice ma al contempo ben ponderata: il personaggio principale si muove nella parte bassa dello schermo mentre le sfere rimbalzano sia sul pavimento che contro i bordi della schermata fissa, creando un notevole caos in ogni zona visibile, tanto più quando iniziano a sdoppiarsi e aumentare di velocità. La difficoltà maggiore è data dall’impossibilità di abbassarsi o saltare, cosa che costringe a spostarsi sull’asse orizzontale con un tempismo perfetto per schivare le sfere, considerando anche il fatto di dover fare i conti con i bordi inamovibili dei livelli.
Anche l’utilizzo dell’arma pone alcune difficoltà: nella sua forma base, la pistola può sparare un solo colpo per volta che impiega una certa quantità di tempo per raggiungere la parte alta dello schermo, lasciando il protagonista indifeso per lunghissime frazioni di secondo, dunque un colpo non andato a segno può diventare alquanto fatale. Questa caratteristica può essere modificata dai numerosi power-up temporizzati che si possono raccogliere in giro e modificano rateo, gittata ed effetti dei proiettili, creando delle notevoli variazioni al ritmo di gioco e al gameplay, che di per sé si modifica anche con il variare delle sfere (diversi colori corrispondono a comportamenti differenti) e con la configurazione dei livelli, che presentano ostacoli e piattaforme distruttibili e non.
Questa sorta di remake introduce inoltre alcune caratteristiche nuove, ampliando la quantità di livelli e scenari, introducendo inediti combattimento contro boss e aggiungendo nuovi power-up, tutti elementi che risultano in linea di massima ben integrati nella struttura di base, oltre all’inserimento di un paio di modalità aggiuntive basate soprattutto sulle sfide asincrone online in base al punteggio. Purtroppo, viene meno il multiplayer classico, che pure era una delle caratteristiche di base del Pang originale, con i suoi classici “doppi” ora non più replicabili.
L’operazione remake ha riguardato ovviamente anche la veste grafica del gioco, che si presenta come una valida attualizzazione del look originale, anche se il fascino del pixel resta sempre insuperabile rispetto al disegno moderno “simil flash”. Più traumatico, sui dispositivi mobile, risulta invece l’adattamento del sistema di controllo, con i classici tasti virtuali su schermo che essendo fissi possono essere difficili da toccare con precisione e possono portare a errori fatali, considerando il piccolissimo margine di errore concesso dal gioco.
Pang Adventures è un’operazione nostalgia riuscita a metà. Alcune nuove idee funzionano e sono interessanti ma non riescono a spezzare un’azione di gioco che ben presto diventa monotona, semplicistica e per questo poco stimolante. Interessante invece l’aggiunta dei una modalità co-op, divertente.