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Osman: Cannon Dancer – L’erede spirituale di Strider approda su Next-Gen – Recensione

Osman: Cannon Dancer è un picchiaduro/platform a scorrimento orizzontale, sviluppato da Mitchell Corporation e distribuito da ININ Games, in uscita il 13 Aprile 2023 per Ps4, Ps5, Xbox One, Xbox Series S/X e Nintendo Switch. Uscito in una versione totalmente rivista e migliorata della sua controparte per cabinati arcade, distribuito nel Febbraio del 1996. Arricchito con nuove modalità e acquistabile al prezzo di 29,99 € in formato digitale ed edizione fisica base o in formato collectors edition al prezzo di 69,99 € su Strictly Limited.

Osman: Cannon Dancer – L’erede spirituale di Strider approda su Next-Gen – Recensione

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Parlare di Osman: Cannon Dancer, non farà altro che riportare alla mente ricordi di un’epoca che ha segnato la storia tra generazioni di persone nate negli anni 80, potendo affermare con certezza che non si tratta semplicemente di un porting qualsiasi, bensì di una rievocazione storica che sembrava perduta.

 

Sebbene sia troppo riduttivo identificare come tale un titolo dai sapori vintage, trattandolo come un’opera che tra tante ha difinito un’epoca con rispettive mode e diversi stili, classificando tra i primi posti il genere action con forti toni arcade, insaporito dai contesti e dai luoghi che permettevano le condivisioni videoludiche e sociali come sale giochi e computer room, oggi considerati luoghi di culto pop che tanto fanno sospirare.

 

 

Uscito originariamente nel Febbraio del 1996, Cannon Dancer, noto anche come “Osman” negli Stati Uniti,  scomparse dalle sale giochi a causa del piccolo numero di unità prodotte. Nel corso degli anni, il titolo è diventato una leggenda dei videogiochi, con fan di tutto il mondo interessati a metterci le mani sopra.

 

Dopo quasi 30 anni, ININ Games ha collaborato con due membri chiave del team di sviluppo originale per portare finalmente il gioco sulle moderne console domestiche: il game designer Kouichi Yotsui (noto anche come “Isuke” e famoso per il suo lavoro su “Strider” ) e l’artista Takashi Kogure (meglio conosciuto come “Utata Kiyoshi”).

 

 

La prima delle mille e una notte

Il titolo è ambientato alla fine del ventunesimo secolo, in una città dai toni cupi e cyberpunk, il cui mondo viene governato da un’unica entità dominante nota come “Governo Federale” opprimendo la popolazione in nome della libertà.

 

Ci caleremo nei panni di Kirin, un agente speciale di prima classe facente parte di un’ordine chiamato “Teki” i cui membri sono mercenari esperti nel combattimento che mettono a disposizione le loro abilità e la loro forza al servizio del miglior offerente.

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Infatti Kirin, viene assoldato dal procuratore generale dei federali, chiamato Jack Layzon che ci incaricherà di indagare e sconfiggere una pericolosa signora del male chiamata “Abdullah la schiavista” a capo di un’organizzazione misteriosa che semina il caos nelle città, impossessandosene.

 

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Dopo aver fatto arrestare il manipolo di cultisti infatti, Kirin verrà tradito dallo stesso procuratore che non perderà tempo nel trovare in lui un capro espiatorio su cui addossare tutte le colpe degli eventi che prenderanno una piega decisamente inaspettata.

 

Abbandonato così a se stesso, in mezzo ad un pericoloso deserto, dovrà contare solo sulle sue forze per poter sfuggire all’amaro destino che lo attende. Con il sentimento di vendetta nel cuore intraprende un cammino per cercare il suo carnefice.

 

Nello stesso momento però, dovrà affrontare davanti al suo cammino altri tre membri del “Teki” che lo vogliono morto per motivi del tutto personali, scatenando così le attenzioni di una dea schiavista che gli dona il suo aiuto nella sua missione di vendetta.

 

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Secondo un parere puramente personale, la storia viene affrontata in maniera decisamente più cupa e matura rispetto ad un qualsiasi gioco di avventura, lasciando trasparire degli aspetti grotteschi e più o meno comuni dell’animo umano. Mettendo così sul piatto una storia che il solo sei stage di gioco, riesce a coinvolgere pienamente.

 

Sebbene ogni elemento venga descritto in maniera minimalista e con poche linee descrittive, si ha sempre la sensazione che non manchi nulla alla trama. Avendo tra le mani un titolo in perfetta sintonia con il genere arcade che negli anni 90 ha davvero avuto un suo momento di gloria. 


Gameplay da cabinato ispirato

Il gameplay rimane su grandi linee, fedele alla sua controparte del 1996, impreziosito da alcuni cammei che rendono Osman: Cannon Dancer la raccolta definitiva per gli amanti del genere, i collezionisti e sopratutto per i nostalgici.

 

Comanderemo Kirin con appena 2 tasti in combinazione con le frecce direzionali, in un totale di sei Stage complessivi tra salti, capriole e scivolate da concatenare con alcune combo letali coronate da una super mossa semi invincibile.

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Avremo a disposizione una quantità di attacchi speciali limitata e quattro segmenti di vita che scandiranno il numero di colpi che potremo subire prima di morire. Il nostro personaggio inoltre, sarà soggetto ad un numero limitato di rientri in gioco dopo la morte, visto che il titolo vuole emulare in tutto e per tutto le meccaniche di inserimento dei gettoni all’interno del cabinato per continuare la partita.

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La storia infatti, verrà raccontata tutta con testo a schermo, con graditissime scene di intermezzo girate in pixel art HD, avendo livello dopo livello un aumento di difficoltà sostanziale che favorirà un approccio più pensato di attacco, piuttosto che lo spam dei tasti senza senso.

 


L’esperienza, ha una durata davvero limitata per quanto ogni livello possa rappresentare una sfida piacevole, coronata da una storia matura e diversa dal solito, regalando momenti rievocativi ma davvero troppo corti.

 

infatti il tutto si palesa in appena 30 minuti di gioco che potrebbero diventare appena 1 ora, variando la tipologia di bonus applicati a Kirin ad inizio partita. Ogni bonus scelto infatti, avrà la possibilità di rendere più facile o difficile una run di gioco che per quanto possa offrire diverse possibilità rimane con una longevità sempre molto limitata nel complesso. 


 

 

Novità da collezione

Le aggiunte ed i miglioramenti sostanziali di Osman: Cannon Dancer per console sono diverse e davvero interessanti, dando una varietà di approccio e impreziosendo tutta l’esperienza, anche se molto poco longeva ma intensa nel contesto generale.
Le principali aggiunte e migliorie che sono state apportate sono le seguenti:

 

  • aggiunta dei salvataggi e della funzione rewind;
  • controlli personalizzabili;
  • compatibilità con la vibrazione del controller;
  • nuovi filtri per la grafica;
  • nuove mosse tra cui: doppio salto, attacco invincibile e attacco automatico;
  • la possibilità di usare i trucchi (invincibilità, salute illimitata e altri);
  • crediti extra (x4 o x8).
Grafica e Sonoro

Le ambientazioni di gioco a scorrimento orizzontale e la caratterizzazione dei personaggi con grafica in Pixel Art HD, risulta gradevole e godibile, rilasciando la sensazione di trovarsi in un cabinato da sala giochi perfettamente in linea con lo stile del 1996. I colori accesi e le classiche situazioni che sforano talvolta nel cliché, alimentano tutta la macchina dei ricordi che fa riaffiorare alla mente giornate passate a cercare di migliorare i record di punteggio a titoli come Double Dragon o Contra.

 

Il sonoro strizza l’occhiolino a melodie cyberpunk e funky con suoni ad 8bit in perfetto stile arcade che non mancano mai di profondità rievocando atmosfere a cui i veterani non sapranno resistere.

 

In conclusione… 

Osman: Cannon Dancer ritorna su console next-gen in grande stile, arricchito da nuove modalità ed un doppiaggio in inglese di tutto rispetto. Mantenendo i sapori originali si afferma in maniera decisamente positiva, facendo leva sulla nostalgia dell’epoca dei cabinati e delle sale giochi.

 

Offrendo un’esperienza davvero piacevole da portare a termine ma risultando davvero troppo corta per poter affermare di essere un’esperienza che lascia incollati allo schermo; infatti il tutto può essere portato a termine in circa trenta minuti di gioco, lasciando poca voglia di ritentare nuove run, se non per acquisire tutti i trofei ed obbiettivi.

 

 

Ci sarebbe piaciuto vedere nuovi livelli e magari anche una modalità cooperativa così da affrontare il tutto con la componente multiplayer che risulta completamente assente. Tutto sommato il titolo riesce a convincere pienamente, sopratutto i collezionisti che non esiteranno un attimo ad averlo nella propria collezione.

 

Osman: Cannon Dancer – L’erede spirituale di Strider approda su Next-Gen – Recensione


Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.