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Observer – Switch Edition – Recensione

Observer – Switch Edition – Recensione

Dopo un anno dall’uscita di “layers of fear”, i ragazzi polacchi di Bloober Team ritornano in pista con questa meravigliosa avventura in soggettiva, questa volta ambientata in un mondo cyberpunk che trae ispirazione dal migliori classici del genere.

Daniel Lazarski è un Observer, un detective cyber potenziato con degli impianti neurali che gli permettono di interfacciarsi con la mente di altri individui, vivi o morti, di cui fa parte il nostro alter ego daniel, la voce del nostro protagonista è del mitico Rutger Hauer.
Un giorno riceviamo una strana e misteriosa richiesta di aiuto dal figlio (del nostro protagonista) Adam, che non vediamo da 20 anni, e cominciamo ad indagare per capire se gli è accaduto qualcosa, quando raggiungiamo l’appartamento da cui è partita la trasmissione l’unica cosa che troviamo è un corpo decapitato e alcuni strani indizi, da qui in avanti ci ritroviamo in una trama piena zeppa di cadaveri e investigazioni, dobbiamo dare la caccia ad un serial killer a piede libero, trip psichedelici e visionari, dialoghi e analisi delle location, rese possibili dagli innesti di Daniel che gli permettono di individuare tracce biologiche, vedere al buio tramite gli infrarossi e scovare oggetti tecnologici utili ad andare avanti nelle indagini, il tutto visto in soggettiva e con poco spazio per enigmi o chissà quali puzzle complessi.

Rispetto a layers of fear, ci troviamo con elementi completamente differenti con cui interagire, sono più vari e numerosi, observer si concentra sulla esplorazione pura degli ambienti e non sugli enigmi o altri aspetti tipici di un’avventura grafica, la migliore qualità della trama dei ragazzi di Bloober team è quella di non assecondare le aspettetive dei giocatori influenzate dalle suggestioni cospiratorie, intrinsecamente legate al genere cyberpunk ci propongono una storia profonda e intrigante, un miscuglio di carne e sanque narrativo che ci dimostra a più riprese di depistare i giocatori sugli indizi sparsi per il gioco.

Gli enigmi sono vari, si passa dalla rivelazione della vita reale dei personaggi con oggetti che possono suggerirci dei codici o altre informazioni per andare avanti nella nostra avventura, all’attivazione di meccanismi o dispositivi che rivelano passaggi segreti e prove da raccogliere, una volta che l’azione viene svolta nel mondo virtuale chiedendoci di portare a termine percorsi più complessi in cui bisogna trovare il giusto ordine per non rimanere bloccati, Daniel può tenere traccia di tutti i suoi progressi richiamando in qualsiasi momento un’interfaccia olografica, molto utile da utilizzare per le prossime mosse da seguire, nel caso in cui si rimanga a corto di energia si può assumere una dose di Synchrozine un farmaco neccessario necessario per inibire gli effetti del rigetto, la vista si annebbia e le cose diventano più complicate, ma per fortuna è possibile trovare delle boccette all’interno degli scenari con una certa frequenza, troviamo nella trama una spiegazione perfettamente sensata, pur conservando la propria inefficacia ritmica nel quadro generale della produzione. Le porzioni di gioco legate alle “immersioni neurali” del protagonista sono in effetti quelle che mostrano, in maniera più netta, i limiti strutturali di un titolo, sembra sforzarsi fin troppo nel tentativo di spaventare il giocatore con espedienti ormai abusati. Ripescando a piene mani dal gameplay di Layers of Fear gli sviluppatori hanno impostato queste sezioni come lunghi corridoi ideati per destabilizzare il povero detective – e noi con lui – martellandolo con forti, fortissime dosi di psichedelia multisensoriale.

Quando il nostro protagonista non è impegnato a violare cervelli di vittime e carnefici, trascina il giocatore in uno mondo cyberpuk videuludico, la citta che ospita l’avventura è totalemnte in degrado e in isolamento sociale, celato dalla luce artificiale di una sottile patina olografica che fatica ad arginare la natura marcia e decadente di questa straniante arnia di cemento. Un’illusione fragilissima che ci fa scoprire il vero volto di un’umanita ormai schiava della tecnologia che non riesce più a stabilire una conessione al di fuori della rete. Non a caso tutti i colloqui che il detective Lazarski avrà con gli inquilini del complesso, avverranno esclusivamente attraverso computer e interfoni. Anche perché la trama, sebbene ricca di spunti già visti e stravisti in tantissimi film, giochi e romanzi a sfondo cyberpunk, non è affatto banale e soprattutto nella seconda parte riesce a proporre spunti e riflessioni di una certa durezza che non passano inosservati. A prescindere dalle reali motivazioni dello sviluppatore, i dialoghi a scelta multipla  che Lazarski intrattiene con i diversi inquilini del complesso contribuiscono ad arricchire il quadro dell’ambientazione, con pennellate piacevolmente disagevoli, pregne di un surrealismo alienante che alimenta un senso di oppressione palpabile ed  ansiogeno, sensazioni che Bloober Team contribuisce ad amplificare grazie ad una strutturazione del mondo di gioco.

Conclusione

Observer è un riuscito mix tra esplorazione, avventura investigativa e walking simulator, con in più massicce dosi di visionarietà, horror e cyberpunk. Un titolo che colpisce subito per la sua atmosfera.

Su Nintendo Switch, tuttavia, le cose vengono rese più complicate da una grafica poco definita, molto sporca, che regge a stento i 30 frame al secondo sebbene sullo schermo non capiti mai nulla di caotico.

Observer è un detective thriller cyberpunk ambientato a Cracovia, in Polonia. È il 2084 e il mondo è in rovina. Le multinazionali hanno sostituito gli stati e tu lavori per loro, hackerando e invadendo le menti di chiunque sia sospettato di opporsi ad esse. Quando il tuo passato viene a galla, sei costretto ad agire da solo per svelare il mistero della scomparsa di tuo figlio. Il tuo nome è Daniel Lazarski, e sei un Osservatore.

Lingue Francese, Tedesco, Italiano, Spagnolo, Portoghese, Russo, Inglese

 

 

Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.

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