MOMODORA: Reverie Under the Moonlight – Recensione

Francesco Gennaio 19, 2019Aprile 10, 2019

Oggi giorno siamo abituati a giocare a giochi sempre più realistici, con grafica mozza fiato che poco manca alla percezione della realtà. Sono davvero tante le uscite di svariati titoli blasonati delle migliori case di produzione.

Invece ci sono piccole case indipendenti che continuano a sviluppare giochi in 2D; le scelte estetiche a grossi pixel ed a scene quasi sfocate sono diventati praticamente dei classici, che secondo molti hanno perso gran parte del loro fascino quasi retrò e devono ormai arrendersi alla nuova era dei videogames.

Dopo questa piccola premessa voglio parlarvi di questo titolo uscito per Nintendo Swich dato che, appena ho avviato il gioco il pensiero che mi ha assalito e stato: “ Un altro 2D platform stile retro; ormai ne siamo pieni di questa roba”.

Bene. Che dio mi fulmini la prossima volta che ho questi pensieri sconsiderati!

Finita la mia avventura con MOMODORA: REVERIE UNDER THE MOONLIGHT posso tirare le somme di questo titolo.

La trama

MOMODORA: REVERIE UNDER THE MOONLIGHT, una “Metroidvania” dello sviluppatore Bombservice, è il quarto gioco della serie. Giocando come Kaho,la sacerdotessa del villaggio di lun, viaggi verso il Karst determinato a trovare la fonte di una maledizione che sta colpendo la sua patria. Il Karst è ben lontano dalla città vivace che era una volta; ora un covo di pericolosi demoni che Kaho deve sconfiggere per spezzaree la maledizione sul Karst che si sta diffondendo in tutto il mondo.

Il gameplay

Kaho ha uno stile di combattimento piuttosto particolare, visto che attacca con nient’altro che una foglia in mano per gli scontri a corto raggio mentre si affida ad un arco per quelli a distanza maggiore. Sicuramente avrete lo stesso mio pensiero; una sola foglia per combattere tutti i demoni che ci attaccheranno. Molto riduttivo e troppo strano. Invece quella foglia si trasforma in un arma micidiale in grado di far parecchi danni se usata bene; dunque la protagonista è ben equipaggiata per affrontare le più gravi minacce che ci si presenteranno. Gli incontri si dimostrano subito piuttosto impegnativi e ti obbligano di imparare a utilizzare le manovre evasive per evitare gli attacchi, vista la poca quantità di energia e la notevole capacità di attacco che dimostrano fin dalle prime fasi i vari nemici sparsi per la mappa, senza parlare dei boss. Il game over accade molto spesso, ed i salvataggi non sono in menu. Bisogna cercarli nella nostra avventura sparsi e non sono sempre dietro l’angolo.

I comandi rispondono eccellentemente, molto precisi e reattivi.

La grafica

Ci troviamo davanti ad un 2D stile platform old-school. Grafica con grossi pixel e scene del gioco anche leggermente sfocate alla vista. Però nel complesso, in tutte le sue parti, il gioco segue una linea ben chiara. Egregiamente colorato, la nostra eroina si muoverà in scene comunque belle da vedere con nemici altrettanto disegnati bene. Anche le stesse scene di attacco o dello scoccare una freccia è in linea con l’idea che la casa produttrice voleva dare.

Sul nostro Nintendo Switch gira perfettamente. Il passaggio da modalità portatile a dock è fulmineo e non perde di qualità in nessuno dei due casi. La modalità portatile è ottima e ci fa giocare al titolo anche per parecchie ore tranquillamente. Comparto audio sufficiente. ci accompagna nelle varie scene con musiche classicamente usate in questi tipi di giochi.

In conclusione MOMODORA: REVERIE UNDER THE MOONLIGHT mantiene la tensione e il livello di sfida su alti livelli, traducendosi in un ottimo ritmo di gioco e nella necessità di tirare fuori una certa abilità per poter arrivare in fondo, piuttosto che concentrarsi sull’evoluzione della protagonista e sovrastare i problemi con livelli di esperienza ed equipaggiamenti superiori. Lo stile 2D retro non penalizza il gioco, ma anzi, ne risalta le caratteristiche videoludiche che questo titolo vuole donarci. Il medio giocatore impiegherà una decina di ore per terminare l’avventura, a patto di stare molto attenti e bravi, ed aggiungerei anche pazienti negli scontri più difficili. Sulla nostra consolle ibrida è ancora più bello giocarci, soprattutto in modalità portatile.