Little Big Adventure – Twinsen’s Quest: Recensione
Little Big Adventure – Twinsen’s Quest: Recensione
Frédérick Raynal. Questo nome può già dirvi qualcosa. Se bazzicate nel genere dei survival horror, saprete riconoscervi le origini del primo Alone in the Dark, un classico imperdibile da provare almeno una volta nella vita.
Raynal, però, viene anche riconosciuto per lo sviluppo di Little Big Adventure. Parliamo di un’ avventura dinamica rilasciata da Electronic Arts nel 1994 sui sistemi MS-DOS, PC-98 e FM Towns e su PlayStation.
Little Big Adventure ha dato il via ad una serie, portata avanti con Little Big Adventure 2 del 1997. Dopo un po’ di anni, un remake del primo gioco, intitolato Little Big Adventure – Twinsen’s Quest, è stato sviluppato dalla società [2.21] e pubblicato da Microids il 14 novembre 2024.
Il suo lancio è avvenuto sui servizi Steam, GOG.com ed Epic Games Store e su PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Noi abbiamo provato la versione Switch direttamente per voi. Pertanto seguiteci in questa recensione per scoprire quest’avventura insieme a noi.
TRAMA
La storia di Little Big Adventure – Twinsen’s Quest è ambientata nel pianeta Twinsun, che è stato conquistato dal tirannico Dr FunFrock. Il protagonista è Twinsen, un quetch, ossia una stirpe aliena simile agli umani che vive sul pianeta assieme ad altre tre specie.
Il giovane viene imprigionato a causa delle sue profezie apocalittiche. Dopo essere evaso, Twinsen assiste al rapimento di sua sorella Luna senza potere intervenire. Da qui parte un viaggio mirato a salvare la ragazza e a recuperare degli oggetti magici.
Durante il suo cammino, egli incontrerà vari NPC, ma anche dei cloni malvagi creati dal Dr FunFrock e che hanno l’ obiettivo di ostacolarlo. La storia si evolve come quella del gioco originale, ma allo stesso tempo porta con sé delle novità interessanti.
Un nuovo prologo con la voce di Luna preannuncia gli eventi della trama. Inoltre alcuni personaggi hanno cambiato ruolo e alcuni retroscena interessanti contribuiscono a rinnovare una storia profonda e movimentata, nonostante la semplicità della premessa.
GAMEPLAY
Little Big Adventure – Twinsen’s Quest è un videogioco fondato principalmente sull’ esplorazione. Le mappe in cui potrete muovervi non sono aperte, ma possono essere esplorate liberamente grazie ad un sistema di free-roaming.
Qui Twinsen deve affrontare nemici, interagire con degli oggetti o risolvere dei piccoli enigmi. A differenza della versione degli anni ’90, Little Big Adventure – Twinsen’s Quest presenta due novità. La prima consiste nell’ introduzione di un nuovo personaggio giocabile, ovvero Luna.
Quest’ ultima sostituisce Zoe, la fidanzata di Twinsen apparsa nel primo gioco sia come damigella in pericolo che come personaggio giocabile. Il suo stile di gioco non si discosta molto da quello di Twinsen. Quindi eviteremo di parlare di lei in modo estensivo.
La seconda novità, invece, riguarda i controlli. Se avete giocato Little Big Adventure, ricorderete che c’erano 4 diverse modalità comportamentali da impartire al personaggio controllato, ovvero le modalità Normale, Atletica, Aggressiva e Discreta.
Questi tipi di approccio erano fondamentali per le abilità e le interazioni del giocatore. Invece il remake ha provato a cambiare le carte in tavola con dei controlli meno macchinosi ed incentrati sull’uso della levetta sinistra. Eppure sono un po’ legnosi e spesso imprecisi.
Questa lacuna viene messa in scena soprattutto durante i combattimenti. In queste fasi, a partire da un momento della trama, Twinsen e Luna usano per combattere la Palla Magica. Si tratta di una sfera misteriosa che può essere lanciata per colpire i nemici.
I danni che lo strumento garantisce sono efficaci, ma non sempre la sua mira è infallibile. Per il resto, è evidente che le battaglie non sono il fulcro dell’ opera. Infatti il combat system è abbastanza semplice.
Ci sono sempre due azioni in croce per il giocatore, ossia il lancio della Palla Magica e la schivata (ripresa e perfezionata da Little Big Adventure 2 solo per questo remake). Inoltre l’intelligenza artificiale dei nemici non è un granché e il ritmo delle battaglie risulta un po’ lento.
Tuttavia combattere non è strettamente necessario, dato che il gioco dà spazio sia all’ esplorazione che agli enigmi. I minigiochi sono gli stessi della vecchia versione con qualche leggera modifica. Affrontarli non è un gioco da ragazzi.
Dovrete spostare scatole, azionare interruttori, trovare degli oggetti per confonderci con le guardie e così via. Tuttavia la loro esecuzione perfetta e il loro risultato dipendono solo dalla vostra intelligenza e dalla vostra pazienza. Oltretutto sono presenti anche delle missioni opzionali per un innesto del senso di rigiocabilità.
COMPARTO TECNICO
La novità principale di questo remake è un design diverso da quello del gioco originale. Nella versione del 1994 le ambientazioni erano in 2D, ad alta risoluzione e in contrasto con lo stile in 3D dei personaggi.
Nel remake, invece, i ragazzi di [2.21] e l’art director Paulo Torinno hanno preferito affidarsi ad una presentazione completamente in 3D e low-poly. Questa scelta può essere accolta in modo polarizzante dai giocatori in base ai loro gusti, ma va riconosciuta per la sua qualità.
Infatti, trascurando il palese richiamo nostalgico alle grafiche dei primi giochi in 3D, si riconosce un buon livello di dettaglio per le isole del gioco, che non sono mai vuote nonostante la spigolosità dei loro elementi. Talvolta capita qualche location vuota.
Tuttavia la tonalità vibrante dei colori e un sistema di illuminazione solido vi faranno dimenticare questi problemi. Diverso, invece, è il problema per le prestazioni. Spesso capitano dei bug, dei glitch e delle compenetrazioni dei nemici con gli edifici.
La loro frequenza non è molto incisiva, ma la loro verificabilità può influire sul gameplay, facendo bloccare spesso il protagonista all’ interno della mappa. Per questa ragione, vi ritroverete più volte a riavviare il gioco.
Speriamo che gli sviluppatori risolvano questi problemi, le cui ricadute non sono da sottovalutare. Nonostante ciò, il level design è fedele a quello originale e i personaggi, al di là della loro semplicità, imprimono simpatia e sono abbastanza fluidi nelle animazioni.
A differenza della sua vecchia controparte, Little Big Adventure – Twinsen’s Quest presenta delle nuove OST, composte da Philippe Vachey, il compositore originale del titolo. Le musiche sono evocative e non sono mai ripetitive.
Non sono all’ altezza di quelle del gioco del 1994, ma non sono niente male. Peccato solo per gli effetti sonori, che, pur non essendo male, in alcuni momenti non ci sono sembrati sincronizzati bene. Per il resto, tutti i personaggi si esprimono con un doppiaggio in lingua inglese.
CONCLUSIONE
In conclusione, Little Big Adventure – Twinsen’s Quest è un ottimo remake, al di là di qualche piccola pecca. I controlli, pur essendo meno macchinosi, sono sempre legnosi e con qualche piccolo problema di precisione.
Inoltre, i difetti tecnici del gioco necessitano di essere sistemati attentamente. Nonostante ciò, il remake è fedele al gioco originale, ha un’ ottima presentazione, al di là del design low poly, e i puzzle possono essere old school, ma riescono ad essere ancora appaganti.
Detto questo, vi segnaliamo che Little Big Adventure – Twinsen’s Quest è disponibile a 29, 99 euro sul Nintendo eShop.