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Layers of Fear 2 – Recensione

Layers of Fear 2 – Recensione

Layers of Fear 2 non è un vero sequel dato che è narrativamente separato dal primo episodio ma è un netto miglioramento rispetto all’originale del 2016. Recensione di Layers of Fear 2 

Lo sviluppatore Bloober Team ha creato uno dei giochi horror più inquietanti e creativamente ricchi di sfumature che abbia mai giocato. Sostituendo l’arte surrealista del precedente del capitolo, con i film classici, infatti Layers of Fear 2 segue le disavventure di un attore schizofrenico che deve girare un film su un transatlantico di inizio secolo.

Trama

Come l’originale, Layers of Fear 2 utilizza il concetto di “artista impazzito”. Questa volta è il regista del film, che con la sua voce agghiacciante a guidare il suo attore impazzito in una avventura in cinque atti. Alla fine di ogni atto vengono riprodotti dei filmati con lo stile cinematografico dei primi del 1900 e una lavagna nella stanza del protagonista segna i progressi in modo simile al dipinto nel gioco originale. Ma a differenza del primo capitolo che mancava di profondità, il sequel ha più narrazioni, ognuna delle quali ci racconta di qualche personaggio del transatlantico. Ci sono più trame o Layers che si intrecciano. Uno dei racconti  principali segue Lily e James, fratelli che fingevano di essere pirati sulla nave, c’è anche il mistero della scomparsa dell’equipaggio e dei passeggeri che una volta occupavano la nave e non ultima c’è la storia del protagonista, l’attore, che in qualche modo è finito su questa nave per questo strano ruolo. Ciascuno di questi archi narrativi si intreccia per creare un insieme che è allo stesso tempo disorientante e soddisfacente. Recensione di Layers of Fear 2

Il personaggio principale è schizofrenico e lo è anche il regista che gli parla con voce sibillina portandolo sempre più profondamente nella follia. Recensione di Layers of Fear 2

Gameplay

Il gioco si presenta in prima persona. Il gioco è diviso in capitoli e più si procede, peggiore sarà lo stato mentale del personaggio e più atroci saranno le sue visioni. Recensione di Layers of Fear 2 

Ho notato che solitamente quando parte una musica inquietante stiamo vivendo un’esperienza onirica ma per il giocatore proprio come per il protagonista diventa via via più difficile distinguere tra realtà e illusione.  Il gameplay consiste in una serie di piccoli enigmi che ci consentono di proseguire nella storia e di scoprire qualcosa degli abitanti della nave.  Le azioni di gioco possono essere divise in tre azioni,  esplorazioni enigmi e fughe; ma la divisione nel gioco non è così netta e si passa in maniera fluida da una situazione all’altra. Volendo riassumere brutalmente il gioco è come una specie di un’escape room collegata da fasi di esplorazione e seppur non succeda nulla di estremamente violento e splatter il mondo attorno a noi inizia ad essere sempre più disturbante e angosciante. Recensione di Layers of Fear 2 

Esplorazione

Dopo poche ore di gioco si capisce che il comune senso dell’orientamento è inutile per l’esplorazione, siccome spesso tornando indietro non troveremo i corridoi da cui siamo arrivati. Per orientarci bisognerà seguire delle frecce disegnate col gesso per terra, un’altra volta, come falene, si seguirà una luce nel buio. In qualche modo il gioco ci comunicherà dove andare fino a quando non saremo bloccati da un enigma che avverrà solitamente in un ambiente ristretto evitando i lunghi backtracking classici di Resident Evil.

Può sembrare strano ma l’esplorazione è molto soddisfacente proprio perché una porta appena attraversata potrebbe scomparire lasciando un nuovo corridoio al suo posto. Oppure portarci ad ambienti completamente nuovi al di fuori della nave, come grattacieli galleggianti, giardini minacciosi e labirinti. Dando una varietà inaspettata all’esplorazione e la costante incertezza di cosa ci attende dietro l’angolo.

Grafica 

La grafica solitamente claustrofobica aiuta sicuramente Switch a gestire un gioco con effetti grafici così impegnativi e importanti.  Comunque il porting è di ottima qualità,  si può scegliere se limitare il framerate a 30 FPS oppure sbloccarlo per avere qualche frame in più quando possibile. Personalmente ho preferito bloccare il framerate a 30 FPS per avere un migliore frame pacing con televisore e Switch che lavorano a 60 Hertz. Poi il salto tecnico dal primo capitolo è notevole anche per via per passaggio del motore grafico da Unity a Unreal Enine 4 che ha permesso a Bloober Team di spreme al meglio la potenza della console.

Gli ambienti sono sempre dettagliati e l’immagine l’immagine non sfoca mai per un eccessivo calo di risoluzione. Se c’è stato un downgrade per portarlo sulla console ibrida di Nintendo gli sviluppatori hanno fatto ogni miracolo umanamente possibile per nasconderlo.  Gli effetti di luce esacerbano ulteriormente gli orrori che compaiono sia di fronte a noi, sia per brevi istanti che per lunghe sequenze allucinate. Queste scene, alcune di grande impatto, non mirano al jumpscare ma al disturbo psicologico per ricordarci che quello che vediamo potrebbe non essere reale.

Sonoro

L’audio, che gli sviluppatori consigliano di ascoltare in cuffia, passa da momenti in cui sentiamo solo i nostri passi ad altri in cui scricchiolii o altri rumori ci tengono all’erta, oppure dal nulla arriva un nenia inquietante o la voce del regista che esorta il personaggio con uno dei suoi monologhi. La colonna sonora è minimalista ma curatissima e aiuta a immergerci nel terrore e la pazzia.

Conclusioni

Layers of Fear 2 è un incubo riuscito, senza cercare di essere null’altro; non userà dinamiche da gioco stealth oppure di miscelare elementi action. Rimane fedele alle sue scelte senza cedere all’omogeneizzazione dei generi che stiamo sempre più vivendo . Proprio per questo per me sarà un titolo divisivo: Blopper team ha confezionato un horror puro, che non concede nulla ad altri generi videoludici.

Da amante e cultitsta delle opere di Lovecraft vedo molte similitudini tra Layers of Fear e le opere dell’autore di Providence; e ho apprezzato ogni minuto della follia che ha saputo regalare. Visivamente Layers of Fear 2 è un gioco espressionista e deve molto al cinema tedesco tra gli anni 10-20 e conta sulla vostra immedesimazione, perché se vi farete coinvolgere vi entrerà sotto la pelle, regalandovi sonni inquieti.

Unico neo da appuntare al titolo è  forse la longevità che varia dalle 6 alle 8 ore che sembrano poche ma in realtà mi hanno lasciato esausto e ho dovuto riprendermi prima di rigiocarlo per sboccare un finale alternativo.

Premetto che do a questo titolo un volto importante ben conscio che è un gioco che NON piacerà a tutti ma se coglie il giusto destinatario è folgorante e da un’esperienza forte con molteplici finali che promettono una buona rigiocabilità.

 

 

 

 

 

 

  

 

 

Andrea

Gioco da sempre a tutto, partito con l'apple IIc, ho giocato su tutti i processori della serie 8086 per poi diventare Nintendaro per colpa degli emulatori. Ma ora Voglio solo HW originale oppure scoprire cosa può offire il cloud. Sono forse schizofrenico?