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King’s Bounty II: Il ritorno di Nostria – Recensione

King’s Bounty II: Il ritorno di Nostria – Recensione

Sono passati ormai svariati anni dal suo predecessore, il vecchio team non esiste più, ma 1C Entertainment ci prova e tenta di revitalizzare la famosa serie con la loro grande fatica: King’s Bounty II.

King’s Bounty è una serie videoludica tanto longeva quanto bella, affonda le sue lunghe radici nel lontano 1990, con la New World  Computing che con il loro mentore Mark Cardwell, danno inizio a una grande storia, costruita (come di consueto in quegli anni) da grandi eroi, mostri temibili e grossi draghi… e perchè no, anche da nobili e popolane fanciulle da salvare a cavallo del nostro nobile destriero.

La serie riprende enormemente spunto dal genere di “Might of Magic“, continuandola costantemente dal 2009 con Armored princess, The Legend, Crossworlds, Warriors of the North e Dark Side.

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Narrazione

King’s Bounty 2 è ambientato a Nostria, uno dei continenti di Antara. Nel tempo, questo regno è stato il simbolo di tutti coloro che si definivano Nostriani. Re Claudius non c’è più e a dover tenere salde le redini del regno vi è il figlio. Il caos scaturito da questa situazione ha attirato un’oscurità che si presenta nelle forme più disparate: dalla necromanzia ai complotti, passando per finti predicatori di una libertà inesistente. Le contee chiedono l’indipendenza a gran voce e bande di criminali godono della situazione di instabilità per rendere insicure le strade del regno. In questo momento di forti difficoltà, entrano in gioco le nostre azioni. Reclutare soldati, stabilizzare il regno ed estirpare l’oscurità dalle terre di Nostria.

Umani, non-morti, draghi, nani, troll e tante altre razze si inseriscono in questo contesto. Ogni razza avrà come minimo due fazioni interne, ognuna caratterizzata in maniera particolare e guidata da una propria filosofia, e che si distinguerà tanto nello stile di combattimento quanto nel background narrativo.

High Fantasy

Ci troveremo a vivere un’avventura in uno scenario fantastico di tutto rispetto, che ricalca numerosi crismi del cosiddetto “high fantasy“, in cui l’equilibrio del mondo è messo in pericolo e il viaggio dell’eroe sarà il tramite attraverso cui salvare la situazione. Nonostante gli elementi fortemente fantasy, tuttavia, il team di sviluppo ha voluto perseguire un’esperienza più “realistica” rispetto a quella del precedente capitolo. Il realismo di King’s Bounty 2 mira a rendere il mondo più credibile, e nonostante sia abitato da elfi, nani e orchi, segue delle regole ben precise, ha le sue fazioni e le sue questioni politiche.

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i vari personaggi

Quello che vi troverete ad affrontare sarà dunque un viaggio che racconterà diversi aspetti del regno di Nostria, seguendo la sua evoluzione (o involuzione se preferite). Partendo dai fasti di un tempo per arrivare all’attuale tragica conseguenza delle scelte compiute da Re Claudius negli anni. Gli sviluppatori hanno dichiarato che il tempo impiegato in sezioni di battaglia dal giocatore si aggirerà intorno a 1/3 delle ore totali di gioco. I restanti 2/3 verranno suddivisi tra esplorazione, potenziamento del personaggio e narrativa.

Ecco dunque che anche in questo caso emerge la volontà del team di sviluppo di puntare su un nuovo registro rispetto al passato. Durante le ore di esplorazione dunque, incontrerete diversi personaggi con cui interagire, ognuno con un suo allineamento morale diviso tra: Astuzia, Ordine, Potere e Anarchia.

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“Ideali”

Ognuno di questi “ideali”, oltre a rappresentare il possibile allineamento di tutti gli esseri viventi in gioco, farà anche parte di un menù dedicato in cui il giocatore potrà spendere punti talento per ottenere alcuni bonus. L’allineamento morale non solo dipenderà dalle scelte che prenderete ma sarà anche essenziale nei rapporti con gli altri esseri viventi. Se infatti siete fedeli a Potere e Anarchia e incontrate un gruppo di banditi con gli stessi ideali, è possibile evitare lo scontro tra le due fazioni. Viceversa, avere ideali differenti potrebbe portare a situazioni dall’esito diverso.

La libertà però, promettono gli sviluppatori, sarà massima: potrete seguire ideali più positivi e comunque scegliere di completare alcune missioni secondarie abbracciando soluzioni immorali. La barra delle scelte è dunque completamente nelle mani del giocatore.

PC Games - King's Bounty II | 2020 | IGN Italia

Background

A cambiare alcuni aspetti saranno anche i background dei tre diversi personaggi giocabili che ricordiamo essere: un paladino, un guerriero e una maga. Allo stato attuale sono stati mostrati due dei tre personaggi con i relativi background. La maga Katharine proviene da una lunga stirpe di nobili conti di Rigern, la regione montuosa di Nostria. Ha trascorso più di 50 anni lontano da Nostria, alla ricerca di conoscenza arcana. Tuttavia, con il caos susseguito alla salita al potere del figlio di Re Caludius, scopre che suo nipote, Maurice, ha preso il controllo della sua contea.

Il guerriero Aivar invece, è un discendente di una nobile famiglia impoverita ed era un cavaliere della Guardia Reale. Tuttavia rifiutò di sostenere il colpo di stato che avrebbe portato all’ascensione al trono di re Claudius e per questo fu bandito dalla Guardia. Aivar fuggì quindi ad Artisania, dove si guadagnò la reputazione di mercenario e divenne capitano di un manipolo di guerrieri: i Mastini della guerra. Di recente, Aivar ha ricevuto un invito all’Assemblea universale e il principe Adrian gli ha promesso perdono.

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Le varie quest

King’s Bounty II non è un open world propriamente detto, assomiglia di più a The Witcher 3, con macro aree esplorabili in relativa libertà, ma separate da un caricamento. In esse ritroviamo i medesimi punti d’interesse che ormai siamo abituati ad aspettarci: grosse steli per il viaggio rapido, mercanti, quest, risorse e nemici. In questo caso, tuttavia, l’amalgama funziona meglio rispetto ai modelli da cui prende le caratteristiche.

I tesori nascosti sono infatti celati al radar e appaiono solo quando il personaggio passa nelle vicinanze. I nemici sono pochi, i combattimenti non sono casuali e avvengono solo in zone specifiche, questo perché l’impostazione tattica degli scontri richiede delle mappe ben studiate per evitare problemi e sbilanciamenti. I percorsi sono inoltre lineari (il personaggio non può saltare) e di conseguenza si possono esplorare solo strade ben predisposte, un limite che di fatto rende l’ampiezza del mondo molto più contenuta rispetto alle apparenze.

Hands on with King's Bounty 2: a better tactical battler than an RPG | Rock Paper Shotgun

Queste per noi sono tutte caratteristiche funzionali per un open world più sobrio, meno dipendente dalle attività di ricerca che finiscono per risultare asfissianti. Più che una consapevole scelta di design, in ogni caso, questo ci sembra un limite imposto dal budget a disposizione del team russo, che molto probabilmente non ha avuto la possibilità di creare un enorme mondo aperto pieno di attività. I limiti producono alle volte conseguenze apprezzabili: in questo caso è stata rafforzata la nostra idea che si debba lavorare per sottrazione, non per addizione. Il modo in cui le quest secondarie sono legate alla principale è pressoché identico a The Witcher 3.

Si tratta di incarichi di complessità variabile affiancati a una main quest di grande urgenza. In King’s Bounty II si vuole insomma ritentare di far coesistere una storia caratterizzata da una certa urgenza con la possibilità di muoversi liberamente e dedicarsi ad attività secondarie poco rilevanti nel quadro generale. Se gli esiti li immaginiamo già, sarà interessante vedere quanto uno stile di scrittura asciutto (e spesso poco interessante) e un numero di contenuti irrisorio rispetto agli altri open world incida su questo matrimonio all’apparenza impossibile.King's Bounty 2 | Anteprima, una promettente rivoluzione

Risolvere le quest

Approfondendo il discorso quest, vale la pena menzionare che possono essere risolte in vari modi. Quasi sempre ci sono due opzioni: seguire la via dell’Anarchia o quella dell’Ordine, quella del Potere o dell’Astuzia. Non c’è un bene o un male: quello anarchico è un approccio più libertario, che non si attiene alle leggi e in alcuni casi aiuta i criminali; l’Ordine, al contrario, è tipico di chi è ligio alle regole. La via del Potere comprende scelte aggressive, volte a innescare un conflitto; l’Astuzia prevede approcci più subdoli, diplomatici oppure è tipica di chi ha interessi nelle arti arcane.

Combattimento a  turni

Sul sistema di combattimento non spenderemo troppe parole, vista la sua semplicità. È organizzato in turni e si svolge su una scacchiera esagonale che ricopre terreni spesso irregolari: sfruttare le caratteristiche dell’ambiente serve per esempio a creare degli imbottigliamenti oppure per fornire agli arcieri dei punti da dove tirare in sicurezza.

 

Ogni tipo di unità ha delle caratteristiche attive e passive che vanno tenute a mente nella costruzione dell’esercito. L’esercito è formato da massimo cinque gruppi contemporaneamente (tutti gli altri rimangono in riserva). È più importante cercare di capire qual è la composizione più adatta per entrare in battaglia piuttosto che la capacità di saper muovere le truppe. Per esempio contro un esercito di scheletri i balestrieri e gli arcieri hanno effetti quasi nulli, mentre truppe che infliggono danni da fuoco si trovano in grande vantaggio. Impossibile, dunque, cristallizzarsi nell’utilizzo di una formazione specifica, a meno che non si vogliano subire grosse perdite (e se muore un’intera unità, si perdono tutti i progressi a essa relativi).

Tenere alto il morale

Per variare la composizione dell’esercito è imperativo pattugliare la mappa alla ricerca di reclutatori, segnalati dall’icona di un’armatura e due spade incrociate. Alcuni sono disponibili fin da subito, altri si sbloccano al completamento di particolari quest. Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è il morale dei propri soldati. Ogni truppa è legata a uno dei quattro archetipi che regolano scelte morali e sviluppo del personaggio.

Le guardie cittadine, rappresentanti dell’Ordine, non vanno d’accordo con i banditi, legati all’Astuzia, ma neanche con i troll o le creature magiche. Mettere insieme truppe con caratteristiche troppo diverse diminuisce il morale generale e aumenta la possibilità che l’unità si ammutini e decida di saltare un turno. Per evitare quest’eventualità è meglio limitare l’esercito a massimo due tipologie di truppe oppure spendere punti nel ramo dell’Ordine. Il combat system di King’s Bounty II vuole che il giocatore sperimenti e si adatti alle situazioni in continuazione.

Esplorare e scoprire

Qualsiasi approccio più conservativo, e noi l’abbiamo provato sulla nostra pelle, produce conseguenze disastrose. Se quindi il gioco può apparire difficile è perché è necessario esplorare e scoprire nuovi reclutatori. Inoltre è necessario completare quest per raggranellare denaro con cui ingaggiare nuove forze. Per tale motivo risulta sempre stimolante: ogni combattimento fa percepire un passettino in avanti nel rafforzamento del proprio esercito. Visto che i combattimenti non richiedono grosso dispendio di energie, si ha sempre piacere nell’affrontarne qualcuno in più.

 

Giovanna

Sono appassionata di videogames, gioco da circa 13 anni, possiedo tutte le console,amo i giochi che riescono a coinvolgermi e sono impegnativi, tra i miei preferiti c'è Zelda, Assassin creed e Uncharted. Amo serie tv e film soprattutto horror, sono appassionata di libri horror, thriller e fantasy.