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KHOLAT – Recensione (Nintendo Switch)

Kholat è un gioco d’avventura survival horror sviluppato da IMGN.PRO.
È uscito nel 2015 su PC e l’anno dopo su PlayStation 4.
È disponibile in formato digitale sull’eShop di Nintendo Switch al prezzo di 14,99€.

“Una morte misteriosa di nove escursionisti russi, che ha portato a innumerevoli ipotesi non confermate. Il giocatore si tufferà direttamente nello scenario sconfinato degli inospitali Monti Urali con il compito di scoprire cosa è realmente successo. “

STORIA

Kholat è basato sulle vicende dell’incidente del passo di Djatlov, avvenuto in circostanze misteriose nel 1959 sui Monti Urali.
Più precisamente, nella notte del 2 Febbraio, Igor Djatlov (da qui il nome del luogo) e i suoi 9 compagni escursionisti persero la vita nel tentativo di raggiungere il monte Otorten.
Dopo vari giorni senza notizie, una squadra partì alla loro ricerca e quello che trovarono fu inspiegabile.
La tenda dove erano accampati era tutta lacerata dall’interno e i loro corpi furono ritrovati molto distanti dalla tenda.
Sul suolo c’erano impronte che fecero pensare ad una loro fuga, a quanto pare senza motivo e i corpi furono trovati trucidati. Presentavano forti lesioni interne e ad altri addirittura mancava la lingua.
Il caso fu archiviato non avendo scoperto il motivo di tale tragedia.

IMMERSI NELLA NATURA

Kholat propone un’esperienza esplorativa in prima persona in cui ricostruiremo la storia degli escursionisti scomparsi attraverso la raccolta di pagine di diario, e nel fare ciò le indicazioni che riceveremo saranno poche o nulle.
Iniziato il gioco ci ritroveremo immersi nella natura innevata del passo di Djatlov.
Preso il sentiero davanti a noi arriveremo al primo accampamento dove prenderemo possesso di una torcia elettrica, una bussola e una mappa.
Nella mappa la nostra posizione non è segnalata, ci sono soltanto delle coordinate per individuare le varie zone da raggiungere.
Si può dire senza dubbio che è molto facile perdere il senso dell’orientamento dato che la mappa ci aiuta ben poco a capire il percorso da prendere. Infatti può capitare di ritrovarci nella parte opposta a dove volevamo andare in realtà.
Oltre a questo problema c’è anche quello di imbattersi nell’entità arancione, una creatura che compare a caso e che ci aggredisce a vista.
Se non si riesce ad evitarlo, avremo morte certa, riportandoci all’ultimo punto di salvataggio che può essere anche a mezz’ora prima di gioco.
I punti di salvataggio si trovano negli accappamenti che troveremo durante il nostro percorso, che fungono anche come viaggio rapido da una zona all’altra.
Questi pochi checkpoint che ci sono nel gioco, rendono un po’ frustrante il voler continuare l’avventura, dato che c’è la possibilità di dover ripetere quasi interi livelli ogni volta che si perde la vita.

NIENTE È COME SEMBRA

Nonostante il problema dei salvataggi, Kholat è un’ esperienza che ci porterà ad addentrarci sempre più nella storia e a voler investigare per risolvere questo mistero.
Difatti man mano che prenderemo confidenza con il gioco, riusciremo ad orientarci meglio e capire dove ci troviamo.
Sarà più facile riconoscere gli ambienti, riconoscere i pericoli, specialmente l’entità arancione così da poterla evitare e proseguire senza aver troppo timore di morire.

STRUTTURA

La trama di Kholat è narrata dalla voce di Sean Bean, che ci accompagnerà anche durante l’avventura.
La longevità del gioco varia tra le 4 e le 6 ore, dipende poi da quante volte ricomincerete dai vari checkpoint.
Realizzato da Unreal Engine 4, i paesaggi che ci circondano sono fatti molto bene, quasi realistici.
La cura del comparto visivo ci coinvolge particolarmente, facendoci immedesimare in quelle sensazioni di mistero e inquietudine che trasmette il gioco.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche accompagnano l’avventura in modo sorprendente. Gli sviluppatori hanno scelto una combo audio/visiva davvero interessante. Riescono a farci “vivere” quella tragedia che si è consumata quella notte.

CONCLUSIONE

Kholat è un titolo d’avventura horror e anche un po’ investigativo, capace di coinvolgere emotivamente il giocatore.
Il gameplay poteva essere realizzato meglio. Può far perdere la voglia di proseguire il gioco. Il dover ricominciare di nuovo un percorso, ogni volta che si muore è stancante, per la mancanza di più punti di salvataggio.
Inoltre la storia poco elaborata, può far perdere interesse al giocatore di continuare le indagini per sapere come finisce.
Un vero peccato perché, essendo basato su una storia vera, poteva tirare fuori il meglio di sé.
Tutto sommato però, è un’esperienza emotiva da provare!

 

Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.