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Greak: Memories of Azur, un’avventura che conquisterà il vostro cuore – Recensione

Titolo:
Greak: Memories of Azur
Piattaforme:
Playstation 5, Nintendo Switch, Steam, Xbox Serie X|S
Genere:
Azione, Avventura, Platform

Sviluppatore:
Navegante Entertaiment
Publisher:
Team 17
Prezzo:
€19,99

In questi ultimi anni i giochi a scorrimento orizzontale sembrano prevalere sempre di più sul mercato videoludico, soprattutto per i titoli pubblicati dai publisher indie. Team 17, un publisher indie molto noto per giochi come Overcooked e Worms, insieme alla casa sviluppatrice messicana Navegante Entertainment, hanno pubblicato Greak: Memories of Azur. Il gioco ha suscitato molto interesse a primo impatto, grazie alla sua meravigliosa grafica disegnata a mano e da un unicità indiscussa sia in termini di gameplay e storia che in termini di grafica e sonoro.


Fuga dalla landa di Azur

Il gioco incomincia assumendo da subito il controllo di Greak, un giovane scout appartenente alla razza di Courine. Greak è il più piccolo della sua famiglia, assieme al fratello Raydel e a sua sorella Adara. Vivevano una vita tranquilla e serena fin quando la loro terra non fu invasa completamente dagli Urlags, mostruose creature che cercano di conquistare Azur, la loro terra, ormai da molto tempo. La stirpe Courine cerca in tutti i modi di fronteggiarli per scagionarli via, ma essendo d’inferiorità numerica decidono che l’unica soluzione sia quella di riparare la loro nave, ormai distrutta, in modo da portarli fuori dalla landa ormai infestata. Ovviamente serviranno dei pezzi per costruirla del tutto e salpare via. Essi saranno nascosti nei meandri di misteriosi e tenebrosi dungeon, tra caverne e foreste che troverete lungo il percorso. Il giovane scout quindi decide di partire e procedere con questa missione, avente in ballo la sua vita e l’intera stirpe Courine fra le sue mani.

Greak: Memories of Azur

Greak sarà solo durante i primi momenti del gioco, ma durante l’esplorazione si riunirà con la sua sorellona e il suo fratellone. Sebbene le prime ore di gioco potranno essere un pochino lente e ardue, riesce comunque a catturare da subito grazie alla fluidità e bellezza delle animazioni che si vede in ben pochi titoli. Le scene animate infatti sono state i miei momenti preferiti durante l’intera sessione del gioco, sperando in ogni istante di vederne sempre di più. Purtroppo il gioco non ne contiene tantissime anche per via della sua durata, ma sono state comunque delle piacevoli e dolci sorprese in termini di qualità.


Rune come guida

All’entrata del primo dungeon, potremo notare varie similitudini con giochi come Hollow Knight e la serie Ori. Infatti a primo impatto il gioco sembra mostrarsi come un metroidvania per via della troppa similarità grafica. Il mio giudizio però è stato molto affrettato. Greak: the Memories of Azur è certamente del tutto un’avventura 2D che un dungeon crawl poiché, per certi aspetti, è molto più simile a giochi come Monster Boy, i quali sono avventure platform a scorrimento orizzontale. Posso affermare infatti che è un misto fra i due fra grafica e gameplay, producendo un titolo veramente unico e difficile da paragonare.

Greak: Memories of Azur

A farci da guida saranno delle piccole rune di luce lasciate da sua sorella Adara. Esse possono essere considerate come un sistema di consigli implementato in un modo alternativo, non inducendo il giocatore a seguire per forza una determinata strada, ma bensì renderlo libero di esplorare a suo piacere in cerca di tesori e segreti. Sebbene a un certo punto del gioco non troveremo queste rune molto frequentemente, è stata comunque una bellissima implementazione. Inoltre, a livello di trama, ci farà capire che i Courier sono creature dotate di essenza magica e che questa essenza è la loro fonte di vita; evidentemente Adara ha più maestria rispetto ad altri della sua stirpe.


Tutti uniti e nessuno escluso

Il fulcro del gameplay di Greak: Memories of Azur è la possibilità di usare i tre personaggi contemporaneamente o separatamente. Dopo che Adara entrerà a far parte del nostro party, avremo la possibilità di controllarla singolarmente come personaggio a sé stante, alternandosi quindi fra lei e Greak. Ognuno di loro ha abilità diverse, tra cui Rayden come paladino e Adara come maga. Ovviamente le novità grosse non sono queste, ma ben altre, tra cui la possibilità di far mimare, tenendo premuto un pulsante, qualunque tipo di movimento a tutti gli altri membri del party. Ogni azione che eseguiremo sarà quindi mimata istantaneamente, sorgendo sia molta curiosità e innovazione che qualche piccola incertezza.

Greak: Memories of Azur

Ogni personaggio ha una diversa classe e delle diverse abilità, quindi all’inizio ci confonderemo, e non poco, a capire come funzionino ognuna di esse. Contando che i ogni abilità, specialmente quelle di Adara, richiedono il pulsante del salto premuto per fluttuare in cielo, potrebbe far diventare il tutto un vero e proprio calderone confusionario. Mi ci sono volute svariate ore di gioco per apprenderne a pieno tutto il funzionamento e a molti potrebbe causare molta frustrazione. Se però avrete la pazienza, il gioco vi premierà offrendo una novità davvero unica che vi lascerà molto sorpresi. Non mancheranno inoltre moltissimi rompicapi da risolvere utilizzando questa meccanica. Sono sicuro che vi terrà incollati per molto tempo.


Chi fa da sé, fa per tre

Greak, Adara e Rayden come abbiamo già detto potranno essere controllati singolarmente. Infatti ognuno di loro avrà dei punti vita non condivisi con gli altri membri del party. Se un membro del vostro party morirà, allora tutti gli altri moriranno a loro volta. Un pochino frustrante perché l’unico modo per vedere la vita degli altri membri è quello di cambiare e controllare il personaggio sul quale si vuole vedere la vita. Una pecca molto grande e che non aiuta alcuni giocatori che non desiderano cambiare il personaggio così tante volte. Sta di fatto che la possibilità di avere un inventario proprio, sebbene all’inizio molto limitato all’inizio, e di sviluppare ogni personaggio sviluppando abilità e tecniche proprie utili per la battaglia, sono state grandi idee che combaciano perfettamente con il resto del gameplay.

Greak: Memories of Azur

Parlando dell’inventario di ogni personaggio, potremo inserirci dentro qualsiasi cosa: a partire dai materiali e alimenti fino a del cibo cucinato utile per recuperare i punti vita. A seconda dei materiali che avremo potremo cucinare dei piatti diversi inserendo nel nostro calderone un minimo e massimo di tre alimenti. I materiali e gli alimenti potranno essere sia acquistati, insieme ad altra oggetti utili per la nostra avventura, che raccolti durante l’esplorazione dei dungeon. Può sembrare a sua volta molto basico come cooking system, ma è effettivo, rapido e facile da intuire. Risulterà perfetto per la nostra avventura dato che ne troveremo molti e ne faremo molto l’uso. Inoltre nella nostra piccola landapotremo accettare delle varie quest di volta in volta. Esse ci daranno ghiotte ricompense soddisfando le varie richieste. Ovviamente se vi starete chiedendo se i nostri progressi saranno persi per quanto riguarda l’esplorazione, vi faranno comodo i vari monumenti di teletrasporto istantaneo che troveremo in alcuni punti del dungeon. Non saranno gratuiti e potrete utilizzarli soltanto al costo di una piccola cifra.


Grosso rischio, grande ricompensa

I nemici che affronteremo saranno vari e diversi. Ognuno avrà determinate caratteristiche e sarà diverso da altri. Ovviamente alcuni saranno veramente fastidiosi e ardui e altri facilmente affrontabili. I boss sono invece tutt’altro che facile, anzi promettono un buon range di difficoltà che incrementa man mano che andremo sempre più in profondità. Alcuni sfrutteranno proprio a dovere le meccaniche del gioco, rendendo lo scontro con il boss sempre più avvincente. Sicuramente i veterani del genere e anche quelli non esperti troveranno il gioco di loro gradimento.

Greak: Memories of Azur

Non mancheranno inoltre santuari e aree segrete dove poter potenziare i nostri personaggi, acquisendo vari oggetti specifici. Di certo il gioco premierà chi ama investigare ed esplorare ogni possibile angolo, sia in termini di collezionismo che di potenziamento dei nostri personaggi. Per quanto non abbia amato Greak e Rayden e il loro potenziamenti, non potevo non innamorarmi di Adara sia come personaggio che per le sua abilità magiche, invogliandomi sempre di più a scoprire che potenziamenti gli sviluppatori hanno riservato per lei.


Ambientazioni che invocano magia

Come ho già accennato prima, ogni ambientazione che troveremo in Greak: Memories of Azur è pura poesia. Pochi titoli hanno un livello così alto di pulizia grafica e di assenza di alcun bug grafico. Ho dato particolare attenzione alle ambientazioni durante le mie sessioni di gioco, specialmente quelle dove emanano luce, dato che in quel caso il gioco raggiunge il suo massimo splendore. In Azur, tutto il mondo è accompagnato da essenza magica; quindi anche le caverne non sono del tutto tenebrose. Anzi potremo notare da subito durante le prime ore di gioco che in ogni punto sarà sempre presente una luce di qualunque entità. Per non parlare poi dell’artwork dei personaggi di cui mi sono follemente innamorato a vista d’occhio. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora che non è facile da scordare. Ogni traccia è orchestrata, il che ci può già far notare che il livello del comparto sonoro è sicuramente alto, soprattutto per un titolo indie.

Greak: Memories of Azur

Ovviamente la traccia sarà diversa a seconda del luogo in cui ci troveremo e anche in quei momenti in cui sarà assente, potremo notare l’elevata qualità sonora degli effetti speciali grazie al rumore dei nostri passi o dello scorrere dell’acqua. I controlli del gioco, però, non sono super reattivi e presentano un leggero ritardo, ma non compromettono assolutamente l’esperienza del gioco. Al contrario, invece, l’assenza di una modalità cooperativa che, anche se del tutto opzionale, sarebbe stata una bellissima implementazione e che forse in un futuro verrà aggiunta.


Conclusione

Greak: Memories of Azur è un desiderio inaspettato di molti utenti che amanto follemente questo genere di giochi. Tra il gameplay innovativo e una grafica disegnata a mano da lasciare a bocca aperta, il titolo è uno spiraglio di luce in mezzo a tutti i giochi indie dello stesso genere. Sebbene i comandi non siano del tutto responsivi e che possono frustare in molti all’inizio e il desiderio di una modalità cooperativa ancora irrealizzato, Greak: Memories of Azur si fa comunque valere, offrendo anche per discrete ore una avventura memorabile, piacevole e meravigliosamente unica.

Greak

Versione testata: PS5

Chiave ricevuta e offerta gentilmente dagli sviluppatori e publisher Team 17 e Navegante Entertaiment.

Giovanna

Sono appassionata di videogames, gioco da circa 13 anni, possiedo tutte le console,amo i giochi che riescono a coinvolgermi e sono impegnativi, tra i miei preferiti c'è Zelda, Assassin creed e Uncharted. Amo serie tv e film soprattutto horror, sono appassionata di libri horror, thriller e fantasy.