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Fatal Frame: Maiden of Black Water – Recensione

Fatal Frame: Maiden of Black Water il terrore invade tutte le console.

In tutta la serie di Fatal Frame si fa riferimento a Kunihiko Asou, un “occultista” fittizio vissuto verso la fine del XIX secolo. Usando la tecnologia occidentale, è stato in grado di inventare alcuni strumenti attraverso cui sarebbe stato possibile mettersi in contatto con gli spiriti. Tra le sue invenzioni più importanti ci sono: la camera obscura, l’arma principale utilizzata durante il gioco per difendersi dai fantasmi; la radio spirituale (vista per la prima volta in Project Zero II) attraverso cui è possibile ascoltare i pensieri, degli spiriti sconfitti; un proiettore in grado di mostrare le immagini di fantasmi catturate su pellicole da film.

Le diverse invenzioni di Asou sono state diffuse in Giappone e sono state acquistate da collezionisti. E ricompaiono in mano a diversi protagonisti a seconda dei capitoli della serie.

La storia di Fatal Frame: Maiden of Black Water

Fatal Frame: Maiden of Black Water, anche conosciuto con il titolo originale Project Zero: Maiden of Black Water, è il quinto videogioco della serie e fu annunciato nel 2014.  Uscì, in esclusiva per Nintendo Wii U, il 27 settembre 2014 in Giappone e nell’ottobre 2015 nel mercato occidentale e pare che Nintendo acquistò parte della IP.

In occasione dell’E3 2021 durante il Nintendo Direct è stata annunciata una versione rimasterizzata del titolo, e tutti diedero per scontato uscisse solo su Switch. Pare che Koei Tecmo abbia riacquistato i diritti del titolo oppure abbia trovato accordi con Nintendo per una pubblicazione multi-piattaforma. Infatti poco dopo la presentazione fu reso noto che la remaster di Fatal Frame: Maiden of Black Water sarebbe stato un prodotto multipiattaforma dando davvero a tutti la possibilità di giocare questo capitolo. Il che è ottima cosa perché tutti i capitoli precedenti sono usciti su tutte le console e Fatal Frame ha fan che aspettano questo gioco da tempo.

Trama

Maiden of Black Water si svolge sulla fittizia Hikami Mountain, un luogo famigerato per i suicidi e gli avvenimenti spirituali collegati all’acqua del luogo. In passato, le fanciulle residenti nei santuari usavano le loro capacità di lettura della mente per aiutare a guidare le persone verso una morte pacifica.

La storia segue tre diversi protagonisti: Yuri Kozukata, che ha la capacità di riportare le persone dal mondo delle ombre nel mondo reale grazie alla sua discendenza dalle fanciulle del santuario Hikami; Ren Hojo, un autore e amico di Yuri che va in montagna per ricercare il suo nuovo libro; e Miu Hinasaki, la figlia del protagonista ricorrente di Fatal Frame Miku Hinasaki.  La storia centrale ruota attorno a Ose Kurosawa, la cui esperienza di pre-morte l’ha lasciata con potenti abilità del sesto senso. Per questo motivo, è diventata una fanciulla del santuario ed è stata scelta come Fiore Eterno. Prima del rituale, la sua fotografia è stata scattata da Kunihiko Asou, creatore della Camera Obscura.

La trama si evolve in 12 episodi chiamati Drop (gocce) in cui la trama si dipana dandoci il controllo dei vari personaggi. La trama è tra i punti migliori di questo gioco, e viene narrata sia durante il gameplay, che leggendo la descrizione degli oggetti, attraverso i ricordi di alcuni fantasmi che esorcizzeremo e anche testi tra i vari capitoli. Tutto il parlato e i testi sono disponibili solo in Inglese e Giapponese, si consiglia una buona conoscenza di una di queste lingue per apprezzare a pieno il gioco.

Gameplay

Maiden of Black Water è stato originariamente pensato per la Wiiu, una console che seppur non potentissima, offre la possibilità di usare il Pad come macchina fotografica aumentando l’immersione del giocatore. La più grande modifica fatta dalla remaster è stata quella di far controllare la macchina fotografica col PAD, come succedeva nei precedenti capitoli.  Questa transizione è avvenuta con successo dato che, se non avete mai giocato all’originale, non penserete che il gioco abbia mai avuto un altro sistema di controllo.  La camera obscura può essere controllata in modo diverso a seconda della piattaforma su cui giocherete il gioco, su Switch in modalità portatile è possibile usare l’intera console e sensori di movimento per replicare la macchina fotografica, su Ps5 potremo inclinare l’inquadratura usando  gli accelerometri del Dualsense, su Xbox invece tutti i comandi saranno demandati ai comandi del Pad.

Durante il gameplay si esplorano varie zone del monte Hikami e del suo antico santuario, il gioco si svolge in terza persona e passa in prima quando, premendo Y,  attiveremo la macchina fotografica. L’esplorazione è un esperienza che risulta datata, e lo era già nel 2014. Gli ambienti angusti, le animazioni legnose e una camera non troppo reattiva ci ricordano titoli più vecchi e cui non siamo più aiutati. Ormai nei giochi di avventura in terza persona i personaggi si adattano in modo automatico agli scenari evitando di rimanere incastrati. E’ un’automatismo che ormai diamo per scontato e appena notiamo che manca ci mancherà non poco.  Ma è un difetto che si può superare quando saremo assorbiti dalla storia e dalle ambientazioni riuscitissime.

Camera Obscura

Il cuore del gioco ruota attorno alla camera obscura, una fotocamera magica in grado di fotografare gli spiriti e esorcizzarli. Durante il primo capitolo ci verrà offerto un ottimo tutorial per spiegane l’uso.

Tutti i combattimenti in Fatal Frame avvengono attraverso la camera obscura inquadrando e scattando una foto a un fantasma, che verrà danneggiato. Il danno varia a seconda del tipo di pellicola usata e dalla distanza dal bersaglio.

Dopo aver fotografato un fantasma ostile, dei frammenti inizieranno a volare intorno ad esso. Questi sono chiamati Spirit Fragments ( Frammenti del suo spirito) e sono parti dell’entità che si è dispersa dopo l’attacco. Questi possono essere estremamente utili per un motivo principale: i frammenti di spirito sono considerati bersagli dalla camera oscura e quando ci sono cinque o più bersagli fotografici nell’area di acquisizione, l’intera area di acquisizione diventa rossa. Scattare una foto in questo momento attiverà una possibilità di uno shutter chance (un attacco speciale) che infligge più danni respingendo il bersaglio.

Se scattiamo una foto a un fantasma proprio durante un suo attacco allora scatta un Fatal Frame. Questo è un attacco molto potente che allontana il fantasma e ci consente di scattare molte foto in sequenza senza dover ricaricare ne consumare pellicola. Questo potente attacco è quasi come un parry in un gioco action, quindi è molto rischioso ma estremamente efficace. Oltre che nei combattimenti useremo varie abilità della macchina fotografica per risolvere enigmi e procedere nell’avventura.

Tra un episodio e l’altro si potrà investire i punti ottenuti per potenziare la macchina fotografica, per acquistare pellicole più efficaci, oggetti curativi, protezioni contro gli spiriti e volendo costumi per i personaggi.

Ambientazione

Il monte Hikami, il tempio abbandonato, gli spiriti che portano al suicidio e le leggende che lo circondano sono perfetti per ambientare un gioco horror. I fantasmi sono orrifici e compaiono spesso ai bordi dell’inquadratura, e avremo dei bonus se riusciremo a scattagli una foto. L’acqua, l’umidità e il buio dominano sempre la scena e ricordiamo che l’acqua è maledetta e va evitata quando possibile. Se c’è una cosa che riesce bene a Fatal Frame: Maiden of Black Water è creare l’atmosfera che è così particolare e curata che penso salvi l’intera produzione. I gioco non mira quasi mai al Jumpscare ma a una costante sensazione di angoscia creata da un curato mix tra ambiente trama e sonoro.

Grafica e sonoro

Tecnicamente il gioco nasce su un hardware modesto, la remaster mette< mano principalmente ai modelli e texture dei personaggi, mentre le texture e la conta poligonale delle ambientazioni restano quelli del 2014. Certo il frame-rate passato a 60 fps ( 30 su Switch) e l’aumento di risoluzione aiutano parecchio l’aspetto del gioco a patto che non usiate la modalità soggettiva per ammirare le texture da vicino. Le ambientazioni scure, claustrofobiche e fumose aiutano a mascherare i limiti tecnici ma a uno sguardo critico questi risultano evidenti. Nulla di drammatico ma se aspettate un gioco capace di mostrare le potenzialità delle console di nuova generazione rimarrete delusi.

Ciò che era e resta superbo è il sound design con musiche e suoni ambientali curati, che immergono il giocatore in questo viaggio maledetto.

Unica altra aggiunta che è stata fatta rispetto alla versione WiiU è il photo mode, modalità che ben conoscete ed è presente in molti giochi.

Vale la pena acquistare Fatal Frame: Maiden of Black Water?

Fatal Frame: Maiden of Black Water è un gioco che ha vari spigoli che questa riedizione non ha smussato, anzi col tempo forse si sentono di più, ma se questa serie ha un folta schiera di appassionati c’è una ragione ed è facile capire perché molti si sono innamorati di questo franchise. Questa remaster arriva per celebrare i vent’anni di Fatal Frame, dimostrando che l’idea e l’ambientazione sono validissimi anche oggi ma è necessario adeguare il gioco a gli standard moderni se si vuole raggiungere il grande pubblico. Non è una serie celebre come Resident Evil o Silent Hill ma il suo concept originale e unico, la forte ambientazione, lo rendono degno di essere consigliato a tutti gli appassionati del genere.

Si ringrazia Koch Media per averci fornito una copia del gioco.

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Voto 7,5

Pro

Ambientazione

Sonoro

Originale

Contro

Datato

Andrea

Gioco da sempre a tutto, partito con l'apple IIc, ho giocato su tutti i processori della serie 8086 per poi diventare Nintendaro per colpa degli emulatori. Ma ora Voglio solo HW originale oppure scoprire cosa può offire il cloud. Sono forse schizofrenico?