Recensione

Dying: Reborn – Recensione

Avete mai provato le stanze di fuga. Sono esperienze intrinsecamente divertenti. Essere confinati in piccole aree mentre si risolvono gli enigmi per scappare, trovare indizi e risolvere situazioni apparentemente impossibili. Ecco ciò che ha  voluto creare Neckom Entertainment con il suo titolo Dying: Reborn.
Cerca di imitare l’esperienza della stanze di fuga sul nostro Nintendo Switch e aggiunge una narrativa dell’orrore per lo più vicina al genere. Sfortunatamente, l’esperienza è davvero sotto la media, è quindi difficile vedere qualcosa di buono a riguardo.

La trama

Tu interpreti il ruolo di Mathew, un uomo che visita la città di Harbour City. Sei stato mandato qui basandoti su una lettera che hai ricevuto da tua sorella Shirley, ma dopo che sei stato catturato e ti sei svegliato in una stanza squallida, la tua principale preoccupazione è trovare tua sorella e lasciare l’inferno in cui ti sei cacciato. Ogni stanza che incontri è un puzzle, quindi la fuga è più facile a dirsi che a farsi. Ciò che sembra una messa in scena vuole essere una vera e propria raccapricciante esperienza horror, ma che cade rapidamente a causa di diversi fattori nella storia. Per chi non ha familiarità con il modo in cui una stanza di fuga funzionerebbe in forma di videogioco, pensatela come un gioco punta e clicca. Posizionato in un punto di vista in prima persona, potrai muoverti nell’ambiente circostante, aspettando che il punto di mira diventi rosso per vedere se un oggetto può essere raccolto. Gli oggetti che trovi possono essere usati o combinati con qualcos’altro per creare un nuovo oggetto che può essere usato per risolvere un enigma. Tutto ciò che serve per risolvere i puzzle è in quella stanza, quindi non dovrai andare molto lontano per ottenere tutto ciò di cui hai bisogno. Le scene sono progettate in modo da non avere la possibilità di morire e, a differenza di altre esperienze di fuga, non c’è un timer che ti spinga a risolvere le cose velocemente.

 

Il gameplay

I puzzle con cui  approcciamo sono abbastanza facili da risolvere. Quei puzzle sono sufficienti per farti rivivere i giorni bui dei giochi d’avventura, in cui le soluzioni erano strane per il gusto di essere strane. C’è abbastanza incongruenza per rendere il gioco un compito da giocare.

DYING: REBORN commette lo sbaglio di ripetere la meccanica dei puzzle abbastanza spesso. Trovare un interruttore rotto è davvero ripetitivo, così come trovare i documenti attivando un ventilatore da soffitto che soffia carta in ogni direzione. Molte delle soluzioni sono scritte in modo enigmatico sui muri. La mancanza di creatività è evidente e purtroppo la noia prende il sopravvento. Inoltre la mancanza della lingua italiana potrebbe scoraggiare ancor di più il giocatore medio italiano.

Reparto musiche davvero insufficiente, davvero un cattivo lavoro sulla miscelazione audio effetti musiche.

La grafica

Questa è l’unica parte dove si può spendere qualche buona parola. il sistema 3d è fatto bene. il gioco gira bene sia in modalità portatile, sia in modalità docking. Sembra di giocare ad un vecchio Resident evil, niente di speciale ma raggiunge piamente la sufficienza, il che è un ottimo complimento nel quadro generale.

In conclusione mi sento di dire che i contro sono davvero troppi rispetto ai pro e quindi purtroppo non consiglio l’acquisto a tutti i giocatori. Sicuramente gli appassionati del genere potranno trovare il titolo comunque sufficientemente buono.

il prezzo del preordine e di €6,71 rispetto al prezzo normale €8,39

Questo fa si che l’acquisto può essere appetibile, specificando che il gioco ha una buona longevità e che comunque è il primo esperimento del genere creato dalla casa.

DYING: REBORN approderà sul nostro e-shop il 17/01/2019

Voto finale 4,7 / 10

 

 

Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.