Dollhouse Behind The Broken Mirror – Recensione
Dollhouse Behind The Broken Mirror – Recensione, Dollhouse Behind The Broken Mirror – Recensione
Dollhouse Behind The Broken Mirror è il seguito dell’omonimo gioco uscito qualche anno fa e che ha avuto un discreto successo sia di critica che di pubblico. Pubblicato da SOEDESCO il titolo è disponibile da oggi per tutte le piattaforme. La versione in nostro possesso è quella per Playstation5, dopo avere passato diverse ore fra le inquietanti bambole e dopo l’anteprima di qualche giorno fa che potete vedere QUI, siamo finalmente pronti per raccontarvi com’è il gioco.

Benvenuti a RavenHill
La storia di Dollhouse Behind The Broken Mirror inizia degli anni ’30, quando una donna di nome Eliza si risveglia dell’ospedale psichiatrico gestito dal Dott. Stern. Eliza soffre di amnesia. Si incontra così con il Dott. Stern che, tramite l’assunzione di un farmaco sperimentale, cerca di farle ritrovare la memoria.
Questo farmaco, oltre ad avere come effetto collaterale quello di provocare delle allucinazioni, è più efficace se il paziente viene portato nei posti in cui ha vissuto la sua infanzia, e quindi in cui ha più ricordi per poterli far riemergere.
E’ cosi che il Dott. Stern propone ad Eliza di recarsi nel posti in cui è cresciuta. Viene condotta così nel villaggio di RavenHill. Un paesino apparentemente abbandonato, ma che ben presto si rivela abitato da Bambole dotate di vita propria e di dimensione e aspetto umano.
Scopriamo tramite documenti che in questo posto le bambole facevano parte della vita di tutti i giorni e che convivano con gli abitanti. Sono stati proprio i De Moor, ovvero i genitori di Eliza ed in particolare la madre, che si occupavano della costruzione di queste bambole nella Dollhouse.
La storia ci è piaciuta molto, e nonostante l’incipit non sia il massimo dell’originalità, si lascia seguire con piacere e riserva anche qualche colpo di scena verso il finale


Armi in mano!
Il precedente gioco era un’avventura in cui non avevamo la possibilità di poterci difendere, non c’erano armi da fuoco. In Behind The Broken Mirror invece, troveremo quasi subito la nostra fidata arma da fuoco con cui poter far a pezzi le bambole che già dalle prime battute del gioco verranno imperterrite verso di noi.

Il gunplay è piacevole, anche se non privo di difetti: manca un tasto per poter schivare i nemici, utile quando ci si trova faccia a faccia con uno di essi! capita spesso di restare bloccati di fronte ad un nemico e di conseguenza tirare le cuoia. Cosa evitabile se ci fosse stato un tasto per la schivata.
Anche la possibilità di avere un’arma bianca non ci sarebbe dispiaciuta, per difenderci per esempio nei rari casi in cui ci siamo trovati senza munizione. Anche se esplorando si riesce a trovare sempre qualche munizione.
Esiste anche un sistema di crafting, troveremo infatti degli oggetti come ad esempio la polvere da sparo da poter combinare per creare delle munizione. In base alle varie combinazioni otterremo diverse munizioni per le varie armi che troveremo proseguendo nel gioco.

Esplorazione ed enigmi
Dollhouse è un’avventura horror in prima persona, a parte la novità di poter sparare e quindi difenderci rispetto al primo capitolo, il cardine del gioco resta l’esplorazione e la risoluzione degli enigmi che faranno proseguire. Questi sono ben studiati e spesso bisogna stare attenti ai dettagli per poterli risolvere. E’ capitato un paio di volte di restare bloccati perché ci era sfuggito qualche dettaglio. Nulla di frustrante, anzi! Li abbiamo trovati ben studiati.
Anche l’esplorazione è parte fondamentale per proseguire. Le mappe sono abbastanza lineari, ma avremo comunque la mappa che verrà in nostro aiuto nel caso in cui restassimo bloccati.


Bambole che paura
Il team dietro a Dollhouse è riuscito a ricreare un’ottima atmosfera che riesce a tenere in suspence il giocatore, le ambientazioni tetre e cupe incutono terrore e spesso qualche jump scare ben posizionato è riuscito a farci saltare dalla sedia. Questi non sono però eccessivi, ma sono posizionati e dosati in modo intelligente!
Le bambole sono particolarmente inquietanti, sopratutto un modello in particolare che si trova nei pressi della palude. Graficamente il gioco risulta un po’ datato, con dei modelli poligonali semplici e textures non particolarmente definite, anche se con l’aggiornamento rilasciato poco prima del lancio le cose sono leggermente migliorate. E’ una cosa che passa in secondo piano, compensando l’ottimo lavoro fatto con le atmosfere.
Un po’ sottotono la sezione audio con suoni che spesso si ripetono, un esempio è il verso del corvo che si ripete in continuazione nelle prime fasi del gioco. Oppure i nemici che spuntano da dietro non emettendo nessun suono e ritrovandoci a subir danni senza capirne il motivo.

In conclusione
Possiamo affermare che Dollhouse Behind The Broken Mirror ci è piaciuto, ci ha divertito e ci ha spaventato! La storia ci ha tenuti incollati allo schermo per le circa 10 ore che abbiamo impiegato per portare a termine la nostra avventura. Anche se il gioco non è perfetto e presenta qualche difetto, magari risolvibile con qualche aggiornamento futuro, non possiamo non consigliarlo, sopratutto se siete fan del genere!
