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“Days Gone” flop o capolavoro? Recensione.

Days Gone dei ragazzi di “Bend Studio” per chi non li conoscesse sono gli autori di Syphon Filter e Uncharted: L’abisso d’oro per psvita.

I ragazzi di Bend Studio ci vogliono raccontare cosa succederebbe se una terribile epidemia colpisse il pianeta terra, che ha decimato la popolazione mondiale, spingendola a ristrutturarsi completamente da cima a fondo, e ha trasformato milionidi persone in bestie rabbiose, prima umane e ora cadaveri ambulanti, pronte a sventrare corpi caldi senza farsi scrupoli.

                                                                                                                                                                         L’avventura di Deacon St. John, in sviluppo da sei anni, è un titolo che dal momento del suo annuncio non è mai stato in grado di generare una spasmodica attesa del pubblico e  della critica, a causa di una serie di caratteristiche che non facevano trasparire nessun elemento talmente innovativo da riuscire a scuotere il mercato videoludico.

Days Gone si configura come un’enorme avventura composta da due anime, azione e sopravivenza, con l’obbiettivo di realizzare un romanzo interattivo su un mondo post-apocalittico, tanto bello quando dannato.Bend Studio vuole dimostrare la volontà di strutturare una trama sorprendentemente sfaccettata, capace di prendersi i suoi tempi e di dettare i propri ritmi con grandissimo arpiglio autoriale nonostante il fascino esercitato dalla costruzione dell’ambiente e della sceneggiatura di Days Gone.

 SI ISPIRA AMBIAMENTE ALLA CELEBRE SERIE THE WALKING DEAD.

Specialmente nella gestione del suo arco narrativo Deacon St. John, ad esempio, rappresenta il lasso di tempo trascorso da quando fu costretto a compiere una scelta che, due anni dopo, lo ha portato a diventare un randagio, destinato a cavalcare la sua moto in un mondo devastato da una terribile piaga, in grado di ingoiare l’intero genere umano. Incapace di mostrare sentimenti, se non per il suo amico fraterno, fedele a un personale codice d’onore e asserragliato dai ricordi di un passato poco encomiabile.

LA STORIA DI DAYS GONE.

Il personaggio di Deacon intraprenderà un viaggio interiore alla ricerca di un nuovo significato per smettere di sopravvivere e ricominciare finalmente a vivere. La semplicità di questo incipit narrativo però, si rivela perfetto stratificare una trama che mette in scena differenti protagonisti e antagonisti in questo modo, eludendo l’obbligo di fornire un obbiettivo chiaro fin dalle prime fasi di gioco amalgamando diversi archi narrativi, legati al passato del nostro protagonista, con un unico filo conduttore, sopravvivenza e ricerca di  pace interiore del nostro Deacon.

Deacon St. John.

Ma per Deacon St. John è diverso: ogni singolo istante lontano da sua moglie Sarah è un enorme peso dal quale ancora non riesce a liberarsi, sebbene siano trascorsi due anni dall’inizio dell’epidemia che ha sradicato le fondamenta della società.                                                                                                              L’ultima volta che l’ha vista, era su un elicottero della sospetta organizzazione NERO (National Emergency Responce Organization), ferita e con le lacrime agli occhi, pronta a partire per un rifugio dove forse avrebbe potuto salvarsi. Deacon, però, non è salito a bordo con lei: la sua appartenenza alla cultura dei bikers gli ha imposto infatti di rimanere accanto al “fratello” Boozer, per aiutarlo a vender cara la pelle in una città in fiamme.

MUORI O SOPPRAVIVI.

Sopravivere in queste terre inospitali è una questione di mira e parsimonia. Le primi fasi di gioco ci mostrano questi aspetti del gameplay catapultandoci in un mondo veramente violento ,dove le risolse sono veramente poche e i più deboli soccombono.                                                                                            L’anima survival di Days Gone è percettibile nell’ecosistema dell’Oregon che tra deserti, foreste rigogliose, paludi e cime innevate non smette mai di sussurrarci parole di prudenza e attenzione ad ogni angolo del gioco.

L’ORO DEL POST-APOCALITTICO

In questo mondo al collasso dove le tecnologie dell’uomo periscono in assenza di corrente elettrica, il vero oro sono le pallottole, la benzina e i rottami. Le prime ci occorrono per difenderci dalle minacce dell’Incubo, durante il gioco andremo alla ricerca del carburante, per poterci spostare, andremo alla ricerca di rottami vari per poter potenziare le nostre armi e riparare e migliorare la nostra moto.

Days Gone è un’esperienza in terza persona le cui fasi di shooting adottano gli standar già visti in molti altri titoli, per citarne uno in particolare Uncharted. Con un sistema di copertura un po primitivo e analogico che riesce a conferire agli scontri a fuoco la gusta dinamica.

UN MONDO POST-APOCALITTICO.

Il mondo di Days Gone è sorprendentemente vasto per essere esplorato a piedi, quindi meglio spostarci a bordo della nostra due ruote, mezzo di locomozione agile e veloce a metà tra un chopper e una dirt bike.

MOTO E CARBURANTE

La nostra moto è molto importante e gioca un  ruolo essenziale di savepoint: potremo infatti salvare i nostri progressi solo nei pressi del mezzo.                                                                                                         Farete bene quindi ad averne cura, soprattutto perché richiede costante manutenzione: avrete bisogno di molto carburante e nel mondo di Days Gone ne troverete pochissimo, motivo per il quale occorre contenersi con l’acceleratore e utilizzare le pendenze a nostro vantaggio per sfruttare le discese in folle, è soggetta a rottura a causa delle collisioni e il suo motore teme l’acqua per cui è bene prestare attenzione alla profondità dei corsi che si decide di attraversare.

I ROTTAMI

Prestazioni e resistenza della moto sono opportunamente modificabili, così come i suoi danni facilmente riparabili, occorrono solo dei rottami.                                                                                                                  Sotto i cofani delle carcasse delle auto abbandonate lungo le autostrade, tra gli scaffali impolverati di negozi e officine fatiscenti, possiamo trovare consumabili di vario genere.                                                         I rottami generici oltre alla riparazione di moto e armi da mischia, aprono un elementare menù di crafting dove, combinati ad altri oggetti come dischi di seghe circolari, chiodi, polvere da sparo e inneschi elettronici, permettono di dare forma ad asce estremamente letali ed esplosivi artigianali.

UCCIDIAMOLI TUTTI.

Ci sono infine le vicende legate ai “Nidi di furiosi”, covi rudimentali costruiti dalle creature prevalentemente nei centri abitati abbandonati.                                                                                             Possiamo decidere di darli alle fiamme di giorno, sfruttando il vantaggio della luce del sole ma preparandoci a risvegliare tutti i mostri al suo interno, oppure possiamo decidere di sostare in uno dei campi di superstiti.                                                                                                                                          Liberando le zone infestate apriremo inoltre le rotte dei viaggi rapidi, utili per passare rapidamente da una missione all’altra.                                                                                                                                                       Con il salvataggio all’ultimo secondo di malcapitati in balia di mostri e delinquenti, le fughe in moto dai velocissimi lupi, scopriremo un mondo coinvolgente che ci apparirà assurdamente vivo, specialmente quando avremo occasione di vivere queste situazioni combinate tra loro.

SOLO UNA CRITICA.

Per quanto riguarda il comparto narrativo possiamo affermare che il costante inserimento di situazioni e comprimari nuovi, pur mantenedo alta la curiosità, può risultare eccessivamente lento per quei giocatori abituati ai titoli d’azione ricchi di climax e momenti al cardiopalma.                                                                Per lo stesso motivo si avverte una palese e costante incapacità nel far emergere Deacon come unico protagonista di Days Gone.                                                                                                                              Un’altra pecca: Bend Studio ha preso la decisione in fase di sviluppo di eliminare un sistema di scelte in alcune sezioni di gioco.

CONSIDERAZIONI FINALI.

All’inizio dell’avventura di Days Gone SARANNO PASSATI DUE ANNI , 750 gorni dallo scoppio dell’epidemia e il contatore continuerà a scendere via via il ciclo dinamico giorno e notte farà il suo corso. Se come me arriverete a circa 860 giorni, la vostra esperienza con il titolo di Bend Studio si aggirerà intorno alle 45 ore. Per essere un open world creato da “sole” 130 persone il risultato ottenuto è notevole.

L’intelligenza artificiale dei nemici umani, almeno con difficoltà settata su normale, non è sufficientemente reattiva e risulta facilmente eludibile.

Days Gone è scandita da ritmi dilatati e intenzionalmente sofferti, è davvero difficile non riconoscere il merito di Bend Studio di aver creato un mondo dalle grandi atmosfere.

 

Recensione a cura di BlackScorpio.


Francesco

Sono un giocatore incallito, ho cominciato con il commodore 64 per poi passare al NES e allo SNES, fino alle console attuali. Amo giocare con tutte le console, odio la console WAR. Sono un collezionista da circa 20 anni. I miei giochi preferiti The legend of Zelda, Donkey Kong Country, Metal Gear Solid, God of War e Uncharted.