Dark Devotion – Recensione
Dark Devotion è un progetto indie sviluppato da Hibernian Workshop e pubblicato da The Arcade Crew e Maple Whispering Limited. Action rpg a scorrimento orizzontale, con grafica 2D pixellosa dalle atmosfere tetre.
Dark Devotion è un Soulslike leggermente “ibridato” con altri generi: è un mix tra metroidvania, la follia randomica di un roguelike e un sistema di combattimento che somiglia a quello di Dark Souls, Salt & Sanctuary e dall’allegra compagnia di game designer che è rimasta innamorata dell’opera magna di Hidetaka Miyazaki.
STORIA
In Dark Devotion ci ritroveremo nei panni di una sfortunata templare che deve sfuggire dal luogo in cui si trova. Inizieremo la nostra avventura in un santuario, come in ogni roguelite che si rispetti in questo luogo sarà possibile prepararsi alle varie battaglie che dovremo affrontare.
Il gioco ricorda tantissimo Castlevania, non si limita solo alle ambientazioni e alla sua atmosfera ma anche al puro gameplay dove infatti ci troviamo di fronte ad un tipico metroidvania. Abbiamo davanti un action-adventure con moltissime stanze e corridoi infestati da orribili crature da affrontare, tutte collegate fra di loro , con moltissimi segreti che spesso richiedono di ritornare indietro sui propri passi aquisendo nuove abilità per poter entrare in luoghi prima inaccessibili.
DIVERSI MONDI
A differenza di Castlevania in Dark Devotion gli sviluppatori hanno optato per dividere il gioco in diversi mondi. In Dark Devotion l’esporazione è molto importante, i combattimenti sono molto impegnativi. La nostra bella eroina ha una barra di stamina, attenzione a non sottovaluare il gioco e specialmente i combattimenti, ogni scontro vi potrà portare al game over per cui dovremo valutare bene le nostre possibilità prima di ingaggiare un nemico in combattimento.
FAIT BAR
Sconfiggendo i nemici accumuleremo punti per la nostra Faith Bar: che potranno essere utilizzati per sbloccare stanze bloccate, dove troveremo dei potenziamenti ed oggetti utili. Evitare un combattimento dunque, non sarà sempre la cosa giusta, in quanto ci troveremo di fronte ad un passaggio bloccato e ci serviranno vari punti per aprirlo.
Il combat di Dark Devotion si riduce ad un banale controllo costante della stamina + identificare le finestre temporali per spezzare i pattern avversari. E’ un sistema arcaico che funzionerà, ahinoi, specialmente contro i boss.
DIFESA E ATTACCO
Per difenderci, invece, potremo usare lo scudo per parare, ma la migliore difesa che abbiamo è la schivata, che ci darà una sensazione estremamente fluida e funzionale. “Avrete l’impressione che le fasi di difesa e quelle di attacco siano state affidate a due divcersi team.” Questa fantastica capriola riesce a tenere in piedi almeno qualche stanza della baracca del combat system creato.
Per quanto mi riguarda, credo che abbiano reso le boss fight (proporzionalmente parlando) più semplici del combattere i minion stessi. Infatti, credo che la maggiorparte dei giocatori moriranno non più di una volta su 5 contro i boss, con i restanti quattro decessi sparsi per le stanze del malefico tempio.
ESPLORAZIONE
La mappa è azzeccata ed è dark al punto giusto! Noterete che non potremo tornare nelle stanze visitate precedentemente, questa scelta non è negativa come può sembrare. Anzi, rende l’esplorazione più unica, ponderata, e la rende davvero esplorazione nel vero senso del termine. “A differenza di altri titoli roguelike “multirun”, in cui si possono esplorare tutte le stanze della mappa ad ogni tentativo, ed in cui il tour completo si rivela utile o addirittura vitale ad ogni run. Questo porta i giocatori a scegliere, tra avere dei bonus garantiti esplorando le stesse zone più volte, o ad ignorare queste stanze in preda alla monotonia con il rischio di procedere meno equipaggiati.”
Da un lato finiremo comunque con il conoscere la mappa a menadito e a selezionarne le tappe più convenienti, dall’altro rimane un sistema che si sposa molto più egregiamente con il concept del gioco, con la sua atmosfera, e con il genere stesso.
MECCANICHE DI GIOCO
Dark Devotion presenta anche delle meccaniche inusuali. Come in ogni soulslike moriremo tante volte, ogni volta che moriremo otteremo un bonus ma perderemo tutto il nostro equipaggiamento. Ogni volta che la nostra templarina verrà uccisa brutalmente da qualche mostro, al suo risveglio ci ritroveremo nudi e crudi senza nessun equipaggiamento a nostra disposizione. I nostri dei ci conferiranno un aiuto sotto forma di bonus, ovviamente il bonus è casuale, ad ogni morte questo bonus ci conferirà qualche arma in modo da poter recuperare nuovamente il nostro armamento.
ARMI
Fortunatamente, almeno per alcune armi, soprattutto quelle droppate dai boss, sarà possibile recuperarle direttamente dal fabbro presente nell’hub centrale, mentre per le altre bisogna tornare nello stesso identico punto in cui le abbiamo trovate la prima volta. I consumabili invece appaiono nelle casse e nei cadaveri in modo assolutamente casuale.
BENEDIZIONI E DEVOZIONE
Anche le benedizioni che riceveremo saranno totalmente casuali, ma molto più consistenti in base a quanta “Devozione” abbiamo accumulato prima di morire. La Devozione, si accresce progredendo ed esplorando più andremo avanti dopo ogni resurrezione e più la benedizione ricevuta in seguito sarà “consistente”.
L’aspetto del gioco in grafica pixel art che oramai siamo abituati a vedere, molto spesso ricalca abbastanza fedelmente lo schema solito dei titoli indie, dove ci propone ambientazioni e avversari dallo stile gotico. Il gioco ci proprone una ispirazione all’immaginario cristiano, ma molto meno marcato a confronto con Blasphemous. Una nicchia di giochi già solidamente occupata da giochi molto ben piazzati quali Salt & Sanctuary, il recente Blasphemous e il più “metroidvanieggiante“ Bloodstained: Ritual of the Night.