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Book Quest – Recensione

Book Quest – Recensione

 

Tutti conoscono e adorano The Legend of Zelda. Creata nel 1986 da Shigeru Miyamoto,  la serie fortunata di Nintendo ha ricevuto dei consensi unanimi di generazione in generazione e ogni tanto viene sottoposta a dei nuovi esperimenti.Book Quest

L’uscita del suo ultimo capitolo, The Legend of Zelda: Breath of the Wild, l’ha indirizzata verso una nuova direzione nel bene o nel male, ma la formula usata nei giochi classici resta un’ottima base per la creazione dei videogiochi action-adventure.

Gli sviluppatori delle compagnie indie vi hanno preso spunto per offrire al loro pubblico delle esperienze di gioco emozionanti. Una tra queste è quella di Rogue Heroes, un gioco uscito poco tempo fa che mescola gli elementi del gameplay zeldoso con il genere dei rogue like. In una vecchia recensione noi di Nextplayer lo abbiamo definito divertente e molto carino.

Ciò nonostante quelle sensazioni non sono state le stesse che abbiamo provato per Book Quest. Questo gioco oscuro che in pochi conoscono è uscito il 10 agosto 2022 su Switch, PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One e PC.

Inizialmente, dopo la visione del suo trailer, ne siamo rimasti ammaliati. Non ci aspettavamo qualcosa d’incredibile, ma speravamo che si rivelasse un buon tributo alla serie di Zelda.

Sia chiaro… Ognuno è libero di parlare di un trailer di un gioco non ancora uscito. Può discutere tranquillamente di ciò che gli piace e di quello che non gli piace. Tuttavia noi siamo dell’ idea che, finché il titolo presentato non verrà giocato da un utente, le sue visioni resteranno imparziali. Potranno essere oggettive o no, ma riguardano pur sempre una parte dell’ opera totale.

Proprio per questo abbiamo aspettato con calma l’uscita e ora che abbiamo provato e completato questo “piccolo gioiello” non vediamo l’ora di… bistrattarlo e odiarlo come se lo merita. Potete amarlo quanto volete, ma, quando avrete il gamepad alla mano, capirete benissimo cosa abbiamo provato nel nostro cuore.

Book Quest, per quanto possa aver tratto qualcosa da Zelda, è un gioco fatto senza cura con dei problemi su cui è impossibile sorvolare. Innanzitutto partiamo con il darvi delle sue  informazioni generali. Il publisher che si è occupato della sua pubblicazione è East Asia Soft, una casa editrice indipendente fondata a Hong Kong nel 2007.

I videogiochi che ha pubblicato sono degli indie sconosciuti, ma tra questi si contano quelli che sono stati pubblicati con l’ausilio di alcune licenze, come per esempio Rainbow Skies, Sword & Fairy 6, Ghost Blade HD, Reverie, Rainbow Moon e il franchise di Söldner-X.

Invece del team di sviluppo, che si fa chiamare Nerd Games,  è difficilissimo trovare almeno una singola informazione. Abbiamo fatto un sacco di ricerche, ma non abbiamo trovato né il suo sito ufficiale né i suoi contatti. Quello che sappiamo è che ha lavorato a diversi giochi come 890B, Gangsta Magic e il famigerato 20 Ladies. Avete presente quel platform con quelle belle donnine nude che i censori di Sony hanno sostituito con dei coniglietti? Nerd Games è stato il suo team di sviluppo.

Book Quest | Giochi scaricabili per Nintendo Switch | Giochi | Nintendo

La storia di Book Quest s’incentra su un ragazzo senza nome che trova un libro nel suo scantinato. Si tratta del libro di magie del suo nonno, un mago potente e con una vita triste alle spalle. Infatti qualche forza oscura lo ha separato dalla donna che amava facendolo vivere disperatamente.

Ora, però, ci sono ben altre preoccupazioni a cui pensare. Un ladro ruba il libro nel cuore della notte e lo spirito del vecchio chiede a suo nipote di andarlo a recuperare in modo che nessuno venga al corrente del suo contenuto.

Questa trama serve solo come un semplice pretesto. Non c’è una caratterizzazione vera e propria dei personaggi e la narrativa non si articola e non charisce quei punti su cui il giocatore si può interrogare. Tipo… Come fa il ladro a conoscere l’esistenza del libro di magia? Per quali ragioni lo vuole usare? E come fa a sapere che il protagonista è riuscito a trovarlo in casa sua? Inoltre state pronti per il finale perché vi troverete davanti a una grossa delusione.

Il giocatore può eseguire due singole azioni che caratterizzano i capitoli di Zelda più significativi. Può estrarre un’ arma per colpire gli ostacoli o può fare una rotolata che ricorda quella che Link poteva fare in The Legend of Zelda: Ocarina of Time per Nintendo 64.

Non è nulla di eccezionale, ma forse l’aggiunta di altre mosse avrebbe potuto rendere più complessa l’interazione con il personaggio. Certamente quest’ operazione non è semplice se si considera che nei giochi in 2D non si può puntare a tanto come in quelli in 3D, ma almeno una mossa in più (non per forza copiata da Zelda) poteva rendere utili gli altri pulsanti dei controller. Invece si possono usare solo due pulsanti che cambiano a seconda della versione  del gioco che possedete.

All’inizio si può esplorare il villaggio in cui inizia la trama per poi accedere in altre zone. In alcuni punti si possono trovare dei locali da visitare come una taverna, una biblioteca o il negozio in cui si comprano le armi in cambio delle monete che si trovano e che si ottengono girovagando tra le pianure.

Molto spesso, quando si deve entrare in  una nuova area, partono dei minigiochi che stravolgono completamente il sistema di gioco. In queste occasioni il genere action adventure viene messo da parte in modo che quello dei platform lo sostituisca in via temporanea. Per esempio c’è un minigioco molto simile a Super Mario Bros. in cui si deve raggiungere la fine di un livello con 3 cuori e senza farsi colpire dai nemici. Altre volte, invece, bisogna risolvere dei puzzle per poter accedere a dei punti che altrimenti non potranno essere raggiunti.L'action game fantasy Book Quest di Eastasiasoft è da oggi disponibile per PC, PS4, PS5, Switch, Xbox One e Xbox Series X|S

Fin qui Book Quest può sembrare un gioco molto divertente, ma le cose non stanno così. Innanzitutto l’esplorazione non è completamente libera, ma si lega a un sistema di missioni che devono essere soddisfatte per poter andare avanti.

Questo stile di gioco può piacere a qualcuno e questa cosa non ci dispiace affatto, ma la scelta di usarlo in un gioco che si lega a Zelda non va bene. Negli Zelda più importanti nessuna tra le missioni principali elude la possibilità che si possa andare a zonzo per godersi a pieno il gameplay. I giocatori sono liberi di fare quello che vogliono e possono perdere tempo con le missioni secondarie senza che ci sia nessuno a rompergli le scatole (tranne quella maledetta Navi. Mamma mia! Quant’era fastidiosa!).

Invece qui le missioni secondarie non ci sono. Ci sono solo le missioni principali che dovranno essere rispettate per forza. È vero che servono per andare avanti nella storia, ma possono bloccarvi in un’ area finché non saranno soddisfatte.

Questa caratteristica rende il gioco troppo lineare rovinando la sua stessa essenza. Inoltre l’assenza delle missioni secondarie annichilisce il livello di rigiocabilità. Semmai solo i trofei riescono a rafforzare questo fattore, ma solo nelle versioni per le console Sony e Microsoft. Quindi chi usa una Nintendo Switch non potrà divertirsi. Neanche i puzzle inducono la gente a sprecare più ore con il gamepad alla mano. Sono pochissimi e sono molto semplici. Perché non gli hanno dato troppa attenzione? I puzzle sono stati sempre il piatto forte di ogni Zelda-like. Mannaggia!!

Comunque non c’è molto da dire sui combattimenti. I nemici contro i quali v’imbattete nel mondo di gioco sono pochi e alcuni sdi loro ono troppo ripetitivi. I cavalieri sono quelli che si ripetono di più visto che sono presenti quasi dovunque.  Affrontarli non è mai una necessità, ma, se volete provarci, non abbiate paura. Nessuno di loro è minaccioso visto che basta adottare una strategia semplicissima per farli fuori. Bisogna solo restare fermi e colpirli con la spada uno a uno quando si fanno avanti.

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Questo discorso cambia con i boss. Durante le loro battaglie, ci potrebbero essere dei picchi di difficoltà improvvisi. Il drago, ossia quello che in teoria dovrebbe essere il primo boss del gioco, è difficilissimo. Questa cosa potrebbe rappresentare un buon segno per gli hardcore gamer che vogliono imparare dai loro errori, ma, a dir la verità, non esiste un vero  bilanciamento  del livello di sfida. I boss che devono essere uccisi dopo il drago richiedono un po’ di calma per essere battuti, ma non sono complessi. Tra l’altro non sono neanche numerosi.

Per tutta la durata del gioco sono solo 3.  Perché?  Non chiediamo troppo da Nerd Games, ma almeno ne potevano mettere al massimo una decina. Così la poca rigiocabilità a cui abbiamo accennato prima incrementava quanto meno un po’.

Book Quest è un gioco troppo breve. Ne è una prova la certezza che la longevità si aggiri intorno ai soli 50 minuti senza neanche superare un’ ora. Però non stiamo parlando di un gioco che sa essere solo breve, ma anche frustrante. Questo perché i suoi controlli sono stati progettati così male che ci hanno fatto perdere la pazienza.

Sono legnosi e troppo imprecisi! Impartire un comando al nostro personaggio senza nome equivale a guidare una macchina con le ruote bucate. Addirittura gli stessi controlli non rispondono a volte agli input o possono essere confusionari in certesituazioni.

Questa nostra dichiarazione trova il suo fondamento nel percorso che si dovrà fare prima di arrivare al drago. Se non volete degli spoiler, saltate immediatamente questo pezzo. Grazie.

In questa fase bisogna salire sopra a delle piattaforme mentre la visuale sale verso l’alto. Questa missione dovrebbe essere facile come bere un bicchiere d’acqua dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista pratico risulta incomprensibile per molti giocatori.

Stranamente i programmatori hanno deciso che bisogna premere sempre e solo “Sinistra” e “Destra”. Ciò significa che, se le piattaforme formano delle file,  il giocatore ci deve salire rivolgendo lo stick non verso “Sù”, ma verso la direzione a cui corrisponde la posizione di ogni fila.

Ci abbiamo messo un sacco di tempo per capire come funzionava questa roba, ma siamo felici che ce l’abbiamo fatta. Grazie a Dio!

Schermata della ricerca del libro

Quanto meno i contro non vengono mai da soli. Alcuni giochi, anche se sono brutti, possono presentare almeno un aspetto positivo che, pur non salvandoli del tutto, li rende parzialmente brillanti.

Nel caso di Book Quest i punti di forza sono la grafica e il sonoro anche se, a dir la verità, qui si va un po’ tra alti e bassi. Apprezziamo che i creatori abbiano deciso di usare uno stile artistico a 16 bit sebbene questo tentativo di rievocare il passato sta diventando ormai un cliché nello sviluppo degli indie degli ultimi anni.

In ogni caso, se un libro non va giudicato per la sua copertina, la stessa logica vale per i videogiochi perché le scelte stilistiche non contano, ma solo le tecniche usate per impiegarle.

Le ambientazioni sono una cozzaglia di elementi che sembrano quelli di The Legend of Zelda mischiati a qualcosa preso da Stardiew Valley. Anche se la visuale dall’alto le fa sembrare microscopiche, presentano una buona dose di dettagli e dei buoni effetti di luce, ma quello in cui peccano, forse, sta nel fatto che non sembrano così vive. Alcune sembrano delle lande desolate troppo spoglie rispetto alle altre.

I personaggi, invece, sono molto semplici visto che sono costituiti da dei pochisimi pixel e si differenziano quanto meno un po’ nel design. In sostanza la grafica non è “un capolavoro dell’ arte retrò”, ma il suo punto più basso non è la sua semplicità, ma ben altro.

E qui ripartono le lamentele perché Book Quest è un gioco pieno di tanti problemi tecnici.  Ci sono dei lag e dei glitch che possono comportare degli effetti negativi durante il gameplay. Per esempio a volte risulta impossibile proseguire nelle missioni a causa di alcuni errori, ragion per cui il giocatore si troverà costretto a chiudere il gioco e a ripartire dall’ ultimo salvataggio.

A proposito dei salvataggi, che in questo gioco sono solo automatici, c’è qualcosa che non va. Se l’ultimo salvataggio risale a un momento precedente rispetto a una missione che richiede il raccoglimento di alcuni oggetti, si dovrà rifare la missione. Tuttavia, se gli oggetti vengono raccolti prima del nuovo salvataggio, vengono salvati lo stesso. Quindi che senso ha rifare la stessa missione per più volte a questo punto?

Per non parlare, poi, di quello che succede quando vengono azionati l’inventario e la mappa. Il gioco dovrebbe essere messo in pausa, ma continua ad andare avanti per qualche strana ragione. Ciò significa che, se azionate l’inventario per prendere qualcosa da usare o con cui potete curarvi, il vostro personaggio se ne resterà fermo rischiando di prendere dei danni come un beota.

E inoltre… Davvero vogliamo parlare della mappa? Nerd Games ha deciso di rappresentare tutte le aree esplorabili dall’ alto, ma non ha incluso l’ opzione dello zoom. Così i giocatori non capiranno mai dove si trovano esattamente.

Almeno le musiche sono molto belle da ascoltare, ma il problema è che sono state sincronizzate male. Non si trovano in un loop infinito, ma terminano all’ improvviso per poi ricominciare da capo dopo un minuto e mezzo. Gli effetti sonori sono pochi e sono fastidiosi. Addirittura risultano assenti in alcuni momenti come in quello in cui si usa la spada.

Invece, per quanto riguarda le lingue disponibili, ci dovrebbero essere l’inglese e il portoghese stando a quello che è stato scritto sul sito del gioco presente all’ interno della pagina di EastAsiaSoft.

Peccato, però, che le impostazioni permettano solo di regolare il sonoro e perciò il gioco va giocato in realtà solo in un inglese che adei testi che spesso sono sgrammaticali. Sfortunatamente l’italiano non c’è .

In conclusione,  ci dispiace davvero per Book Quest, ma questa volta dobbiamo essere severi, ma giusti. Finora non siamo mai stati così crudeli con i giochi che abbiamo recensito, ma non ci siamo aspettati così tanti difetti qui dentro.  La grafica e le musiche sono le uniche cose che ci sono piaciute. Sì. Sappiamo che la nostra affermazione può sembrare bislacca per alcuni, ma tutti gli altri aspetti rendono quella che poteva essere un hidden gem un’ occasione sprecata.

Il gioco costa quasi 6 euro negli store digitali e ciò la dice lunga sul suo sviluppo. I suoi creatori hanno voluto  fare qualcosa di più economico, ma forse non sono riusciti a far rapportare il prezzo con la qualità.

Purtroppo non ce la sentiamo di consigliarvi questo gioco. Se vi piacciono gli Zelda, puntate a qualcosa come Rogue Heroes. Così giocherete a qualcosa che non vi farà restare delusi dei vostri acquisti.

 

 


Lorenzo Barbaro

Un giocatore avellinese incallito di classe '99. Amo giocare tutti i tipi di videogiochi (specialmente quelli hardcore). Ho iniziato a giocare tra il 2005 e il 2006. Sia i videogiochi che l'archeologia sono le mie passioni. 😊