Animal Crossing: New Horizons è stato bandito in Cina!
Sembra che le vendite di Animal Crossing: New Horizons siano state vietate da oggi in Cina .
L’ informazione proviene dal sito e-commerce di Alibaba Taobao sul quale è stata pubblicata nelle tarde ore di ieri.
Ciò non riguarderà solo il gioco, ma anche tutta la merce e le Switch (incluse le versioni Lite) a esso dedicate.
Ancora non è stata dichiarata alcuna parola ufficiale sulle ragioni del divieto.
Tuttavia sembra che sia dovuto a delle proteste fatte dai giocatori cinesi tramite dei messaggi fatti in game.
Infatti una delle caratteristiche del gioco permette di modificare i propri modelli e ciò ha dato loro via libera per esprimersi.
Tra questi troviamo, in particolare, Joshua Wong, noto attivista che lotta per l’introduzione della democrazia a Hong Kong.
“Animal Crossing is a place without political censorship so it is a good place to continue our fight,” Joshua Wong. “Even lawmakers in HK are playing this game,” he says. Joshua recently started playing the game himself. https://t.co/mXtmWu8x87
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) April 8, 2020
This is what we do in #AnimalCrossing… maybe it’s why these people are so anxious to go back to the game!! pic.twitter.com/vVeaGq54lv
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) April 10, 2020
Eppure c’è da chiedersi una cosa: com’è possibile che tutto questo sia accaduto se il gioco non è uscito ufficialmente in Cina ?
Infatti lì sono stati rilasciati per ora solo tre giochi per Switch e tra questi non c’è il nuovo Animal Crossing.
Ricordiamo che Nintendo si sta muovendo solo adesso per diffondervi la console assieme a Tencent.
Allora è evidente che i cinesi abbiano ricevuto il gioco tramite il commercio online ricorrendo a siti come Taobao e Pinduoduo.
In particolare Pingwest riferisce che la richiesta di titoli come Animal Crossing: New Horizons in Cina ha fatto salire alle stelle le vendite di Switch sebbene, lo ripetiamo, il gioco non sia uscito lì in via ufficiale.
Non è chiaro neanche se si tratta di un ban temporaneo o permanente.
D’altro canto non c’è stata alcuna risposta neanche da parte della grande N.
Tuttavia, qualora il divieto venga tolto in futuro, è molto probabile che alcune funzionalità vengano disabilitate per evitare ulteriori proteste.